
Mentre la protesta contro il Ponte continua a manifestarsi nelle piazze e nelle sedi politiche, a Messina la consortile “Aziende Riunite” consolida un asse forte fra imprese e politica locale, segnando una linea di demarcazione netta tra chi si prepara a cavalcare l’opera e chi invece la considera solo un enorme pericolo e uno spreco senza ritorno economico e sociale.
La società consortile per azioni “Aziende Riunite Ponte sullo Stretto”, costituita ufficialmente a Messina il 2 aprile 2025, è composta da uno schieramento di imprese di spicco del territorio, che operano nei settori delle costruzioni, logistica, servizi specialistici, gestione immobiliare e sicurezza. Tra i nomi più influenti figurano il presidente Francesco La Fauci, commercialista noto e punto di riferimento per molte imprese, i vicepresidenti Pietro Franza, amministratore delegato del Gruppo Franza e presidente di Sicindustria Messina, e Ivo Blandina, presidente della Camera di Commercio messinese.
Al consorzio partecipano aziende storiche e di rilievo come Nettuno Multiservizi, Sicurtrasport, Ricciardello Costruzioni, Lupò Costruzioni, Tecno Iman e tanti altri, che complessivamente vantano un fatturato di circa 170 milioni di euro e più di 2500 dipendenti. Il progetto della società è ambizioso: non solo fornire beni e servizi legati alla costruzione del Ponte, ma diventare un interlocutore strutturato e centrale per tutte le grandi opere pubbliche a Messina e nel territorio circostante, rafforzando il legame tra imprenditoria locale e commesse pubbliche.
Dal punto di vista politico, “Aziende Riunite” rappresenta un cambio di passo per la città di Messina. L’organizzazione, che si definisce senza scopo di lucro e con un obiettivo consortile e mutualistico, assume di fatto un ruolo nodale nell’attivare e governare gli interessi economici legati al ponte, al netto delle controversie pubbliche. Questa realtà pragmaticamente si pone come il principale soggetto che potrà connettere le istituzioni, le imprese e le maestranze locali, assorbendo consenso e potere politico ed economico in un terreno tradizionalmente complesso come quello messinese.
Tuttavia, questa centralità trova critiche e sospetti in chi guarda al Ponte come a un enorme rischio di spreco e danno ambientale, con preoccupazioni diffuse su quale sia il reale vantaggio per la popolazione. La nuova consortile, infatti, appare agli oppositori come un soggetto che sistematizza e ridefinisce le vecchie logiche di potere economico locale, e che rischia di accentrare nelle mani di pochi quello che la politica non è riuscita a fare, a partire dal primo cittadino Basile che non ha mai espresso con forza alcunchè: in molti oggi non hanno capito da che parte sta, col suo ondivagare tra gli umori del proprio leader politico.
E mentre c’è chi tra i No Ponte considera questa un’operazione “per raccogliere le briciole che arriveranno dall’alto” c’è chi tra i Pontisti ha capito che a Messina se dovessero arrivare benefici economici saranno per pochi.