FACEBOOK COMPRA WHATSAPP: PERCHÈ ZUCKERBERG HA SPESO UNA FORTUNA

Qualche giorno fa il sig. Mark Zuckerberg (mister Facebook) ha comprato per 19 miliardi WhatsApp, l’applicazione di messaggistica istantanea più comune al mondo. È stato un po’ il caso degli ultimi giorni (tolto Sanremo e il Governo Renzi). Tanti gli articoli dedicati a questa notizia, tante le battute sui social, per quella che può essere considerata un’operazione usuale nel mondo economico: non posso copiarti, quindi ti compro. Sui motivi che hanno spinto Facebook a comprare WhatsApp, mi permetto di segnalare l’articolo di Carlo Dagradi su Focus. Oltre all’incredibile crescita del numero di utenti che totalizza WhatsApp (si parla di 1 milione al giorno) c’è anche la stretta connessione con i dati degli utenti. Se infatti per iscriversi a Facebook è necessaria una mail (per poi subirsi l’avviso che “solo per la tua sicurezza” è necessario inserire il proprio numero di telefono), per l’applicazione di Brian Acton e Jan Koum invece ci si registra direttamente attraverso il numero di cellulare. Una bella differenza in termini di privacy e controllo dell’utente.

 

Questo però non ha mai preoccupato gli utenti di WhatsApp, che anzi hanno continuato a usare l’applicazione anche a pagamento, sancendo di fatto la morte dell’sms. Del resto Zuckerberg & Co. hanno provato a contrastare il successo del loro competitor con l’applicazione Messenger (come spiega molto bene Lorenzo Longhitano su Wired) ma non gli è andata molto bene: da qui la decisione di tirar fuori 19 miliardi per acquisire la società (per Instagram avevano spesi poco meno di un miliardo di dollari nel 2012).

whatsappfb

il grafico mostra la crescita di utenti nei vari social, ed è stata presa dall’articolo di Wired

 

Cosa succede adesso? Al momento è in corso una protesta sul sempre verde argomento della privacy (ne fa un ampio resoconto Katia Riccardi su repubblica.it). Una delle paure degli utenti è quella di vedere la loro applicazione preferita inondata di pubblicità. A quanto pare (sempre stando all’articolo di Katia Riccardi) Jan Koum ha rassicurato gli utenti comunicando che in WhatsApp non cambierà nulla e non è previsto l’inserimento di alcuna inserzione pubblicitaria.

 

Sul piano della privacy invece, è impossibile negare quanto necessaria fosse questa operazione alla società che gestisce il social blu, il cui punto di forza è sempre stato il numero di utenti e quindi la gestione dei dati a loro connessi. Forse la mossa di acquistare WhatsApp è stata dettata dalle recenti previsioni che vedrebbero Facebook perdere l’80% della propria utenza entro il 2017 (cfr repubblica.it). Un modo quindi per correre ai ripari prima che sia troppo tardi, a scapito della vita privata di ognuno di noi, che, per preservare i nostri dati a quanto pare non resta che vivere disconnessi dalla rete. Chi ci riuscirebbe al giorno d’oggi?

 

@fabbiobbruno

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