MORTE ATTILIO MANCA: LA PROCURA DI VITERBO ARCHIVIA IL “CASO”

Il 17 luglio scorso ci siamo occupati del caso Attilio Manca, l’urologo trovato morto il 12 Febbraio 2004 nella sua abitazione di Viterbo per cause ancora troppo poco chiare: l’autopsia effettuata sul corpo del medico di San Donà di Piave confermò la presenza nel sangue di un mix letale di sostante stupefacenti, sostanze che secondo la procura di Viterbo furono autoindotte, facendo parlare di suicidio da overdose, una dinamica che però non ha mai convinto la famiglia della vittima, da quel maledetto giorno impegnata a dimostrare che Attilio Manca venne ucciso in quanto coinvolto nell’Equipe Medica che praticò un intervento alla prostata al boss Bernando Provenzano.  Furono le parole di Massimo Ciancimino al giornalista Daniele Camilli di appena un mese fa (”Sia mio padre che Provenzano erano tutti e due afflitti da cancro alla prostata. E i due si consultavano sulla loro malattia. Provenzano cercava a Roma un bravo urologo. Tant’è che s’era rivolto a mio padre. Poi ha preferito operarsi fuori. Non si vuole parlare del caso Attilio Manca, perché non si deve parlare di tutto quello che ruota attorno alla latitanza di Provenzano”…) in merito alle presunte responsabilità delle istituzioni sull’insabbiamento del caso a riaccendere i riflettori sulla vicenda. Proprio quel 17 Luglio Gianluca Manca, fratello del defunto Attilio, ci rilasciò queste parole: “…La Procura di Viterbo adesso non può far altro che mettere la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi, anche se sono sicuro che il Gip darà disposizione di un supplemento di indagine…Renato Guttuso diceva che in Sicilia abbiamo tutto fuorchè la verità: io non voglio una giustizia cattiva, ma una giustizia vera, voglio risposte certe e precise sulla morte di mio fratello. Le risposte fin qui ottenute non hanno nulla a che vedere con il diritto e la procedura penale.”

Oggi però la procura di Viterbo ha accolto la richiesta d’archiviazione per i cinque indagati nell’inchiesta  relativa alla morte dell’urologo: si tratta di Ugo Manca (cugino di Attilio), Angelo Porcino, Renzo Mondello, Salvatore Fugazzotto e Andrea Pirri; ancora sotto processo invece Monica Mileti, la conoscente di Attilio, dalla quale la vittima si sarebbe recata per acquistare la droga utilizzata per l’overdose. Sgomento, rabbia e amarezza nelle parole di Gianluca Manca che commenta così, sul proprio profilo Facebook, la decisione del Gip di Viterbo: “Apprendo dai giornali la notizia dell’archiviazione dei cinque indagati barcellonesi ( Ugo Manca, Angelo Porcino, Renzo Mondello, Salvatore Fugazzotto e Andrea Pirri ) nel procedimento volto ad accertare la morte di Attilio Manca, apprendo anche del rinvio a giudizio di tale Monica Mileti per omicidio colposo per cessione di droga da parte di terzi. Provo una profonda amarezza verso la decisione emessa dal GIP di Viterbo in virtù del fatto che è vergognoso apprendere una simile notizia dagli organi di stampa, ad oggi, a noi familiari ed anche al nostro legale, non è stato notificato alcun provvedimento! Provo imbarazzo verso la Procura della Repubblica che ha condotto delle indagini lacunose…PROVO SOLO VERGOGNA, IMBARAZZO E AMAREZZA VERSO UNA GIUSTIZIA CHE GIUSTA NON È . NONOSTANTE TUTTO, ANDREMO AVANTI VERSO LA RICERCA DI VERITÀ E GIUSTIZIA.”

Attilio Manca dunque, stando al verdetto emesso dalla giustizia viterbese, pur essendo mancino, si sarebbe da solo iniettato nel braccio sinistro, praticandosi due fori perfettamente allineati, un mix di cocaina, barbiturici e alcol etilico, decidendo così spontaneamente di porre una fine straziante alla propria vita. (Roberto Fazio)

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