AL TEATRO VITTORIO EMANUELE IL GATTOPARDO IN SCENA TUTTI I GIORNI. MA SENZA OMAGGI

Antonino Saija, sovrintendente del Teatro Vittorio Emanuele, lo ha certificato alla nota e apprezzata cronista Rosaria Brancato, sulle pagine online di Tempo Stretto: “L’unica cosa nuova rispetto al passato è la fine degli ingressi omaggio”. Certo, le parole non sono state esattamente queste ma il senso sì. Un senso unico di marcia che attesta come di nuovo, il corso intrapreso dalla gestione Puglisi, abbia ben poco, a parte quella patina rivoluzionaria con la quale si intende avvolgere qualunque cosa si muova a Messina da un anno e mezzo a questa parte.

Il caso dell’ufficio stampa dell’ente, denunciato da Messina Ora insieme a tante altre autorevoli testate cittadine, ne è l’emblema. Un servizio che, secondo la legge 150/2000 andrebbe assegnato attraverso criteri di trasparenza e pubblicità, è stato invece affidato secondo parametri fiduciari, sebbene a giornalisti il cui valore non viene nemmeno lontanamente messo in discussione.

“Mi assumo totalmente la responsabilità della decisione – ha riferito lo scorso 26 settembre Saija a Rosaria Brancato – non si tratta di un ufficio stampa ma di una rivista che intendiamo diffondere e di un incarico che ho dato ad un gruppo di lavoro che ho scelto per competenza e professionalità. Purtroppo non c’era un budget sufficiente e per questo non abbiamo inteso creare un ufficio stampa come in passato, quando peraltro non si è mai proceduto con una selezione”.

Per la serie: in passato la selezione non c’è mai stata, e non ci sarà nemmeno adesso. A parlare, è la stessa persona che appena poco prima individua nell’abolizione dei biglietti omaggio “il segnale di cambiamento culturale che vogliamo dare”. Tutto qui? La grande rivoluzione dal basso professata da Renato Accorinti, che nel consiglio di amministrazione del Vittorio Emanuele, in quanto sindaco, ha un peso rilevante, si riduce a questo?

Di cosa parlava il primo cittadino quando l’estate scorsa bloccava i camionisti sul cavalcavia, dicendo che ormai “qui a Messina è tutto cambiato, ormai è un altro mondo”? Si riferiva solo ai biglietti omaggio del teatro?

E cosa penseranno della gestione della vicenda dell’ufficio stampa il commissario della Provincia, Filippo Romano, anche lui rappresentato nel cda, o Rosario Crocetta, capace di paralizzare per mesi l’inizio del nuovo, vecchio corso pur di piazzare proprio nel posto oggi ricoperto da Saija l’attuale assessore regionale Giusi Furnari?

Aveva forse ragione Nina Lo Presti, consigliere transfuga dal gruppo Cambiamo Messina dal Basso, quando al momento dell’individuazione dei nuovi direttori artistici lamentava, insieme ai consiglieri di amministrazione Totò D’Urso e Laura Pulejo, che nulla fosse mutato rispetto al passato?

In realtà, che tutto fosse ammantato di un velo gattopardesco, per il quale tutto cambia perché nulla cambi, emergeva già agli inizi dello scorso giugno, proprio con la nomina a sovrintendente di Saija. A essere messe in dubbio non sono le sue capacità ma l’opportunità della sua designazione, vista la sua attuale carica di responsabile del nucleo di valutazione della Provincia che, nel cda del Teatro, esprime due componenti.

Non solo. Perfino la sua presenza nel nucleo di valutazione pare possa essere messa in discussione, non collimando con i parametri prescritti dalla delibera dello scorso dicembre emessa dal Civit, l’autorità nazionale anti corruzione per la valutazione e la trasparenza delle amministrazioni pubbliche.

Mettendo da parte, tuttavia, ipotetici e futuri interventi dall’alto, la cruda realtà dei fatti è che il sovrintendente si prende la responsabilità di tutto mentre chi ha insediato nell’ente il consiglio di amministrazione resta a guardare. Rimane a guardare lo stesso consiglio di amministrazione. In fin dei conti, siamo a teatro. Gli spettacoli riprendono all’insegna del nuovo ma, a ben vedere, sembrano solo repliche andate in scena migliaia di volte. Con un finale che tutti conoscono abbondantemente.

Se son rose… omaggeranno. (@FabioBonasera)

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it