UNIME: IL RETTORE NAVARRA SU CASA DELLO STUDENTE, EX BIBLIOTECA, MERITI ED ECCELLENZE

Casa dello studente, formazione universitaria, ex biblioteca regionale universitaria, merito, buon esempio ed eccellenze. Sono questi i temi principali trattati dal Rettore dell’Università degli Studi di Messina, Pietro Navarra, durante il suo intervento all’interno dell’evento di martedì scorso, organizzato dal Rotaract Club Messina insieme al suo rotary padrino (Rotary club Messina) all’Hotel Royal Palace per parlare del futuro dell’Ateneo peloritano dopo gli ultimi tristi fatti di cronaca.
Formazione. Il primo punto toccato dal Rettore, è stato quello dell’importanza della formazione in una città che, non avendo risorse presenti in altre parti d’Italia, deve puntare tanto sull’Università. “Anche quando non ci fa fare bella figura – spiega Navarra – l’Università rimane un patrimonio. Un patrimonio di cui fanno parte circa 1.280 fra docenti e ricercatori, 2.500 unità relative al personale tecnico-amministrativo e circa 30mila studenti. In totale, sommando tutte queste cifre ed aggiungendo le famiglie degli studenti, le quali sono direttamente coinvolte, vediamo come all’Università siano collegate circa 50-60mila persone, ossia circa il 25% in una città di oltre 200mila abitanti come Messina”. Navarra parla anche di bilancio: quello dell’Ateneo è di 240 milioni di euro, i quali vanno sommati ai 200 del policlinico universitario, per un totale di 440 milioni mossi dal sistema accademico in città.
Il Rettore giovane. “La mia candidatura è stata vista come quella di un professore giovane – continua Navarra – perché in Italia, ahimé, a 44 anni si è considerati giovani. Per me essere giovani vuol dire essere proiettati nel futuro con le testa, con la voglia di mettersi in gioco e rischiare. Dopo aver passato tanto tempo lontano da Messina, tornando nel 2006, ho notato che la città aveva smesso di essere giovane, di rischiare. In parte, credo che la mia elezione sia un segnale per rimettere in moto il desiderio di mettersi in gioco”. Pietro Navarra parla poi degli effetti che dovrebbe avere un mandato elettorale: “ci sono cose che mi lasciano perplesso: quando mi son candidato, non ho mai pensato di svolgere un mandato elettorale che avesse una prospettiva relativa a sei anni, ma la proiezione era quella di un mandato che potesse produrre effetti oltre il sessennio. Con questo non voglio  certo dire che voglio prolungare la durata del mio incarico, ma che bisogna lavorare in prospettiva”.


