“L’estate addosso” di Messina e le “magie” del Comune: quasi raddoppiati i beneficiari delle borse di inclusione sociale

L’amministrazione comunale di Messina sembra avere una strana capacità: quella di moltiplicare le risorse a sua disposizione. Almeno, questo è ciò che si potrebbe pensare guardando l’evoluzione dell’iniziativa “L’estate addosso”.

Partiamo da un dato: 700. Questo era il numero originario di beneficiari previsti per le borse di inclusione sociale. Eppure, come per magia, questo numero è quasi raddoppiato. Non parliamo di una piccola deviazione dai piani, ma di un aumento di quasi il 70%! In totale, le istanze accettate sono salite a 1.184, nonostante la graduatoria prevedesse solo 700 beneficiari. Una mossa che solleva non poche perplessità.

Il sindaco Federico Basile ci parla di una “scelta importante”, di una risposta “tempestiva” alle esigenze della comunità. Ma la vera domanda è: da dove arriva il denaro per coprire questa espansione improvvisa e non preventivata? E come è possibile che le regole del gioco cambino in corsa?

Il progetto, come descritto, ha una nobiltà intrinseca: fornire ai giovani un’opportunità di crescita, apprendimento e autonomia personale ed economica. Nessuno mette in dubbio la necessità di sostenere i giovani, specialmente in un periodo storico di incertezze economiche e sociali. Tuttavia, il modo in cui questa iniziativa è stata gestita solleva dubbi legittimi sulla sua trasparenza e sulle reali intenzioni dell’amministrazione.

Messina Social City, ente responsabile della guida del progetto, avrebbe dovuto garantire trasparenza e chiarezza fin dall’inizio. Invece, ci troviamo di fronte a un cambio di rotta inaspettato, che non può che alimentare sospetti di clientelismo e gestione poco chiara delle risorse.

Se davvero l’obiettivo è sostenere i giovani, allora dovrebbe essere fatto in maniera chiara, trasparente e soprattutto pianificata. Gli improvvisi cambiamenti non aiutano a costruire fiducia nella comunità e nei giovani stessi, che meritano opportunità autentiche e non mere mosse politiche.

In conclusione, la polemica sollevata non riguarda tanto l’iniziativa in sé, ma la modalità con cui è stata gestita e comunicata. I giovani messinesi meritano di più: meritano trasparenza, coerenza e una gestione onesta delle risorse pubbliche. E su questo, l’amministrazione e Messina Social City hanno ancora molto da dimostrare.

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