Bancarotta Smeb: condanne in primo grado per ex amministratori

Concluso il processo in primo grado, dopo otto anni dall’inizio dell’inchiesta  avviata a seguito del fallimento della Smeb e di altre due societa’ la Fenice compagnia di assicurazione spa e la Sirio srl. Per il fallimento degli storici cantieri navali, avvenuto nel 2003, sono stati imputati Lorenzo Lo Verde, Lorenzo Bissoli, Sebastiano Costanzo, Antonio De Simone (omonimo dell’attuale presidente dell’autorità portuale), Pippo Isgro’, ex assessore comunale alle politiche del mare, Carmelo Russo, amministratori della Smeb, i due membri del collegio sindacale Luciano Visintini (deceduto prima della fine del processo)  e Giuseppe Galeano ed il dipendente Giuseppe Tonnarello.

Tutti sono accusati di bancarotta fraudolenta, documentale, preferenziale e per distrazione, ipotesi contestate a vario titolo.  Un crack, secondo la magistratura, pilotato dagli amministratori che, prima del fallimento, attraverso un gioco di scatole cinesi tra societa’, hanno portato via circa 15 milioni di euro.

La sentenza emessa dalla prima sezione penale del tribunale, presieduta dal giudice Eliana Zumbo e composta dai colleghi Eugenio Fiorentino e Monia De Francesco, ha condannato gli imputati a pene che vanno dai  7 anni di reclusione per l’ex amministratore delegato Renzo Bissoli ai tre anni inflitti all’ex assessore Pippo Isgrò. Condannati anche  Costanzo a  4 anni, De Simone a 4 anni e 4 mesi,  Galeano a  4 anni,  Lo Verde, a  4 anni, Russo, 4 anni e 4 mesi. Prescritto invece il capo d’imputazione per Tonnarello.

Inoltre Bissoli, Lo Verde, De Simone, Costanzo e Russo, dovranno risarcire in sede civile le numerose parti civili che si sono costituite nel procedimento. Stabilita inoltre l’interdizione dall’attività d’impresa e a rivestire cariche private per tutti e sette i condannati e per dieci anni, nonché nei pubblici uffici, con tempistica diversa anche a seconda della pena irrogata, a carico di Bissoli, Costanzo, De Simone, Lo Verde, Russo, Galeano e Isgrò.

La Procura ha sostenuto che poco prima del fallimento della Smeb sarebbero state distratte somme a favore della societa “Fenice”. In particolare l’attenzione dei magistrati si è concentrata sull’operazione che portò al trasferimento di partecipazioni per 8 milioni, per l’appunto, dalla Smeb alla Fenice.

Isgro’, consigliere di amministrazione della Smeb fino all’11 luglio 2003, secondo l’accusa avrebbe  utilizzato i bancomat dell’azienda per fini non societari prelevando fino a 9.800 euro. I soci, poi, secondo l’accusa, si sarebbero appropriati del quinto dello stipendio di 15 dipendenti che ne avevano chiesto la cessione a delle finanziarie.

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