LAVORATORI MESSINAMBIENTE: MORTE TOMASELLO DOVUTA A SCARSA SICUREZZA E PREOCCUPAZIONI. SIT-IN CGIL

L’incertezza del posto di lavoro e delle spettanze mensili, la preoccupazione di non sapere come dare sostentamento a se stessi e alle proprie famiglie, lo stress fisico e mentale, la vetustà dei mezzi, degli impianti e degli strumenti di sicurezza. I lavoratori di MessinAmbiente ne sono certi: sono queste le cause della morte di Antonino Tomasello (nella foto). A farsi portavoce dello sconforto dei dipendenti sono Cisl e Cgil. Quest’ultima annuncia per lunedì 7 luglio – dopodomani – dalle 10 alle 12, un’assemblea / sit-in sotto i cancelli di palazzo Zanca, in piazza Unione Europea.

“Tantissime volte, nel corso dei mesi scorsi – scrivono in una lettera aperta inviata a MessinAmbiente la segretaria provinciale dell Fit Cisl, Manuela Mistretta, e la segretaria del settore, Rosaria Perrone – siamo intervenuti con documenti e richieste d’intervento per evidenziare le problematiche sulla sicurezza ed abbiamo chiesto le necessarie risoluzioni. Ad essi purtroppo non sono state date risposte adeguate o peggio nessun riscontro. Oggi dobbiamo lavorare tutti affinché il sacrificio del collega Tomasello non sia stato vano e pertanto chiediamo all’azienda un immediato intervento, condiviso con le organizzazioni sindacali, per verificare ed eliminare tutte quelle condizioni che possano ancora mettere a rischio i lavoratori, non ultime quelle igienico-sanitarie”.

Crocè e lavoratori messinambiente“In mancanza di adeguate e risolutive soluzioni – concludono – saremo costretti ad attivare ogni utile azione a tutela dei lavoratori interessando le autorità e uffici preposti alla valutazione e ripristino delle condizioni di garanzia e tutela strutturali, strumentali e sanitarie”.

A decidere l’assemblea dei lavoratori Cgil davanti ai cancelli del Comune, dopodomani, è stato il direttivo composto da Clara Crocè, segretaria provinciale della Funzione pubblica, Carmelo Pino, segretario di settore, Lillo Oceano, segretario provinciale del sindacato, e Claudio Di Marco, segretario regionale.

Nel corso del direttivo, iniziato ricordando Tomasello, i dipendenti di MessinAmbiente si sono detti “stanchi di lavorare in un clima di pressione, sempre sotto minaccia di essere licenziati, stanchi di essere additati come nullafacenti, di essere considerati dei delinquenti”. “Tra di noi – hanno ricordato – ci sono decine di padri di famiglia il cui unico interesse è sfamare i propri figli. Quanto accaduto al collega Antonino poteva capitare a chiunque altro di noi, perché quasi tutti i mezzi presenti in autoparco hanno almeno 15 anni”.

Anche la Cgil, come rileva Pino, invoca misure più consone sotto il profilo della sicurezza. “Non si può governare con la frusta o a suon di provvedimenti punitivi – gli fa eco Crocè – i lavoratori non possono operare in costante tensione. Nelle scorse settimane abbiamo firmato un accordo con l’azienda che ha sancito la massima disponibilità, da parte di questa sigla sindacale, verso un cambiamento e un rinnovamento di gestione. Purtroppo, però, continua a non essere così: a prescindere dal tragico accaduto, il nodo della sicurezza sul luogo di lavoro è un aspetto che la Fp Cgil, da tempo, ha chiesto venga affrontato mettendo nero su bianco delle proposte concrete. Ma ancora tutto tace. Si trasferiscono i lavoratori senza una proposta organica di organizzazione del lavoro”.

Oceano chiede “la certificazione dei mezzi e le risorse che l’amministrazione vuole investire per la sicurezza dei lavoratori”. Di Marco rileva, infine, che “quanto accaduto è purtroppo la più triste conferma di come il sistema rifiuti in Sicilia abbia fallito: la mancanza di denaro, i debiti, l’assenza di programmazione, tanto a livello regionale quanto locale, crea delle condizioni che finiscono purtroppo col penalizzare la qualità dei servizi e la sicurezza di chi opera per garantire la pulizia delle nostre strade”.

 

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