IL MISTERO DEI FONDI PER L’ALLUVIONE 2011: SULLA BOCCA DI TUTTI, MA NELLE TASCHE DI NESSUNO

 

L’unica cosa certa è il ritardo. Quello non può essere smentito, ma certamente nessuno vuole assumere responsabilità in merito. E mentre a Barcellona, Saponara e tutti i comuni dela fascia tirrenica colpiti dall’alluvione del novembre 2011 aspettano, in Parlamento si discute e in Sicilia la Protezione Civile regionale risponde alle le dichiarazioni  rese dal Sottosegretario Palillo, durante l’ultimo question time, a seguito dell’interpellanza urgente dell’On. Garofalo, che aveva sottolineato il ritardo nell’emanazione dell’ordinanza di Protezione civile per l’alluvione del 22 novembre 2011.

La protezione civile si “difende”con un comunicato che getta ombre sulla organizzazione dei fondi, da più parti annunciati, ma rimasti nel “barile” che governo e regione si scaricano vicendevolmente.

In un comunicato la protezione civile regionale siciliana precisa quanto segue:” L’affermazione secondo la quale l’ordinanza di Protezione civile non sarebbe stata emessa in quanto mancherebbe la relazione tecnica con cui la Regione dovrebbe interessare il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, è destituita di ogni fondamento. Il Presidente della Regione, in riscontro ad una specifica richiesta del Dipartimento della Protezione Civile, già il 7 dicembre scorso aveva chiarito, motivandolo adeguatamente, che la Regione Siciliana non è in grado di far fronte all’emergenza attingendo a fondi del proprio Bilancio, nè tanto meno è possibil e aumentare la pressione fiscale e, pertanto, così come previsto per legge, ha chiesto il finanziamento dell’Ordinanza attraverso l’utilizzo del Fondo Nazionale di Protezione Civile, trasmettendo, in allegato alla stessa nota, una circostanziata relazione, sia tecnica che illustrativa, da cui è possibile evincere l’area complessivamente interessata dagli eventi calamitosi, nonchè i danni già rilevati in questa prima fase nei singoli territori dei Comuni coinvolti. Il Dipartimento Protezione Civile in pari data, così come richiesto dal Presidente, ha inoltrato al Ministero dell’Economia e delle Finanze la richiesta corredata della opportuna documentazione. Lo stesso Dipartimento, il successivo 22 dicembre, non avendo ricevuto riscontro in ordine alla richiesta di finanziamento dell’Ordinanza, sollecitava il Ministero dell’Economia chiedendo, fra l’altro: di attivare la procedura prevista cosi’ come avvenuto per gli eventi calamitosi che hanno colpito le province di La Spezia e Massa Carrara, ovvero prevedere in una apposita disposizione legislativa di prossima adozione una disposizione con cui reperire le risorse finanziarie occorrenti a fronteggiare l’evento calamitoso. Dalla lettura della corrispondenza agli atti si evince, pertanto, che il Sottosegretario Polillo, quando ha risposto al quesito posto dall’onorevole Garofalo, non aveva acquisito tutte le informazioni e gli elementi necessari per una corretta ricostruzione dei fatti. Non si ritiene, infatti, che il Sottosegretario alle Finanze possa scaricare sulla Regione le responsabilità dei ritardi nell’emanazione dell’Ordinanza, adducendo come motivazione la mancanza di una relazione tecnica, che, così come si evince dalla nota del Dipartimento Protezione Civile, dovrebbe essere già in suo possesso. Si auspisca, quindi, che il Ministero proceda, senza ulteriore indugio, a dare il necessario concerto, consentendo il finanziamento dell’Ordinanza attraverso il Fondo Nazionale di Protezione Civile così come, peraltro, condiviso dal Ministro degli Interni e dal Ministro dell’Ambiente in occasione dell’incontro svoltosi nella Prefettura di Messina il 23 novembre 2011. In quella sede, i citati Ministri alla presenza del Prefetto di Messina, dei rappresentanti del Governo regionale, dei Sindaci interessati dagli eventi calamitosi, dei rappresentanti della Provincia Regionale, nonché dei vertici nazionali e regionali della protezione civile, si sono impegnati a raggiungere una soluzione mirata al superamento dell’emergenza mutuando il modello già adottato in occasione delle calamità che pochi giorni prima avevano colpito il territorio della Liguria e della Toscana; cioè inserendo in Ordinanza le risorse necessarie per fronteggiare le prime fasi emergenziali, attingendo al Fondo nazionale di Protezione Civile, nelle more che la Regione Siciliana, così come assicurato dai suoi rappresentanti, si attivi per il reperimento degli ulteriori fondi, attraverso canali di finanziamento non immediatamente attivabili, quali quelli già sperimentati in occasione delle calamità abbattutesi nella stessa Provincia il 1 ottobre 2009 e nei mesi di febbraio e marzo 2010″.

