Messina: operazione antidroga a Fondo Fucile, tra i 26 arresti il ruolo chiave di un infermiere

Alle prime luci dell’alba, la Polizia di Stato di Messina ha dato il via a un’ampia operazione contro il traffico di stupefacenti, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Messina, su richiesta della Procura della Repubblica – D.D.A. locale. Ventisei soggetti sono stati indagati, a vario titolo, per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi, peculato e falsità materiale commessa dal privato.

L’operazione, che ha coinvolto circa 120 agenti tra cui personale della S.I.S.C.O. (Sezione Investigativa del Servizio Centrale Operativo) di Messina, delle Squadre Mobili di diverse città siciliane e calabresi, del Reparto Prevenzione Crimine “Sicilia Orientale” e “Calabria Meridionale” e dei Commissariati di P.S. della Questura di Messina, è scaturita da approfondimenti investigativi avviati dopo un’azione dinamica sul territorio nel novembre 2020. In quell’occasione, servizi di osservazione e controllo e perquisizioni in alcuni locali del rione hanno rivelato il traffico di sostanze stupefacenti.

Le indagini, supportate da intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché dalla videosorveglianza, hanno evidenziato l’esistenza di un’organizzazione criminale dedita al traffico e spaccio di cocaina e marijuana. Il gruppo era attivo nell’approvvigionamento, nella lavorazione e nella vendita di droga sul territorio cittadino e in provincia, con punti di spaccio a Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo e Villafranca.

Durante le indagini è emersa anche la partecipazione di un infermiere di una struttura ospedaliera di Messina, che risultava in contatto frequente con i membri dell’associazione criminale guidata dai tre fratelli del rione Fondo Fucile. L’infermiere, su richiesta del sodalizio, agiva anche come intermediario per la vendita di droga a terzi.

Ulteriori accertamenti hanno rivelato che l’infermiere e altri cinque colleghi si erano resi protagonisti di illeciti, approfittando dell’emergenza sanitaria da COVID-19. Si erano appropriati di kit di tamponi dell’azienda ospedaliera per eseguire test privati a pagamento, rubando anche farmaci e materiale sanitario per fornire assistenza privata ai pazienti. Inoltre, compilavano certificati falsi per consentire l’accesso a locali pubblici senza green pass o tampone negativo.

Su richiesta della Procura, il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso misure cautelari, con 13 indagati in custodia in carcere e gli altri 13 ai domiciliari.

Le attività investigative e gli arresti sono stati coordinati dalla Squadra Mobile di Messina, con il supporto delle forze dell’ordine provenienti da varie città.

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