SERIE A: JUVE TRI(S)COLORE NEL WEEKEND DELLA VERGOGNA. SASSUOLO E CATANIA ALLA RISCOSSA

Tutto come previsto, anzi no, sia in testa che in coda.

La scorsa settimana avevamo immaginato il 5 maggio, data particolarmente calda in casa Juventus, come giorno della festa scudetto e invece i tappi son saltati con 24 ore d’anticipo. Immaginare la Waterloo giallorossa a Catania, per il più classico remake del “clamoroso al Cibali”, era davvero arduo: il poker degli etnei alla Roma ha spiazzato chiunque, al pari di quello rifilato alla Fiorentina dal Sassuolo nel primo dei due posticipi odierni.

Qualche minuto prima delle 17 di domenica i bianconeri si sono infatti laureati, prima ancora di scendere in campo, Campioni d’Italia per l’ennesima volta della loro gloriosa storia.

Il tonfo della banda Garcia, caduta sotto i colpi di Izco, Bergessio e Barrientos, alimenta quindi le speranze dei rossazzurri di Maurizio Pellegrino, cui va fatto un plauso per aver ridestato un gruppo che sembrava ormai rassegnato al proprio destino e che tutti avevamo dato per spacciato. Generalmente con 26 punti in graduatoria, a 180 minuti dal termine, si iniziava già a programmare il successivo torneo di B ma, come era parso chiaro già ad inizio primavera, l’andamento lento – quasi depiscopiano – ha drasticamente abbassato la quota salvezza. L’impresa resta improba, ma lo scontro diretto di domenica al Dall’Ara di Bologna rappresenta un passaggio fondamentale: in caso di successo i siculi farebbero un altro grande passo verso la permanenza.

Trenta ore più tardi è andata in scena la passerella Juve: Conte con l’Atalanta ha cambiato l’ordine degli addendi, dando spazio a parecchie seconde linee, ma il risultato non è cambiato: vittoria in cassaforte grazie al gregario Simone Padoin, 96 punti in classifica a sole quattro lunghezze dalla fatidica soglia dei 100.  Il record di tutti i tempi (centrato dall’Inter di Mancini che si fermò a 97) al 99% sarà superato: giusto così, sarebbe il degno coronamento della stagione da guinness che ha sancito quel tri(s)colore – inteso come terzo titolo consecutivo – che a Torino mancava dagli anni 30. Da subito era partita la diatriba scudetti, 30 o 32, ma il presidente Andrea Agnelli, nel confermare la contabilità del campo, ha già fatto sapere che comunque la celeberrima terza stella non verrà cucita sulla maglia, neanche adesso che i numeri istituzionali lo consentirebbero: “Potremmo inserirla quando qualche altra squadra riuscirà ad apporre la seconda, ma soltanto al fine di rimarcare la differenza”.

Capitolo Europa League: in netto rialzo le quotazioni del Toro, che nel giorno del 65° anniversario della strage di Superga ha espugnato il Bentegodi complicando ulteriormente la posizione del Chievo di Genio Corini. Il blitz ha consentito ai granata di staccare Lazio e Verona che all’Olimpico hanno finito col nuocersi a vicenda, annullandosi in un rocambolesco 3-3 avvelenato dopo il triplice fischio dalle storie tese tra i due tecnici Mandorlini e Reja. A metà treno europeo troviamo, con 54 punti in carniere, Milan e Parma, impostesi entrambe davanti al pubblico amico nelle sfide programmate per il weekend. Ai rossoneri è bastata un’incornata di Nigel De Jong per portare a casa il derby della Madonnina meno significativo, in termini di classifica, della storia recente. La rincorsa di Balotelli e compagni continua, va acquisendo ulteriori consensi mister Seedorf, che sta tirando fuori il meglio da un organico non certo adeguato al blasone del club della famiglia Berlusconi. Per salvare il posto Clarence confida proprio nell’intervento del padrino Silvio che, dopo averlo chiamato in anticipo al capezzale per il post Allegri, lo ha abbandonato – per lo meno pubblicamente – trincerandosi dietro silenzi realmente fragorosi.

Il gol del grande ex Antonio Cassano ha invece sostanzialmente deciso il match del Tardini, prima che al 90′ Schelotto chiudesse definitivamente la pratica Samp.

Spettacolo puro a Udine: ben otto, di cui sette nella prima frazione, le segnature registratesi al Friuli. Dalla roulette è uscito con le ossa rotte il Livorno neo fanalino di coda, che farà bene ad archiviare al più presto un’annata disgraziata e figlia della grande confusione societaria evidenziata nelle scelte di mercato, sconclusionate senza soluzioni di continuità: a gennaio si è completata la nefasta opera estiva.

Poco esaltante la contesa tutta rossoblu tra Genoa e Bologna disputatasi a Marassi: l’abulico 0-0 non fa certo comodo ai felsinei, confermatisi ancora una volta leggeri in avanti come un nugolo di piume d’oca, sulla questione ci eravamo soffermati la scorsa volta. Fossimo in Ballardini proveremmo a chiedere una deroga alla Lega per schierare al centro dell’attacco il presidente onorario (in odor di dimissioni) Gianni Morandi: forse qualche palla gol l’eterno ragazzo di Monghidoro riuscirebbe a concretizzarla.

Chiudiamo con i due incontri di oggi, che hanno chiuso il quadro dello spezzatino originato dalla finale della vergogna. Fiorentina e Napoli sono scese in campo a tre giorni dalla sfida dell’Olimpico, con esiti diametralmente opposti. Al capitombolo dei viola abbiamo accennato in avvio, gli uomini di Montella hanno ceduto il passo ad un Sassuolo molto più motivato e trascinato da Domenico Berardi, l’uomo delle marcature multiple. Delle 16 reti stagionali, ben 10 il giovane attaccante cosentino le ha messe a segno in tre partite: 3 alla Sampdoria, 4 al Milan e nuova tripletta oggi nella prima frazione dell’Artemio Franchi. Nella ripresa i gigliati si son ridestati, risalendo fino al 3-4 con il ritorno al gol di Pepito Rossi, ma senza riuscire a completare la remuntada.

In scioltezza invece il Napoli, già matematicamente certo del terzo posto Champions dopo il ko dei toscani: al San Paolo gli azzurri hanno superato il Cagliari per 3-0, ma la notizia ancora una volta è rappresentata da faccende che nulla hanno a che vedere con il rettangolo di gioco: il coro “Non finisce così” levatosi dalla curva partenopea non lascia prevedere alcunché di buono in vista del prossimo incrocio con la Roma. Frattanto, Ciro Esposito lotta per la vita e il famigerato “Gastone” De Santis è risultato negativo allo stub, ma intanto, per acquietare l’opinione pubblica, l’ancor più celebre Genny a’ carogna è stato colpito da un Daspo quinquennale…W l’Italia.

 @jodycolletti

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