Immigrazione, Tenda della Pace: “Nessuno di noi può girare la testa dall’altra parte”

di Veronica Pagano – Sabato 15 ottobre, il collettivo messinese di movimenti e associazioni denominato Tenda della Pace è tornato a far sentire la voce di quanti, anche singoli cittadini, sanno bene da che parte stare. E così, mentre nella vicina (e affollata) Piazza Cairoli si svolgeva lo Street Food Fest, dalla chiesa di Santa Maria della Scala di via Ugo Bassi, partiva una passeggiata pacifista lungo le vie cittadine allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza sull’imminente scadenza del contestatissimo Memorandum d’intesa tra Italia e Libia, di piddina memoria.

Il prossimo 2 novembre, infatti, è il termine ultimo entro il quale il Governo italiano potrà recedere dallo stesso. Diversamente, la validità del Memorandum sarà rinnovata (per la seconda volta) per ulteriori 3 anni. Dopo la prima mobilitazione tenutasi in Piazza Cairoli il 2 ottobre scorso, è quindi ripresa la “Marcia dei nuovi Desaparecidos”, stavolta in direzione della via Maddalena, passando per via dei Mille e proseguendo per via Tommaso Cannizzaro fino al punto di partenza. Con in mostra le foto dei dispersi in mare, una cinquantina tra donne e uomini di ogni età, religione ed etnia si sono uniti per “far uscire dall’ombra questa strage taciuta”.

Storie e testimonianze: i racconti dei presenti
Momenti di grande emozione quelli vissuti, a conclusione della marcia, nella Chiesa di S. Maria della Scala dove i partecipanti si sono riuniti per condividere storie vissute in prima persona. C’è la testimonianza diretta di Palmira Mancuso (Più Europa) che ricorda, con visibile commozione, l’allegria di uno dei tanti ragazzi soccorsi in mare e che, alla richiesta del perché fosse così felice, le mostrò i segni delle frustate sotto la maglietta: “mi disse che era la quarta volta che tentava di scappare. Aveva solo 16 anni: immaginate quanta vita davanti! Nonostante le frustate subite per la quarta volta, lui era la persona più felice del mondo.”
Ma non ci sono solo storie di speranza come questa. Ci sono anche i due cadaveri rimasti senza nome, recentemente restituiti dal mare e seppelliti nell’isola di Lampedusa. C’è il giovane eritreo di 20 anni (W. N. A.)giunto al porto di Messina senza vita e ancora non restituito ai familiari.
“Sono innumerevoli le persone che sono morte, emigrate alla ricerca di un mondo migliore – dichiara Teresa Frisone – torturate, stuprate, subiscono abusi inauditi in un Paese come la Libia che, ricordiamo, non è assolutamente un Paese sicuro che dà garanzie”.

Conclude gli interventi, padre Felice Scalia che riprende le parole di Papa Francesco: “Schifoso, scandaloso, criminoso, peccaminoso escludere i migranti”.

L’impegno della Tenda non si ferma qui: il 25 ottobre doppio appuntamento
In simultanea con l’iniziativa romana del Tavolo nazionale Asilo e Immigrazione, in orario ancora da definire, martedì 25 ottobre con un presidio di fronte al Palazzo della Prefettura verrà chiesto al Prefetto Cosima Di Stani di farsi “portavoce di questa città che sta dimostrando di essere contro l’orrore in Libia, le morti in mare, le torture e i trattamenti inumani e degradanti“.

Alle 18.30 dello stesso giorno: appuntamento alla libreria Colapesce per la presentazione dell’ultimo rapporto dell’ARCI di Palermo sull’ingiusta incriminazione degli scafisti, spesso “vittime di queste politiche migratorie criminali”.

Memorandum Italia-Libia: cosa prevede, in breve
Promosso dall’allora Ministro dell’Interno italiano Marco Minniti e stipulato nel febbraio 2017, è stato firmato per la parte italiana dall’allora Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni. L’accordo impegna lo Stato italiano a garantire sostegno economico e supporto tecnico alle autorità libiche, in particolare la Guardia costiera libica, per l’intercettazione dei migranti e la conduzione nei lager libici.

Nel 2021, i richiedenti asilo, dentro e fuori i campi di detenzione libici, hanno costituito il collettivo “Refugees in Libya” per chiedere l’immediata chiusura dei centri di detenzione nonché la cancellazione di ogni accordo (italiano e dell’Unione Europea) per l’esternalizzazione del diritto di asilo.

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