Atm e “premi ad personam” decisi dalla Direzione, i sindacati chiedono trasparenza

La tensione continua a salire intorno ad Atm Spa, con i sindacati Fit Cisl, UilTrasporti, Faisa Cisal e Orsa Trasporti che sollevano interrogativi sulla gestione aziendale e chiedono chiarimenti riguardo ai “premi ad personam” e al sistema disciplinare adottato dall’azienda.

La seconda puntata del focus dedicato ad Atm Spa, organizzato dalla commissione Mobilità, è stata definita “giornata interlocutoria” dai sindacati, che hanno preferito ascoltare la replica dell’azienda senza pronunciarsi direttamente. Tuttavia, l’atmosfera sembra carica di tensione in vista del prossimo incontro fissato per lunedì 15.

Uno dei principali punti di discussione è emerso dalle preoccupazioni dei sindacati riguardo ai premi ad personam distribuiti dall’azienda. Il riferimento nella nota dei sindacati segue un intervento di Felice Calabrò del Pd su presunte premialità “ad personam”: «Sarebbe intollerabile apprendere che mentre l’azienda minaccia di sospendere il premio di produzione alla maggioranza dei lavoratori entro il mese di maggio,  alcuni soggetti, individuati a giudizio insindacabile dalla direzione aziendale, abbiano percepito un extra premio, pagato con soldi pubblici, senza un ordine di servizio che  renda pubblica tale “elargizione”  e senza un accordo sindacale volto a stabilire i livelli di produzione che detti “prescelti” dovrebbero raggiungere per percepire salari privilegiati rispetto ai loro colleghi».

Il tema dei premi, pagati con fondi pubblici, ma distribuiti senza chiarezza né consenso sindacale, promette di diventare un punto caldo di dibattito durante il prossimo incontro. I sindacati non sono stati soddisfatti delle risposte fornite dall’azienda durante l’incontro precedente, in particolare riguardo al sistema disciplinare.

È stato tra l’altro sollevato il caso di una contestazione disciplinare esemplificativa di “un sistema disciplinare giudicato sommario e ingiusto”. Un dipendente è stato multato per sei ore senza essere stato informato della presunta colpa. Questo episodio, secondo i sindacati, riflette una pratica diffusa di sanzioni ingiustificate e arbitrarie, che finiscono per penalizzare i lavoratori. La vicenda si è conclusa in tribunale con l’annullamento della sanzione e la condanna dell’azienda.

Così chiude la nota dei sindacati: “Siamo certi che nella prossima seduta di Commissione Consiliare l’Azienda smentirà questa notizia, in caso contrario, al netto della liceità dell’iniziativa attuata in sordina, si conclamerebbe una discriminazione fra lavoratori. Sarebbe un’offesa morale per quei dipendenti che mensilmente vedono decurtato il loro salario da multe e sospensioni decise d’imperio dall’azienda o dalle penalizzazioni per non aver raggiunto il livello premiante stabilito con accordo sindacale. Sarebbe umiliante soprattutto per i 5 apprendisti licenziati senza motivazione che sono a casa senza reddito. Sarebbe un chiaro esempio di socializzazione del debito e privatizzazione del profitto che dovrebbe attivare l’immediato intervento del Sindaco Basile.

Attendiamo speranzosi la smentita dell’azienda al dubbio innescato dal consigliere comunale che, se confermato, sancirebbe una gestione familista di ATM SpA col sistema che richiama alla memoria il Marchese del Grillo: “ DECIDO IO, PERCHE’ IO SONO IO E VOI NON SIETE UN….”

 

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