Travolto dal caso “rimborsi” si è dimesso il Rettore Cuzzocrea, in una lettera scrive “clima conflittuale”

L’Ateneo messinese è scosso da un vero e proprio terremoto istituzionale. Il rettore Salvatore Cuzzocrea ha ufficialmente presentato le sue dimissioni, una decisione che giunge in un contesto di crescenti polemiche e dubbi che gravano sulla gestione universitaria.

Il cuore della controversia non riguarda solamente la questione degli oltre 2,2 milioni di euro rimborsati tra il 2019 e il 2023, una somma cospicua che ha suscitato non poche perplessità e agitato gli animi in piazza Pugliatti. Gli ultimi sviluppi hanno rivelato particolari ancor più inquietanti: tra la vasta mole di documenti relativi ai pagamenti effettuati dall’Università in questi quattro anni, ben quattordici sembrano avere una peculiarità sorprendente. Sono, infatti, pagamenti effettuati a favore di una società, la Divaga srl.

Quest’ultima non è una società qualunque. La proprietà dell’azienda è divisa tra lo stesso Cuzzocrea, con una quota dell’80%, e sua moglie Valentina Malvagni, detentrice del rimanente 20%. A complicare ulteriormente la trama, l’amministratrice unica della società risulta essere la madre del rettore, Eugenia Maria Salvo, vedova di Diego Cuzzocrea, che negli anni Novanta guidò l’Ateneo messinese in un periodo particolarmente turbolento.

La Divaga srl, descritta come un’azienda agricola di modeste dimensioni con appena due dipendenti, ha la sua sede in una piccola strada di campagna di Viagrande, ai piedi del maestoso vulcano Etna.

Il Rettore dimissionario ha voluto lasciare l’incarico con una lettera alla comunità accademica. Ecco il testo integrale:

A tutta la Comunità Accademica

Care Studentesse e cari Studenti, Care Colleghe e cari Colleghi, Amiche ed Amici del personale tecnico amministrativo,

Ho scelto finora di non rispondere alle accuse che mi vengono mosse attraverso gli organi di stampa non per mancanza di rispetto dell’importante e fondamentale ruolo dei giornalisti che, in forza dell’art. 21 della Costituzione, hanno il diritto-dovere di cronaca.

Speravo che le imminenti elezioni del successivo Rettore del nostro Ateneo avrebbero “rasserenato” gli animi, ma, nelle ultime ore, mi sono reso conto che si è determinato un clima conflittuale che, a mio avviso, rischia di non consentire un confronto pacato su programmi e obiettivi che la nuova governance dovrà portare avanti.

Desidero, invece, indirizzare questa lettera principalmente ai tanti, tantissimi studenti che hanno scelto l’Ateneo di Messina per la propria crescita culturale. Quest’anno si è raggiunto il picco delle iscrizioni che rimane il principale “termometro” del “benessere” della nostra Università.

Sono fiero di avere offerto la possibilità ai nostri giovani di formarsi nella nostra città.

Vi scrivo perché le scelte effettuate durante il mio rettorato sono sempre state ispirate ad un solo obiettivo: rendere l’Ateneo un luogo abitabile e sicuro, attraverso, anche, l’erogazione di ulteriori servizi finalizzati a favorire la partecipazione attiva di ognuno di voi.

Avete avuto modo di verificare come durante questi anni siano stati garantiti momenti di socializzazione, di approfondimento culturale, di incontro e confronto fondamentali per accrescere il vostro senso di appartenenza e le occasioni di crescita culturale.

Non credo che sia necessario fare l’elenco delle azioni migliorative poste in essere. Sono sotto gli occhi di chi vuole vedere le cose con onestà intellettuale.

Il Rettore di un Ateneo è chiamato, quotidianamente, ad esercitare una non facile azione di indirizzo generale, a coordinare, a rappresentare e ad ascoltare le esigenze di tutti, compiendo scelte complesse e assumendosi gravi responsabilità. Sin dall’inizio del mio mandato, mi sono dovuto confrontare con attacchi diretti e indiretti che ho cercato di affrontare con l’unico obiettivo di garantire la serenità necessaria, affinché tutti potessero continuare a svolgere il proprio lavoro, docenti, personale universitario e tutti gli studenti.

