EX CASA DEL PORTUALE: TODESCO ALLA SOPRINTENDENZA PER LA TUTELA DEL MURALE, “IL RISCATTO DAL DEGRADO”

Non è un atto di vandalismo ma pura forma espressiva e intellettuale quella che decora il muro  dell’ex Casa del Portuale. In quest’ottica e contrariamente a quanti ritengono che sia illegale e offensivo, l’assessore alla cultura e alle identità, Sergio Todesco, ha inoltrato alla soprintendenza ai beni culturali e ambientali una richiesta di intervento di tutela per il murale realizzato sulla parete di via Alessio Valore della nuova sede del Teatro Pinelli.

A regalare un po’ di colore alla struttura è stato il noto writer Blu, artista operante dalla fine degli anni ’90, ad oggi definito un dei dieci migliori street artist viventi, che dopo aver dipinto in Europa, America e Medio Oriente, ha lasciato un po’ della sua arte anche in città. Affermato in tutto il mondo e considerato dalla stampa accreditata uno dei migliori street artists in circolazione, non tralascia mai il contesto sociale in cui agisce, armonizzando le proprie opere al territorio.

“Quello realizzato da Blu- scrive Todesco- è un enorme murale dispiegantesi lungo l’intero prospetto dell’ex Casa del Portuale. L’edificio, in passato versante in completo stato di abbandono e attualmente occupato, è stato attraverso tale opera riscattato dal proprio degrado e dalla propria bruttezza di contenitore anonimo, divenendo un esempio significativo di una strategia di riqualificazione urbana intelligente”.

Per una città come Messina, gradualmente ridotta a territorio amorfo e povero di dinamiche culturali, “questa amministrazione comunale intende adottare misure volte alla valorizzazione dell’edificio in oggetto”, pertanto si dice disposta a farsi carico di iniziative di valorizzazione miranti a reinserire il bene tutelato in un circuito virtuoso di pubblica fruizione e conoscenza.

Nonostante il bene in questione non rientri rigorosamente nella categorie previste dalla normativa vigente, l’Assessore ha richiesto alla soprintendenza di valutare se la porzione dello stabile presa in oggetto possa essere compresa nella categoria dei beni culturali, “ad esempio- suggerisce- nella fattispecie studio d’artista”.

La proprietà dello stabile è da ricondursi alla Regione siciliana nei confronti della quale Todesco non manca di indorare ulteriormente la pillola: “si ritiene che l’intervento artistico in esso condotto sia meritevole di riconoscimento pubblico, essendosi con questo determinata un’iniziativa di politica culturale di sicura pregnanza, il cui merito ricadrebbe su codesto Ente”.

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