DALLA MESSINA “FURBA” ALLA “CITTÀ POSSIBILE”: IL CONTRIBUTO DI RESET!

 

Alla luce degli ultimi episodi registrati dalle cronache, dall’ennesimo scandalo sulla formazione all’inchiesta sull’assenteismo al Comune ed allo IACP, riceviamo e pubblichiamo un comunicato del movimento politico Reset! che, polemizzando con i renziani e i giovani aderenti a PDe PDL,  interviene sottolineando la volontà di provare ” ad affermare un metodo “altro” di fare Politica basato esclusivamente sulla proposta di soluzioni utili alla città partendo, sempre e comunque dal merito delle questioni e senza farci influenzare dai disastrosi risultati dei nostri Amministratori che ci hanno portato alla decisione di occuparci in prima persona del futuro di Messina”. 

“Il dibattito sullo “scandalo formazione”che organizzammo il 2 Agosto scorso aveva – si legge nel documento –  l’obiettivo di fornire alla città, ulteriori, elementi utili alla costruzione di alternative e soluzioni percorribili rispetto al tema della formazione professionale in Sicilia ed a Messina.

Ecco le proposte fatte da reset!, nel mese di Agosto, atte a risolvere e tramutare in risorsa e sviluppo reale il tema della formazione professionale in Sicilia:

         a) Predisporre un disegno di Legge da sottoporre a tutti i candidati alla presidenza della Regione che neghi ai politici, dai consiglieri comunali fino ai deputati nazionali e regionali oltre che per i quadri dirigenti dei partiti politici locali, regionali e nazionali, ed ai loro familiari a qualsiasi livello, il coinvolgimento in enti di formazione;

 

         b) Coincidenza tra la destinazione dei fondi del FSE (Fondo Sociale Europeo) destinati alla formazione e le finalità e le prospettive di sviluppo individuate dal POFESR (Programma Operativo Fondi Europei Sviluppo Regionale) al fine di individuare quali e quante figure professionali formare in base alla richiesta del mercato del lavoro e la prospettiva di sviluppo individuata per la nostra regione. Questo al fine di evitare lo sperpero di fondi pubblici per una formazione generica e non spendibile qual è per gran parte quella attualmente offerta.

 

All’indomani di quella iniziativa ci domandammo, però, il perché del silenzio degli altri rappresentanti dei partiti.

Ci sorprese, inoltre in quell’occasione, sentire l’ex Sindaco Buzzanca definire ovvio “l’intervento a gamba tesa”, così lo definì, della politica nel mondo della formazione.

A quella manifestazione, era il 2 Agosto 2012, al Corallo l’Onorevole Genovese non volle intervenire.

Dichiarò che non c’era nulla da spiegare.

Oggi che, dopo “Panorama”, anche “report” mette a nudo le distorsioni del sistema della formazione in Sicilia e della sua dipendenza diretta da moltissimi rappresentanti, da destra a sinistra, dei partiti c’è chi grida allo scandalo.

Ci sorprendono, ad esempio, i militanti del PD, in particolare i “Renziani”, che solo a Novembre di quest’anno, ed in occasione dello scandalo che coinvolse l’ex Assessore Capone del PDL, si ricordarono di intervenire sul tema, ignorando “ovviamente” il leader del proprio partito.

Oggi, invece, recuperano un altro pezzo di memoria per fare speculazione politica e, proprio i “Renziani” attaccano Genovese e Rinaldi, guarda caso solo dopo aver scelto di seguire le orme di Crocetta.

In questi anni, evidentemente, “i giovani” del PD così come quelli del PDL, erano ciechi e sordi e non si sono accorti di quanto fosse “naturale” per i loro partiti fare politica acquisendo società di formazione al fine di costruire consenso ed “utilizzando” la necessità di chi cerca disperatamente una collocazione lavorativa.

Oggi, anche loro e finalmente, si risvegliano. Che dire, meglio tardi che mai.

Non mettiamo in dubbio la buonafede di alcuni semmai mettiamo fortemente in discussione un metodo di fare politica che non è utile ai cittadini.

E questo, come ci capita spesso di dire, non è un giudizio di merito ma una “semplice” constatazione.

La verità, purtroppo però, è che non soltanto i partiti, in questa città, sono da rifondare.

Pensiamo alle meritorie inchieste della guardia di finanza che hanno fortunatamente smascherato, in un paio di giorni, un dipendente del Comune, che invece di fare il proprio dovere si recava nell’edicola della moglie in pieno centro, e ben 81 dipendenti dello IACP, si badi bene su un totale di 96, che si assentavano “sistematicamente” dal proprio posto di lavoro.

E’ avvilente prendere atto che i partiti non sono la sola parte “malata” della nostra comunità.

La questione, purtroppo, riguarda gran parte del tessuto sociale della città, “logica” conseguenza di una politica assistenzialista e clientelare.

Non è un caso che il nostro manifesto politico parta da un incipit di Pericle che ci ricorda i doveri di chi governa e quelli di tutti i cittadini.

Si tratta di recuperare l’etica, la morale e, soprattutto visto il momento storico difficilissimo, il senso di solidarietà e di responsabilità dell’essere cittadino, in una parola: il senso civico.

Non si tratta, quindi, di fare cose impossibili ma “solo” di portare ogni singolo cittadino a fare il proprio dovere, reclamando a gran voce i propri diritti.

Lo abbiamo presentato a Marzo il nostro progetto per Messina: La Città possibile.

Così l’abbiamo voluto chiamare, consci che una città vicina al fallimento (dissesto), incapace di fornire servizi essenziali, di garantire i servizi sociali e nella quale la clientela prevale, troppo spesso, sulla competenza e sul diritto deve ambire innanzitutto a recuperare la normalità.

Parliamo di una città capace di reagire a chi l’ha messa in ginocchio, capace di recuperare il senso di appartenenza e quella fierezza che l’hanno contraddistinta nella Sua gloriosa storia millenaria.

Parliamo di quell’orgoglio capace di ridare dignità, a chi oggi vive difficoltà enormi, portando questa comunità finalmente a ritrovarsi.

Crediamo sia venuto il momento di dimostrare chi siano i veri messinesi, quelli che amano questa città e che la vogliono cambiare in meglio, quelli stanchi di subire e lamentarsi ma pronti a rimboccarsi le maniche per costruire, in prima persona, il proprio futuro.

Qualcosa è cambiato. Ora pedaliamo.

 

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