Le persone che hanno lavorato al mio fianco conoscono bene il clima che ha accompagnato questi sei anni di rettorato, ma, tutti noi, abbiamo fatto squadra con il solo obiettivo di garantire un clima organizzativo sereno nei Dipartimenti, nelle strutture didattiche e amministrative che, a diverso titolo, fanno andare avanti una macchina molto complessa.

Non è stato certamente un compito facile. Non immaginavo però che, una parte, sia pure minoritaria, piuttosto che rappresentare le legittime perplessità o le diverse opinioni, con le modalità previste dai diversi regolamenti e/o durante le sedute del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione avrebbe dedicato tempo ed energie col solo fine di screditare l’immagine dell’Ateneo e del Rettore. Un loro diverso contributo sarebbe stato più utile ed efficace se reso nella corretta dialettica istituzionale.

Sono fiero di aver promosso l’acquisto di nuove strutture e l’ammodernamento di quelle esistenti.

Sono fiero di avere istituito la Società Sportiva Dilettantistica UniMe garantendo agli studenti la possibilità di fruire gratuitamente degli impianti sportivi.

Sono fiero di aver dedicato tempo ed energie, per garantire un ampio reclutamento di giovani ricercatori. Giovani che rappresentano il futuro del nostro Ateneo e che sapranno trasmettervi le loro competenze e il loro entusiasmo.

Sono fiero di essermi assunto le responsabilità di garantire una significativa crescita qualitativa e quantitativa del personale tecnico-amministrativo.

Rivendico la mia scelta in questi anni di non aver mai fatto clamore mediatico per difendermi dai tanti e immotivati attacchi restando con fermezza nel solco dei rapporti istituzionali ed evitando di farmi trascinare, e trascinare l’Ateneo, “nella macchina del fango” come auspicato sin dal principio da qualcuno.

Ho sempre dedicato ogni mia energia per ridare a questa Università almeno in parte ciò che dalla stessa ho avuto in termini di crescita culturale, umana e professionale.

Come sapete, mi sono laureato a Messina e, dopo esperienze in altre istituzioni universitarie e all’estero, ho scelto di rientrare nella mia città e nel mio Ateneo. Ho avuto importanti occasioni per migliorare le mie conoscenze scientifiche e mi sono impegnato per mantenere alto il nome dell’Istituzione.

Siate orgogliosi del Vostro Ateneo e siate stimolo e motivo di continui e crescenti miglioramenti nell’offerta formativa, nelle strutture e nei servizi con quel rispetto, quella misura che vi caratterizzano.

Per quanto riguarda la mia persona, non posso consentire che questo attacco mediatico continui oltre a discapito dell’immagine del mio Ateneo. Dietro al mio operato e alle mie scelte ci sono tantissime persone che in questi anni non si sono risparmiate, che hanno lavorato giorno e notte, che hanno fermamente creduto che la nostra Università avesse notevoli margini di miglioramento. Non posso permettere che la campagna elettorale ruoti attorno alla mia figura.

Non posso consentire che qualcuno continuamente metta in discussione ciò che a tutti è evidente: il nostro Ateneo è cresciuto negli ultimi sei anni anche e soprattutto grazie a tutti coloro che ci hanno creduto e non si sono mai risparmiati.

L’orgoglio, l’unione di intenti, il senso di appartenenza hanno raggiunto, a mio avviso, l’apice nel periodo dell’Emergenza Covid. Mi auguro che ognuno di voi ritrovi lo stesso spirito e continui ad alimentare il senso di appartenenza e lo spirito di servizio.

Auspico che il nuovo Rettore e la nuova Governance siano in grado di migliorare quanto già fatto e proporre ulteriori e nuove iniziative.

Per i motivi sopra esposti, sereno e consapevole del mio operato, nel rispetto dell’Istituzione, ma soprattutto nel rispetto del lavoro svolto dal personale che, a diverso titolo, ha contribuito alla crescita del nostro Ateneo, e ancor di più, nel rispetto di ognuno di voi e al fine di garantirvi quel clima sereno e accogliente secondo me indispensabile, ritengo opportuno rassegnare le mie dimissioni, che formalizzerò nei modi previsti dalle attuali norme che regolano il funzionamento delle nostre Università.

Scelta che deriva unicamente dal profondo rispetto che nutro per le Istituzioni e per il sistema Universitario Italiano che ho l’onore di rappresentare e per ciascuno di voi, per la mia famiglia e per me stesso”.

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