
Angela Rizzo, attivista dell’associazione Diritti in Movimento, ha sollevato dubbi riguardo la gestione e l’assegnazione del Salone delle Bandiere del Comune di Messina, dove si è svolta la conferenza-show annunciata da Cateno De Luca su un post social.
Il 3 luglio 2025, l’ex sindaco di Messina, nel post dal titolo “Qualcuno si farà male”, sembrava rivolgersi a chi avrebbe dovuto concedere l’autorizzazione per l’uso della sala, lasciando intendere una pressione o un monito nei confronti degli uffici competenti.
Rizzo ricorda che, per ottenere l’uso del Salone delle Bandiere, è necessario seguire una procedura precisa:
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Presentare formale richiesta di utilizzo della sede
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Effettuare il pagamento previsto per la concessione
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Ottenere la determina del dirigente responsabile
Questa trafila, ricorda l’attivista, è obbligatoria per tutti i cittadini e le associazioni che intendono usufruire dello spazio comunale.
Rizzo evidenzia che l’ultima determina di concessione del Salone delle Bandiere, firmata dal dirigente generale, risale al 19 giugno 2025 ed era riferita a una cerimonia di consegna diplomi prevista per il 21 giugno 2025. Da allora, non risulterebbero nuove determinazioni pubblicate o visibili per eventi successivi, inclusa la conferenza stampa tenuta dall’ex sindaco.
E’ dunque lecito chiedersi quindi se sia stata effettivamente presentata una richiesta e se sia stata rilasciata la necessaria determina da parte del dirigente generale, sottolineando come la mancata pubblicazione di tali atti possa alimentare sospetti di irregolarità o favoritismi.
Nel suo intervento, Rizzo ironizza sulle possibili “manovre” contro il movimento “Sud chiama Nord”, citando provocatoriamente nomi di spicco della tecnologia e dei social media come Robert Kahn, Vinton Cerf, Mark Zuckerberg ed Elon Musk, per sottolineare la presunta opacità e la mancata trasparenza nella gestione della vicenda.
L’attivista conclude chiedendo chiarezza e trasparenza all’amministrazione comunale, ricordando che il Salone delle Bandiere è un bene pubblico e che le regole devono valere per tutti, senza eccezioni, e invita il sindaco ad assicurarsi che nessuno possa “organizzare una conviviale nel salone di casa sua” senza rispettare le procedure previste.