MENSA SCOLASTICA: UN “OCEANO” DI CRITICHE PER IL PREVISTO CONTRIBUTO DI 0,80 CENTS A PASTO PER LE FASCE DEBOLI

Lillo Oceano alla direzione del Pd

La Cgil di Messina interviene a gamba tesa sulle scelte dell’amministrazione Accorinti sulla mensa scolastica. Il servizio è partito oggi, secondo un piano che prevede un contributo in base alle fasce di reddito, introducendo il costo di 0,80 centesimi a pasto anche per le famiglie finora esenti (cioè chi dichiara di avere un reddito da 0 a 2 mila euro annui).

La guerra mediatica è iniziata, ipotizzando scenari in cui i bambini che “non pagano” in anticipo resterebbero chiusi in classe o addirittura seduti a guardare gli altri mangiare. E’ chiaro, infatti, che le circolari non prevedono “punizioni”  corporali, tantomeno digiuni: così come è sempre stato, ogni caso sarà vagliato con buon senso  da chi è preposto a farlo (dalla maestra, dagli assistenti sociali). E poi perchè pensare che il più “agiato” non possa aiutare il meno “agiato”, sapendo che comunque il servizio ha un costo?

Queste però non sono strade percorribili da CGIL che scatena contro la Giunta Accorinti un “Oceano” di critiche. Un documento dalle parole molto dure, in cui si parla di “violenza inaudita nei confronti dell’innocenza dell’infanzia” da parte dell’amministrazione e di “discriminazioni”.

Ecco il testo integrale:

“Far pagare alle famiglie economicamente disagiate il pasto della mensa scolastica: non erano queste le novità che ci aspettavamo dal Sindaco Accorinti. Sulla mensa scolastica la giunta Accorinti manifesta tutta la propria inadeguatezza nella gestione della cosa pubblica e un inaccettabile disprezzo per le condizioni di difficoltà e le vere sofferenze delle famiglie messinesi. Il Sindaco Accorinti e l’Assessore Panarello, dopo le proteste della CGIL per la sospensione a tempo indeterminato della mensa scolastica, si erano impegnati a concordare con il sindacato le modalità di erogazione del servizio, le quote di compartecipazione al costo, le esenzioni per le famiglie disagiate. Ma hanno preferito fare da soli, con i risultati che leggiamo sui giornali e negli atti. Far pagare il pasto a bimbi il cui reddito famigliare Isee è al di sotto dei 2 mila euro dimostra astrazione dal contesto sociale nel quale si opera, una visione elitaria della società, noncuranza nei confronti di chi soffre, l’assenza di strumenti, cultura e sensibilità sufficienti a comprendere le condizioni di vera difficoltà economica.

Una difficoltà economica determinata nella maggior parte dei casi da assenza di lavoro, marginalità sociale, abbandono. Condizione, queste, figlie di ingiustizia sociale e profonde disuguaglianze, condizioni contro le quali, troppo spesso – e questo rischia di essere uno di quei casi-, si combatte a chiacchiere, nei proclami dei discorsi pubblici e non nelle concrete azioni di governo. Inoltre se dovesse accadere effettivamente che i bambini le cui famiglie non potessero pagare gli 80 centesimi al giorno per figlio (addirittura in anticipo) dovessero essere lasciati digiuni o magari subire l’onta dell’allontanamento, saremmo di fronte ad un atteggiamento di matrice leghista.

Di discriminazione, soprattutto verso i bambini più sfortunati ma comunque di violenza inaudita nei confronti dell’innocenza dell’infanzia, del diritto ad avere diritti e opportunità, all’uguaglianza, formale e sostanziale. Ma anche di mortificazione di quei genitori che non sono nelle condizioni di pagare il pasto ai figli ed ai quali si dice: “arrangiati”. Esistono soluzioni, anche tecniche, per assicurare l’esenzione alle fasce più deboli. Soluzioni adottate da molti altri comuni che si ritrovano nelle stesse identiche condizione del comune di Messina. No, Signor Sindaco, così non va! Cambi questa decisione, se può. Altrimenti ne tragga le conseguenze. La Cgil ancora una volta farà di tutto per modificare una scelta sbagliata, per difendere chi è più debole, per combattere una palese ingiustizia, per affermare il valore ed il diritto all’uguaglianza”.

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