
L’assessora regionale al Turismo, Elvira Amata, è stata sottoposta a un interrogatorio durato circa tre ore davanti alla Procura di Palermo, nell’ambito di un’indagine per corruzione legata ai contributi regionali. Amata, esponente di Fratelli d’Italia, ha richiesto volontariamente di essere interrogata dopo aver ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Durante il colloquio con i pubblici ministeri Felice De Benedittis e Andrea Fusco, assistita dai suoi avvocati, ha respinto ogni accusa, spiegando che non vi è stato alcuno scambio illecito.
L’inchiesta ruota attorno a un presunto patto corruttivo con l’imprenditrice Marcella Cannariato, moglie del patron di Sicily By Car Tommaso Dragotto. Secondo l’accusa, Amata avrebbe favorito con un finanziamento regionale di 30.000 euro un evento organizzato dalla Fondazione Marisa Bellisario, rappresentata in Sicilia proprio da Cannariato, in cambio dell’assunzione del nipote di Amata nella società A&C Broker, diretta dalla stessa Cannariato, e dell’uso di un alloggio a condizioni agevolate. L’assessora ha negato che si sia trattato di un “do ut des”, spiegando di aver chiesto aiuto per il nipote in un momento di grave difficoltà familiare e che l’affitto della casa è stato regolarizzato con contratto e pagamenti.
Nonostante le spiegazioni di Amata, la Procura ha depositato intercettazioni che suggeriscono un rapporto di influenza tra le due donne e frasi di Cannariato che indicano la capacità di ottenere finanziamenti tramite la sua amicizia con l’assessora. La vicenda è al centro di uno dei filoni più delicati dell’inchiesta sui contributi regionali che coinvolge anche il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Nei prossimi giorni la Procura potrebbe decidere di richiedere il rinvio a giudizio per Amata, mentre sul fronte politico sia lei che Galvagno sono sotto esame davanti ai probiviri di Fratelli d’Italia.