UNIME, STATUTO: SI AVVICINA L’AVVIO DELLA “RIFORMA NAVARRA”

Si è concluso ieri, sabato 27 settembre, un ciclo intenso di sedute di Senato Accademico e CdA dell’Università degli Studi di Messina. Un altro passo in avanti è stato fatto verso la riforma statuaria fortemente voluta dal Rettore Pietro Navarra. È infatti entrato nella fase finale, con una prima approvazione del Senato e il parere favorevole espresso dal CdA, il percorso iniziato lo scorso gennaio teso ad aggiornare l’architettura normativa dell’Ateneo, riformandone lo Statuto. Senato e Consiglio hanno dato all’unanimità il via libera all’ultima bozza elaborata dal gruppo di lavoro composto dal prof. Antonio Saitta, Pro-rettore con delega alla Legalità, alla Trasparenza e ai Procedimenti Amministrativi e dal prof. Giovanni Moschella, componente del Senato Accademico e Direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche, che ha operato in piena sinergia con il Rettore e con l’apporto della Direzione Generale. Questa nuova e definitiva versione ricomprende anche quei contributi emersi nel corso dell’Assemblea di Ateneo dello scorso 10 settembre. Più in generale, l’opera di revisione si è basata su suggerimenti e apporti che la comunità accademica ha fornito negli ultimi otto mesi.

Le novità più recenti, legate proprio all’Assemblea di Ateneo ed al dibattito in Senato e Consiglio, riguardano in primo luogo l’estensione del diritto di voto per l’elezione del Rettore e dei direttori di Dipartimento a tutti gli studenti, i dottorandi, gli assegnisti e gli specializzandi (e non più solo ai loro rappresentanti), con voto conteggiato nella misura del 30% del numero complessivo dei rappresentanti delle suddette categorie in Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione e nei Consigli di Dipartimento. Si tratta di una svolta importante, poiché anche durante le ultime elezioni, quelle del maggio 2013 che hanno portato al trionfo di Navarra, molti studenti avevano lamentato la scarsa “democrazia” dimostrata dall’Ateneo per l’impossibilità data a tutti gli studenti di poter scegliere il proprio Rettore. È stata, quindi, raddoppiata la percentuale, che in una prima bozza era fissata al 15%. Solo su questo punto hanno espresso parere contrario 4 studenti in Senato e uno in Consiglio di Amministrazione. È stata aumentata anche la percentuale del “peso” del voto del personale tecnico-amministrativo, ora al 25% contro il 20% previsto dallo Statuto vigente.

Per ciò che concerne la composizione del Senato Accademico, viene prevista la costituzione di tre macro-aree scientifico-disciplinari (Scienze, Scienze della vita e Scienze economico-giuridico-umanistiche), per determinare la rappresentanza dei professori e dei ricercatori. Ogni macro-area eleggerà un professore ordinario, un associato e un ricercatore a tempo indeterminato, appartenenti ad aree CUN diverse. Relativamente alla composizione del Consiglio di Dipartimento, si incrementa la partecipazione del personale tecnico-amministrativo, prevedendo che i rappresentanti del predetto personale siano nella misura di 1, qualora il numero di docenti afferenti al Dipartimento sia inferiore o pari 70, di 2 qualora il numero sia maggiore di 70 e fino a 120, di 3 qualora il numero sia superiore a 120. Per ciò che concerne le norme transitorie, approvata l’autoriduzione del mandato del Senato Accademico – da 4 a 3 anni – che rimarrà in carica sino al 30 settembre 2015 (ad eccezione dei rappresentanti degli studenti e del personale tecnico-amministrativo che rimarranno in carica fino alla scadenza naturale del mandato).

Innovazioni che si aggiungono a quelle previste nella precedente bozza, tra le quali la riduzione a 12 del numero dei Dipartimenti rispetto ai 21 attuali, affinché tutti i Direttori possano far parte del Senato e l’elezione diretta dei componenti interni del Consiglio di Amministrazione. A questo punto, per rendere definitiva la modifica, occorrerà un nuovo passaggio nella prossima seduta del Senato Accademico, oltre al definitivo controllo ministeriale.

Un’altra svolta riguarda l’attività didattica dei ricercatori a tempo indeterminato nel nostro Ateneo. Il Senato Accademico ha, infatti, approvato una forma di remunerazione. Sono stati previsti 300mila euro già per il primo semestre dell’A.A. 2014/15. I fondi verranno affidati direttamente ai Dipartimenti, che provvederanno alla retribuzione dei carichi didattici. È allo studio la possibilità per i ricercatori di scegliere se percepire le somme dovute come fondi di ricerca o come incentivo economico. Una misura che consente all’Università di Messina di allinearsi con quegli Atenei italiani che riconoscono a livello economico gli sforzi dei ricercatori sul fronte della didattica. Inoltre, come abbiamo già scritto, sono state accolte le richieste delle associazioni studentesche in merito al calendario didattico, per le lauree di marzo 2015. (Sim.Int.)

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