REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI: L’APPELLO AL CONSIGLIO COMUNALE DELLA QUARTA CIRCOSCRIZIONE E DI ARCIGAY

Questa mattina, nella Sala Ovale di Palazzo Zanca, il Consiglio della IV Circoscrizione, durante un incontro con la stampa, ha illustrato il percorso e le motivazioni che hanno indotto i suoi componenti ad esprimere parere favorevole al progetto d’adozione del regolamento e del registro delle unioni civili.

La proposta, avanzata dalla Giunta, è adesso al vaglio del Civico Consesso per la sua definitiva approvazione e concretizzazione. Il provvedimento “estenderebbe alcuni diritti civili e sociali ai cittadini maggiorenni residenti nel nostro comune che coabitano e sono legati da “vincoli affettivi” da oltre un anno”, precisa il presidente Palano Quero.

I più attenti alle iniziative d’impatto sociale, ricorderanno che già nel 2012 il quartiere del centro aveva proposto -alla precedente amministrazione- l’adozione di un registro che regolasse i rapporti tra le coppie di fatto. Allora, l’atto di indirizzo non fu preso in considerazione ma si trattò comunque del primo tentativo istituzionale di muovere un passo in avanti in questo ambito.

“Avantgarde!” L’appello lanciato dai consiglieri del quartiere è stato rivolto all’Aula Consiliare e ai 40 che ne occupano gli scranni affinchè venga approvato il regolamento sulle coppie di fatto, facendo leva sulla loro sensibilità e “superando pregiudizi e inutili resistenze, facendo fare un balzo avanti, in tema di diritti civili, alla città di Messina”, specifica la nota diramata.

Unioni civili per una società civile: niente di più logico. Si tratterebbe di un semplice riconoscimento ma non solo di principi: “il Comune potrebbe offrire anche alle unioni civili quei servizi alla persona (casa, servizi sociali e sanitari,asili, scuola e formazione, trasposto pubblico,politiche per giovani, genitori e anziani etc.) da cui oggi sono escluse a priori”, suggeriscono i relatori, tra cui Rosario Duca, presidente di Makwan Arcigay Messina. “Servizi che per tutti, purtroppo, nel nostro comune sono deficitari. Contro ogni discriminazione. A tutti le stesse opportunità”.

Inutile dire che l’uguaglianza degli individui dovrebbe passare attraverso la garanzia di medesime tutele, di stessi diritti e pari doveri; così come è superfluo evidenziare che, ad oggi, sarebbe da considerarsi quantomeno ovvio che, in questo strano Stato, fosse il legislatore a pronunciarsi nettamente circa tematiche di così forte impatto sociale. E’ vero pure che, nella misura in cui ciò non accade, essendo tutti troppo presi a discutere di economia e finanza come priorità, pur non mettendo poi in atto misure sufficienti a soddisfare il bene della comunità, scopriamo che la politica non è tutta dimentica di quale sia il suo ruolo e, di quando in quando, ripristina il naturale ordine delle cose: essere per la gente, con la gente. E se è vero che seppur renziano, Quero è presidente di un quartiere e non del Governo, e i suoi consiglieri, eletti ad amministrare una circoscrizione (anche perché per reggere un Paese non serve sia il popolo a scegliere) e non l’Italia intera, è vero anche che “a piccoli passi si può cambiare il mondo”, come diceva il saggio. (@eleonora.urzì)

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