Storia e Propaganda: la deriva di Fratelli d’Italia a Messina sul caso Norma Cossetto, a Milazzo con Sergio Ramelli

A Messina, la politica si scontra con la storia, o meglio, con la sua strumentalizzazione. L’operazione propagandistica messa in atto dai consiglieri comunali di Fratelli d’Italia come accade in tutta la penisola, a Messina ha provato a trovare sponda con la richiesta da parte di Gioveni di intitolare una via a Norma Cossetto, vittima delle Foibe. “Siccome gli sta andando male l’operazione propagandistica – e stanno pure facendo cattiva figura coi loro dirigenti nazionali – i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia di Messina si danno ad escandescenze contro la Commissione Toponomastica per aver rinviato la decisione di intitolare una via a Norma Cossetto” commenta l’Anpi messinese.

Il pomo della discordia è appunto la Commissione Toponomastica, rea di aver rinviato la decisione sull’intitolazione. Nel mirino dei consiglieri di FdI è finito in particolare il professor Giuseppe Restifo, componente della Commissione, attaccato con modalità che Giuseppe Martino, presidente dell’Anpi di Messina, definisce di “vetero-stile squadrista”. A spiccare tra i contestatori è il consigliere Libero Gioveni, figura che lo stesso Martino definisce un “neofita” del partito, data la sua traversata politica da “La Margherita” al Pd, passando per l’Udc, fino ad approdare a Fratelli d’Italia.

L’accusa principale rivolta a Gioveni, e più in generale all’approccio di Fratelli d’Italia, è quella di decontestualizzazione storica. Un errore grave, secondo l’autore, che impedisce una comprensione oggettiva degli eventi legati alle foibe. La ricerca storica, infatti, evidenzia che le persecuzioni subite dagli italiani al confine orientale non furono motivate dalla loro nazionalità, ma piuttosto dalla loro identificazione con il fascismo, con le classi egemoni, o con l’opposizione alla costruzione dello Stato comunista jugoslavo.

Il professor Restifo, nominato nel 2021 dal sindaco Cateno De Luca in base a una selezione pubblica per titoli, non è l’unico storico italiano ad essere stato bersaglio di attacchi e accuse di negazionismo per essersi rifiutato di aderire a una “nuova vulgata nazionalista e propagandistica”. L’articolo sottolinea con forza l’importanza della libertà di ricerca storiografica, che non può e non deve essere condizionata da “verità ufficiali” imposte dallo Stato o dalle istituzioni. L’onestà intellettuale, la contestualizzazione ampia degli eventi e l’utilizzo critico di fonti verificabili sono i pilastri della storiografia. Viene ribadito, inoltre, che la comunità degli storici non ha mai negato la natura criminale delle foibe, inquadrandole però sia come reazione alle politiche oppressive del fascismo verso le minoranze slovene e croate, sia come parte dei violenti meccanismi di costruzione dello Stato jugoslavo, che perseguitava chiunque si opponesse ai suoi progetti.

Dietro questi attacchi, conclude la nota, si celano una “totale ignoranza degli eventi storici” e l'”utilizzazione di parole d’ordine scioviniste e nazionaliste”.

L’ANPI di Messina, attraverso il suo presidente provinciale Giuseppe Martino, si schiera con forza contro questa “deriva antidemocratica”, ribadendo il proprio impegno per la libertà di ricerca storica, al di fuori di ogni vincolo o polemica ideologica. Viene espressa piena solidarietà ai ricercatori che hanno subito attacchi scomposti per il loro lavoro improntato alla verità e alla correttezza storica.

Se a Messina la polemica con Fratelli d’Italia è per intitolare una via a Norma Cossetto, a Milazzo l’impegno sempre di Fratelli d’Italia per una strada a Sergio Ramelli, giovane neofascista assassinato da un gruppetto di estremisti di sinistra.

Ad avanzare la richiesta, che in altre parti d’Italia ha già suscitato ampie polemiche – proprio come quella di Cossetto – i consiglieri comunali Mario Francesco Sindoni, Giuseppe Doddo, Alessia Pellegrino, Fabiana Bambaci, Rosario Piraino, che hanno presentato una mozione con la quale chiedono all’Aula di approvarne i contenuti al fine di impegnare l’Amministrazione ad avviare l’iter necessario per l’intitolazione di una via o largo o piazza o giardino della nostra Milazzo alla memoria di Sergio Ramelli, “al fine di onorarne la memoria in modo permanente”; ma anche promuovere, in collaborazione con le istituzioni scolastiche e culturali, iniziative di educazione alla cittadinanza attiva, affinché la sua figura sia ricordata come monito contro ogni forma di violenza e di sopraffazione ideologica, ribadendo attraverso questo gesto simbolico, l’importanza della memoria condivisa come fondamento di una comunità unita e rispettosa delle diverse sensibilità”.

 

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it