
Oltre mille spettatori hanno affollato ieri sera il Teatro Antico di Taormina per assistere allo svelamento delle opere di Jago protagoniste di “Gesti scolpiti”, la mostra che resterà aperta da oggi fino alla primavera 2026. La serata inaugurale si è aperta con la proiezione del videoracconto del viaggio della David, la scultura in bronzo che ha compiuto il giro del mondo a bordo della nave scuola Amerigo Vespucci, approdando simbolicamente nello splendido teatro affacciato sul mare. Nel talk che ha visto lo scultore dialogare, spesso con tono divertito e autoironico, col giornalista Domenico Palesse e con il pubblico, Jago ha parlato di arte, ma anche di attualità, di comunicazione, della necessità di difendere le proprie idee, di affetti.
“Gesti scolpiti”, organizzata da Aditus e Civita Sicilia, in collaborazione con BAM, mette in dialogo quattro opere di Jago — Impronta Animale (2012), Memoria (2015), Prigione (2016) e David (2024, bronzo) — con la stratificazione culturale e archeologica di Taormina. Le prime tre sculture, scolpite in marmo statuario, ruotano attorno al tema della mano: simbolo di contatto, creazione, affermazione personale. È attraverso la mano che l’essere umano lascia un segno, affonda nella materia, costruisce memoria. Non solo strumento, ma autoritratto: presenza viva che attraversa il tempo. In Impronta Animale, la mano si fa reperto: un segno primordiale che richiama le pitture rupestri, rievocando un contatto ancestrale con la terra e con la nostra storia profonda. Memoria, presenta un’impronta di mano scavata nella pietra. L’opera riflette sulla memoria e sull’eredità, rendendo tangibile la traccia della presenza umana come simbolo di permanenza e ricordo. In Prigione, l’immagine scolpita, avvolta nelle pieghe del marmo, sembra voler emergere da una prigione di pietra. I contorni della figura umana sono appena delineati, mentre le membra si estendono con un forte senso di tensione. Il gesto è tutto: urgenza di esistenza, simbolo della lotta per liberarsi da ciò che costringe.
La David, scultura in bronzo dorato, alta 181 cm, è esposta sulla sommità delle tribune del Teatro Antico. Figura che porta con sé il peso di una narrazione epica e contemporanea, reinterpreta in chiave moderna il mito di David e Golia per raccontare una storia diversa, ma sempre pregna di coraggio e rivalsa. L’iconografia è riconoscibile nella postura fiera della figura femminile (che richiama il celebre David di Michelangelo), nella fionda e nella pietra che stringe tra le mani — elementi che tornano come segni ricorrenti negli ultimi capolavori dell’artista. Il progetto della David nasce nel 2021 con un primo bozzetto in argilla realizzato a mano. Da quell’immagine iniziale sono nate diverse versioni in argilla e gesso, fino ad arrivare al modello attuale, tradotto in bronzo attraverso l’antica tecnica della fusione a cera persa. La versione definitiva, scolpita in marmo di Carrara e alta oltre 4 metri, rappresenterà la pietra miliare del percorso artistico di Jago, impegnandolo in una vera e propria impresa.