Occupazione femminile: a Messina solo il 29% lavora. Crisafulli: “maternità? Vista come un problema”

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di Veronica Pagano – Il raggiungimento della parità di genere è un percorso tortuoso che passa (inesorabilmente) dal mondo del lavoro dove è ormai noto che le donne partono più svantaggiate rispetto agli uomini: sono meno occupate, meno pagate, svolgono lavori meno specializzati e vanno in pensione con più difficoltà.

Se, ancora oggi, nessuno Stato membro dell’Unione europea ha raggiunto la parità di genere in ambito lavorativo, per la Sicilia la situazione è disastrosa: quando si tratta di adottare azioni positive mirate, la nostra Regione resta sempre un passo indietro.

Ne abbiamo parlato con Mariella Crisafulli, Consigliera di parità per la Città Metropolitana di Messina, intervenuta alla presentazione del libro di Annita Vesto.

D: Dott.ssa Crisafulli, cos’è la Consigliera di parità?

R: Ci occupiamo di prevenire e contrastare le situazioni di discriminazione sul lavoro. Una delle cause principali di discriminazione e che è anche la causa più ricorrente per cui le donne si rivolgono a me è per eventi legati alla maternità. Purtroppo nel nostro Paese la maternità non è considerata come un valore sociale, ma come un problema. Ma siamo anche una sorta di authority: vigiliamo per la corretta applicazione della normativa sulla parità di genere.

D: Qual è la situazione nella nostra città?

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Mariella Crisafulli, Consigliera provinciale di parità.

R: Per quanto riguarda l’applicazione normativa, vigilo sempre sugli adempimenti della Pubblica Amministrazione chiamata ad adottare piani di azioni positive che servono a prevenire e contrastare situazioni di discriminazione che possono crearsi sul lavoro. La vera piaga riguarda il mondo del lavoro, un problema che riguarda il Sud e in particolare la nostra regione e la nostra provincia dove lavora solo il 29% della popolazione femminile. Questo significa sprecare risorse umane preziose che possono contribuire alla crescita del nostro territorio e del nostro Paese. Ci auguriamo interventi di natura regionale che possano aiutare le donne per entrare nel mondo del lavoro e soprattutto restarci. Una delle cause principali di abbandono riguarda sempre la maternità perché non essendoci una rete di servizi che possa garantire le donne sono costrette a lasciare il lavoro dopo la nascita del primo figlio.

D: Ecco, la Sicilia continua a restare indietro. Quale dovrebbe essere il primo passo verso una vera parità di genere?

R: Le leggi ci sono, ma bisogna darne corretta applicazione in modo da supportare concretamente le donne mettendo a disposizione anche le risorse finanziarie. Per esempio, con borse lavoro per donne vittime di violenza. Bisogna, inoltre, trovare soluzioni alternative per consentire alle donne di trovare un alloggio nel momento in cui sono costrette a lasciare la casa familiare.

D: Come è possibile rivolgersi al Suo ufficio?

R: L’ufficio ha sede al terzo piano del Centro per l’impiego di via Dogali, 1/D. È sempre aperto e si riceve per appuntamento.

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