BARCELLONA, QUESTIONE PRECARI: I TEMPI STRINGONO, I LAVORATORI SOFFRONO ED IL COMUNE STUDIA LA PRATICA

 

Solo dieci giorni di gestione sì, ma intensi, per il neosindaco ed il suo staff. C’è da valutare anzitutto la situazione economica di Palazzo Longano, non florida dato che si è sforato il patto di stabilità. Che poi come si è sforato questo patto? In molti sperano di capire quale settore abbia causato un simile disastro per mettervi riparo. Poi v’è la questione “sospensioni” che ha interessato alcuni uffici, primo tra tutti quello “tecnico” dove si registrano da anni gravi rallentamenti.

Ma uno dei temi più discussi in campagna elettorale è stato quello precari.

Comunichiamone allora gli ultimi sviluppi, attendendo notizie riguardo la visita del sindaco a Palermo, città dove si è svolta una manifestazione in merito, per alcuni scelta con una tempistica errata (per poter garantire a tutti la partecipazione si sarebbero dovuti scegliere la domenica o il sabato festivo appena trascorsi) ma importante. Scopriamo intanto cosa è successo “in sede“, tra le sale di palazzo Longano, in un rientro carico di sorprese. Perché di sorprese ve ne sono: dopo più di un incontro preliminare tra le parti, importante il ruolo di Giovanni Savoca portavoce dei precari di tutti i settori, si è smosso qualcosa.

Il nuovo assessore al Bilancio, Cosimo Recupero, ha dato un segnale di apertura che ancora non  tranquillizza i lavoratori ma è comunque più del “no, non si può fare” offerto dalla giunta precedente.

Lo abbiamo intervistato nel pomeriggio del  4 giugno, ed ecco cosa ci ha detto:

“Proprio oggi mi sono stati forniti gli ultimi dati utili a confermare che sì, su piano nazionale lo sforamento del patto di stabilità non permetterebbe l’assunzione del personale precario, ma per la regione Sicilia v’è il già detto articolo 6 della legge 24 del 2010 e poi le recenti novità della 44/2012 nelle quali viene ribadita la modifica della soglia per presentare domanda di assunzione dal 40 al 50% di sforo. Altri comuni hanno presentato domanda con successo, come Terme Vigliatore, Naso, Rodì Milici; almeno è questo ciò che mi è stato comunicato e abbiamo convenuto di seguirne l‘esempio. Di qui, e spetta a me il compito in qualità di assessore al bilancio, la decisione di redigere la domanda per spedirla il prima possibile. Infatti i tempi sono più ristretti di quanto sembri: non soltanto v’è la pausa estiva ma la regione è scossa dalla campagna elettorale prevista per il prossimo ottobre. Meglio inoltrare prima delle elezioni o s’andrebbe più per le lunghe, causa i tempi tecnici dell’insediamento di un’ eventuale nuova amministrazione.

Già il piano di rientro non è cosa da fare in pochi giorni; – continua Recupero –  chiederò a tutti gli uffici responsabili di fornirmi celermente i documenti per la stesura delle pratiche. Vi saranno comunque dei sacrifici: stiamo valutando le ore di lavoro da chiedere, e vi saranno possibili “riqualificazioni”, ovvero si dovrà vedere i settori che hanno più bisogno ed eventualmente spostare risorse. Perché questo è sicuro: se volessimo ragionare “cinicamente” è palese come per il comune sia un sacrificio anche questo 20% di quota. Dovremo cercare fonti di nuovo guadagno sia per rientrare nel piano sia per velocizzare la macchina amministrativa troppo lenta”.

Una delle domande è proprio questa: c’è chi asserisce che stabilizzando a tempo pieno il personale interno si eviterebbe la spesa di mantenimento, molto più esosa, delle cooperative esterne. Perché vi è una differenza di paga non indifferente. Lei cosa ci può dire? Già così non si “rientrerebbe” economicamente?

“Stiamo valutando anche questo; dobbiamo analizzare tutti i casi. Vorremmo comunque evitare di tagliare personale o di farlo in maniera esagerata perché i servizi vanno mantenuti. Certo le cooperative esterne costano molto più del personale direttamente gestito ed è una spesa che si deve rivedere”.

Un’ultima difficilissima domanda. Nel caso non si preoccupi di dire che non sa dare una risposta perché capiamo che è qui da troppo poco tempo. Avete capito come abbiamo sforato il patto di stabilità?

“Ecco, è una domanda che ci stiamo ponendo. Con la dottoressa Elisabetta Bartolone (responsabile ragioneria) stiamo cercando di analizzare gli incartamenti ma ancora non abbiamo potuto farlo completamente. Ci siamo però già messi al lavoro e speriamo di avere presto quel quadro chiaro che è indispensabile a vedere cosa  più di tutto grava sul bilancio e come si può intervenire per rientrare”.

La speranza è quella di vedere presto dei lavoratori “precari a vita” assunti, in condizione di lavorare bene (18 ore sono poche per un servizio efficiente) ed anche di scoprire, e poterne leggere sul sito pubblico del Comune, come già avviene persino per realtà locali molto più piccole, l’importo ed il rendiconto dettagliato del bilancio di spesa. Dopotutto è nostro diritto di cittadini. O no? (CARMEN MERLINO)

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