SERIE A: JUVE, PRIMATO E VELENI. INTER E PALERMO, IL SETTEBRUTTO È SERVITO

Se del famigerato gol di Turone sotto il Cupolone se n’è parlato per 32 anni, prima che Carlo Sassi – il papà della moviola in Italia – rivelasse il clamoroso bluff della redazione capitolina della Rai, l’eco di questo Juventus-Roma rischia di propagarsi fino al 2020.

L’attesa per LA partita era spasmodica, la sfida tra le due pretendenti al tricolore doveva rappresentare uno spot per il nostro calcio e invece la copertina se l’è presa di forza il fischietto Gianluca Rocchi, fiorentino doc che ieri sera davanti la tv avrà snocciolato imprecazioni varie, con la Maremma toscana perennemente chiamata in causa.

Incaute le dichiarazioni rilasciate a caldo da Francesco Totti e dal ds giallorosso Walter Sabatini, sarebbe stato più ragionevole trincerarsi dietro un silenzio stampa e attendere l’esito dell’Alta Corte del Replay.

Pareri a volte contrastanti sui tre episodi incriminati, ma alla fine l’unico provvedimento che probabilmente va bocciato a prescindere è l’assegnazione del primo rigore alla Vecchia Signora, oltretutto “suggerito” al direttore di gara dai suoi assistenti. Soprattutto perché il braccio di Maicon era a protezione del volto, il fatto che il presunto fallo si sia consumato fuori area rileva quanto il malcostume di avanzare dalla barriera, ancora tipico alle nostre latitudini in barba a qualsiasi spray carnascialesco. Ammessi invece a maggioranza gli ultimi due gol di marca bianconera, mentre diversi hanno avuto da ridire sul penalty concesso alla Magica. A parere di chi scrive gli estremi sussistevano, specie considerato che il termine “compensazione” avrà comprensibilmente aleggiato nell’offuscata mente di Rocchi, perché di “affettuosità” come quella che ha visto protagonisti Lichtsteiner e Totti se ne vedono tante sulle palle inattive, ma poche vengono sanzionate con la massima punizione.

Insomma, al tirar delle somme con le ossa rotte dallo Stadium esce soprattutto l’arbitro, la cui gestione della gara – a prescindere dagli episodi – è parsa davvero inadeguata. Il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto, la Roma ad oggi sembra aver colmato il gap che la separava da Madama e, verosimilmente, se avesse sfruttato almeno una delle occasionissime capitate sui piedi di Gervinho e Pjanic, avrebbe fatto bottino pieno. Dopo la traversa dello juventino Morata (espulso sul finire insieme a Manolas, oltre a Rudi Garcia nel primo tempo), il gol da cineteca di Bonucci al minuto 86 ha però regalato un altro finale al big match. All’Olimpico al ritorno forse serviranno 2 arbitri e 10 assistenti, quinto uomo compreso. Magari basteranno, tra primato e veleni, con la speranza che non vi sia bisogno dei Caschi blu.

Procedendo innanzi, più sinteticamente del solito dato l’ampio spazio riservato alla partitissima, due le squadre che passeranno altrettante settimane tormentate (adesso il campionato si ferma per gli impegni della Nazionale): Inter e Palermo, accomunate dal poco gratificante particolare di aver subito 7 reti negli ultimi 180 minuti. Un settebrutto indigesto. I nerazzurri, dopo l’imbarcata contro il Cagliari, hanno rimediato un sonoro 3-0 dalla Fiorentina al “Franchi”: tutte reti di pregevolissima fattura, da urlo quella di Babacar che ha spezzato l’equilibrio. Una trentina di chilometri più in là, il Palermo all’ora di pranzo aveva chiuso con il medesimo passivo la sua fatica contro l’Empoli. La Beneamata rischia di restare un’assoluta incompiuta anche quest’anno, ma tra Mazzarri e Iachini è naturalmente il secondo a rischiare molto di più. Zamparini, a primo acchito, gli ha confermato la fiducia, ma in pochi oggi scommetterebbero sulla permanenza a medio termine del tecnico della promozione sulla panchina rosanero.

Tornando in alta quota, il terzo posto resta appannaggio della Sampdoria, che con un altro 1-0 griffato Gabbiadini ha portato a casa ulteriori tre punti, stavolta a discapito dell’Atalanta. Frena invece l’Udinese, costretta al pari da un generoso rigore accordato al 92’ da Mariani e successivamente trasformato dal cesenate Cascione. Riprende la corsa del Milan, che nel secondo anticipo di sabato ha archiviato la pratica Chievo grazie ai tiri mancini di Muntari e Honda, sempre più uomo-gol.  Nel primo si era invece registrata la vittoria in zona Cesarini del Verona, cui l’incostante greco Tachtsidis ha consentito di saltare l’ostacolo Cagliari con un’imprendibile bordata dalla distanza. Napoli e Lazio hanno dato continuità agli exploit esterni della scorsa settimana, imponendosi tra le mura amiche – rispettivamente e non senza difficoltà – su Torino e Sassuolo. Mentre il Genoa ha smaltito l’amarezza del derby violando il “Tardini” all’ultimo respiro: Matri abile a capitalizzare lo svarione di Lucarelli, Parma sempre più inguaiato dopo la tribolatissima estate.

Jody Colletti      Twitter: @jodycolletti  

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