Intanto, la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno, primo firmatario l’onorevole Carmelo Lo Monte (Mpa) che impegna il governo nazionale ad approvare le misure di sostegno e le risorse economiche per i cittadini e i Comuni colpiti dall’alluvione del 22 e 23 novembre in provincia di Messina. Nell’Odg viene ricordato al governo Monti che nel novembre scorso i comuni di Saponara, Villafranca Tirrena, Rometta e Barcellona Pozzo di Gotto hanno subìto vittime e contato circa 700 persone sfollate a causa del nubifragio. Il 25 novembre 2011 con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri era stato dichiarato lo Stato di emergenza per garantire i primi interventi di soccorso. Al decreto era stato aggiunto anche un emendamento che dispone anche nei confronti dei soggetti interessati dalle eccezionali avversità atmosferiche del 22 novembre 2011 nel territorio della provincia di Messina la sospensione al 16 luglio 2012 dei termini degli adempimenti e versamenti tributari, dei versamenti relativi ai contributi previdenziali ed assistenziali dei premi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali che scadono nel periodo dal 22 novembre 2011 al 30 giugno 2012. Ma il capogruppo del Mpa alla Camera, Lo Monte, sottolinea che ancora oggi i comuni colpiti sono in attesa dell’adozione dell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri, indispensabile per la messa in sicurezza e il ripristino delle normali condizioni di vita dei comuni messi a soqquadro da pioggia e fango. Pare che i ritardi nell’emanazione del provvedimento siano causati da difficoltà nel trovare le risorse finanziarie utili. Secondo l’articolo 5 della legge n. 225 del 1992,  modificato dal decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, convertito con correttivi dalla legge 26 febbraio 2011, n. 10, deve farsi carico di questi costi la Regione interessata dall’evento e anche lo Stato, attingendo alle risorse del Fondo nazionale di protezione civile, nel caso di insufficienza delle risorse regionali. Lo Monte evidenzia che nelle ultime ordinanze del Presidente del Consiglio dei ministri emanate per gli eventi in Liguria e in Toscana le risorse sono state reperite attingendo a fondi regionali e anche statali. In particolare, nell’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3973 del 2011, a La Spezia, nell’ottobre 2011, è stata stanziata la somma di 54,5 milioni di euro – di cui 40 milioni da porre a carico del Fondo della protezione civile, 1,5 milioni a valere sulla disponibilità del bilancio regionale e altri 8 milioni di euro aggiuntivi. Sempre per l’alluvione di La Spezia e per quella dal 4 all’8 novembre 2011 di Genova, con l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3980 dell’11 novembre 2011 sono stati assegnati ulteriori 10 milioni di euro per la prosecuzione degli interventi con oneri a carico del bilancio dello Stato, in particolare a valere prevalentemente sui capitoli del ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare accantonati per interventi di mitigazione del rischio idrogeologico. Per Massa Carrara con l’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri 3974 del 2011 è stata stanziata la somma di 85 milioni di euro di cui 60 milioni a carico del bilancio regionale e 25 milioni a carico del Fondo della Protezione civile.

Con l’ordine del giorno approvato dalla Camera il capogruppo del Mpa Lo Monte sollecita il governo Monti ad adottare con urgenza l’ordinanza prevista dall’articolo 5 della legge n. 225 del 1992 con le successive modifiche per ristabilire parità di trattamento tra la provincia di Messina e gli altri Centri italiani colpiti dagli stessi eventi atmosferici e ambientali.

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