Casa dello studente. E’ un Rettore deluso dagli studenti, quello che parla del possibile spostamento della casa dello studente nei locali dell’ex ospedale Margherita. “Molti ragazzi si sono lamentati del fatto che in caso di sposstamento all’ex Margherita, i posti letto non sarebbero pronti subito, perché prima sarebbero necessari dei lavori. Gli studenti vogliono i posti letto subito, perché adesso interessano a loro. Mi sarei aspettato questo ragionamento da chiunque, ma non dai ragazzi. L’ipotesi dell’ex Margherita potrebbe avere caratteristiche inedite al mondo, con una città dello studente, con tutti i servizi, da 200 a 600 posti letto, con una biblioteca collegata, con il supermercato, con palestra, lavanderia e collegamento alla linea del tram per raggiungere qualsiasi dipartimento universitario. Se si devono aspettare 10 anni per la nuova casa dello studente e non un anno e mezzo, è meglio aspettare visti i possibili risultati. Lo studente che oggi ha 20 anni magari non ne usufruirà, ma lo potrebbe fare suo figlio”. Un ragionamento che non va giù al Rettore, il quale considera che “questa mentalità chiusa presente in città, ostacola ogni progetto che potrebbe portare in alto Messina. I giovani dovrebbero pensare andando oltre ad una dimensione temporale limitata”.
Il buon esempio: premiare il merito. “Il problema del Rettore di oggi – spiega Navarra – è  migliorare l’immagine offuscata da molte brutte vicende. Quando mi chiedono che strategia ho, la risposta  è: con i buoni esempi. Come ogni realtà sociale ci vogliono buoni esempi. Il primo buon esempio è dimostrare con i fatti che si premia il merito. E’ facile parlare del merito, ma è difficile affermarlo cn fatti concreti. La prima cosa che abbiamo fatto è stata modificare alcune regole, cercando di affermare il merito nelle procedure per l’assegnazione di risorse per gli assegni di ricerca e per i ricercatori a tempo determinato. Bisogna dare fiducia a tutti, perché per affermare il merito, bisogna prima dare la possibilità di fare“.
L’ex biblioteca regionale universitaria. Altro importante argomento toccato dal nuovo Rettore, è stato quello del recupero dei locali dell’ex biblioteca regionale universitaria, in stato di abbandono da ormai 20 anni. “In campagna elettorale  – continua Navarra – mi chiedevo perché fosse così difficile recuperarla. Ho chiesto al direttore della biblioteca se esistesse una biblioteca non disponibile a rendere fruibile e valorizzare un patrimonio librario come quello che c’è a Messina. Perché l’Università dovrebbe contrastare la fruibilità di questi libri? Se liberiamo l’immobile dell’ex biblioteca regionale e lo ristrutturiamo negli interessi della ricerca e della didattica unviersitaria, vi garantisco che si troverà una soluzione non per il 30% del patriminio librario, ma per il 100%. Troveremmo senza problemi una collocazione all’interno dell’Università per tutti i testi”.
L’eccellenza. Uno degli ultimi temi toccati da Pietro Navarra, è quello delle eccellenze dell’Ateneo peloritano. Infatti, secondo il Rettore, uno dei problemi è non essere bravi nel valorizzare le eccellenze. E Navarra ci tiene a raccontarne alcune: “se vedete le classifiche della valutazione della ricerca, in molti dei settori disciplinari l’Ateneo peloritano è nei primi posti: nel diritto costituzionale, per esempio, siamo al secondo posto a livello nazionale. Ma ce ne sono tante altre. Ancora oggi gli studenti che hanno frequentato Giurisprudenza  a Messina fanno molto meglio di altri colleghi italiani nei concorsi pubblici per diventare notai e magistrati. Poi, come ho detto in un’intervista al Corriere della Sera qualche mese fa, nelle aree tecniche di ingegneria e archiettura siamo meglio del Politecnico di Milano, secondo le classifiche. Anche Chimica è un fiore all’occhiello per noi, sia presso l’ex Facoltà di Scienze, sia presso quella di Farmacia: qui l’Università di Messina, per merito dei suoi ricercatori, ha ottenuto ultimamente finanziamenti per 45milioni di euro circa. La seconda  classificata, l’Università Federico II di Napoli, ne ha ricevuti solo 11.  Per quanto riguarda il settore agroalimentare, l’Ateneo peloritano ha un problema: quello del non riuscire a condividere. I ricercatori hanno bisogno di attrezzature, le quali però sono chiuse all’interno di laboratori che alcuni professori non consentono di utilizzare. Anche se costano vari milioni, questi apparecchi vengono utilizzati spesso da una sola persona. Noi stiamo facendo investimenti per 50 milioni di euro in questo settore, per attrezzature che tutti potranno utilizzare. Chi le userà, pagherà un gettone, per la manutenzione, ma non saranno ad uso e consumo di una sola persona”.
Premi per chi produce. Infine, Navarra ha parlato di un altro problema per l’Università di Messina: quello relativo alle  tante persone che come in altri posti, anche a Messina hanno goduto di posizioni di rendita. “L’amministrazione non ha strumenti per modificare la loro condizione contrattuale. Questa posizone spesso comporta l’assenza di produzione da parte di molte persone. Noi abbiamo introdotto – conclude il Rettore – delle regole: queste persone non potranno chiedere assegni di ricerca se non producono. Prima produci, poi dimostri, poi ti sosteniamo”. (SIMONE INTELISANO)

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