PREVENZIONE RANDAGISMO, IL COMUNE CONCEDE LOCALI DEGENZA MA L’ASP GLISSA L’ACCORDO

Una delibera comunale del dicembre 2008 stabilisce che ciascun animale malato o ferito debba essere prelevato dal territorio e ricoverato all’interno di un presidio medico veterinario pubblico o all’interno di un canile – gattile sanitario comunale convenzionato.

I contenuti del provvedimento, che si richiama a quanto stabilito della legge regionale 15 del 2000 che attribuisce ai comuni siciliani responsabilità precise attraverso le quali garantire benessere degli randagi e controllo delle nascite, non hanno mai trovato concreta applicazione e, ancora oggi, la città dello Stretto risulta sprovvista di un canile e di un gattile sanitario a norma.

Una carenza normativo – strutturale che negli anni ha contribuito ad acuire un’emergenza randagismo che è il prodotto di abbandoni, maltrattamenti e nascite incontrollate.

Il 15 dicembre 2007 il dipartimento di sanità pubblica veterinaria di Messina, all’epoca Ausl5, inoltra al commissario straordinario Gaspare Sinatra formale richiesta attraverso la quale poter ottenere la concessione del locale attiguo all’attuale presidio veterinario di viale Giostra, nell’ottica di implementare e potenziare le attività inerenti la prevenzione del randagismo.

“Considerato l’aumento delle attività di intervento attinenti identificazione e registrazione della popolazione canina, nonché gli interventi indirizzati al controllo della popolazione canina e felina mediante intervento di sterilizzazione chirurgica – si legge nel documento –  i locali attualmente a nostra disposizione risultano insufficienti per il proseguimento delle citate attività, pertanto si chiede l’assegnazione, a titolo gratuito, dei locali attigui a quelli precedentemente concessi”.

cane_aspNel giugno 2008 l’Asp si dichiara disponibile ad accettare le modalità contrattuali di comodato d’uso proposto dall’ente comunale, precisando che “l’utilizzo dello stesso consentirà di incrementare identificazione, registrazione e sterilizzazione di cani e gatti randagi con la possibilità di migliorare l’azione di contenimento della piaga del randagismo”.

Il semaforo verde arriva il 16 aprile 2010, quando la giunta Buzzanca, con delibera 338, approva il contratto di cessione a titolo gratuito del locale di viale Giostra attribuendo all’azienda sanitaria l’onere di provvedere ad eseguire i lavori di adeguamento dei quali la struttura, attualmente nella disponibilità del settore pubblicità ed affissioni, necessita.

L’immobile, attiguo a quello dove si trova la sala operatoria, rappresenta secondo gli animalisti la soluzione ideale, sia al fine di tenere sotto osservazione l’animale incidentato o sottoposto a sterilizzazione chirurgica nel decorso post-operatorio sia al fine di sgravare volontari ed associazioni dai costi legati alla degenza.

In assenza di un luogo idoneo nel quale ricoverare i randagi, associazioni e volontari si trovano costretti a stallare gli animali all’interno delle proprie abitazioni o a pagamento in ambulatori privati.

Una boccata d’ossigeno importante che per il volontariato animalista però non è mai arrivata.

L’azienda sanitaria provinciale, nonostante i numerosi e reiterati solleciti da parte dell’ente comunale, non si è mai presenta a sottoscrivere il contratto di comodato d’uso e a prendere possesso dell’immobile.

Una posizione incomprensibile, se si pensa che la richiesta di cessione è stata sollecitata nel 2007 proprio da quei responsabili dell’Uos anagrafe e prevenzione del randagismo che oggi continuano a disertare la ratifica dell’accordo, le cui conseguenze gravano sulle spalle dei volontari sulle quali si continuano comodamente a scaricare costi materiali e responsabilità morali di un’emergenza rispetto alla quale spetterebbe ad altri fornire risposte adeguate.

Un paradosso che si trasforma in un’atroce beffa quando, scorrendo le clausole che costituiscono il contratto di concessione dei locali di Fondo Basile, si scopre che questo, di fatto rimasto lettera morta, è giunto a naturale scadenza lo scorso febbraio.

Ma c’è di più: lo scorso febbraio anche il contratto d’uso dei locali all’interno dei quali è ospite il presidio di censimento e sterilizzazione, concessi con delibera comunale 591, si è concluso e, anche in questo caso, i vertici Asp non hanno provveduto a chiederne la prosecuzione.

Per capirne di più e per conoscere le ragioni del mancato accordo, la redazione di MessinaOra ha raggiunto telefonicamente il servizio Asp di anagrafe canina e prevenzione del randagismo che, al momento, però ha preferito non rilasciare dichiarazioni: “Il dipartimento ad oggi non ha assunto una posizione ufficiale, aspettiamo, prima rilasciare dichiarazioni, un confronto interno col direttore generale e dell’area dipartimentale”.  (@Emma_De_Maria)

 

 

 

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