Collegamenti sullo Stretto, D’Uva e Garofalo duri col Governo: “Solo promesse, serve alternativa al Ponte”

Francesco D'Uva

L’informativa di Maurizio Lupi sul Ponte sullo Stretto, questa mattina a Montecitorio, lascia tutti scontenti. Sia che si tratti di maggioranza che di opposizione. Così, se l’insoddisfazione di Francesco D’Uva può apparire fisiologica, data l’appartenenza al Movimento 5 stelle, quella di Vincenzo Garofalo, esponente del Nuovo centrodestra, lascia intuire come Messina e il resto del Mezzogiorno d’Italia possano non essere esattamente al primo posto nei pensieri del Governo di Matteo Renzi.

“L’informativa di Lupi ci tranquillizza – commenta a bocce ferme e ironicamente il deputato pentastellato – perché quando la politica parla in termini di ‘vedremo’, ‘faremo’, vuol dire che all’orizzonte non c’è nulla. Lo stesso nulla che, del resto, ha sempre caratterizzato la pluridecennale vicenda del Ponte sullo Stretto di Messina. Piuttosto che perdere tempo correndo dietro a miraggi, il Governo dovrebbe agire da subito per risolvere i problemi infrastrutturali e di collegamento tra le due sponde dello Stretto”.

“Le priorità di Calabria e Sicilia sono, appunto, altre – rimarca D’Uva (foto in alto), intervenuto alla Camera dopo il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture – e restano tutt’ora disattese. Parliamo del completamento della A3, del doppio binario ferroviario su tutta la rete siciliana, di collegamenti ferroviari che arrivino fino agli aeroporti di Catania e Reggio Calabria. Non ultimo, sottolineo come sia imprescindibile un collegamento marittimo veloce sullo Stretto. Su questo tema Lupi ha risposto più volte, affermando che si tratta di un servizio importante per il quale sarebbe necessario e urgente lo sblocco di un finanziamento. Purtroppo, anche su questo punto, restiamo fermi alle solite promesse della solita politica”.

Vincenzo Garofalo
Vincenzo Garofalo

A parlare in aula è stato anche Garofalo. Che delle solite promesse di circostanza pare avere le tasche piene: “Il ponte non appassiona di per sé. Ma come strumento che è stato pensato per consentire alla gente del Sud di sentirsi parte di un progetto europeo di sviluppo infrastrutturale. Non ci sta bene che il Governo dica solo no al Ponte senza spiegarci qual è l’alternativa alla sua realizzazione”.

“Le grandi opere – prosegue l’esponente della maggioranza di governo – sono generatrici di sviluppo e occupazione. Esiste un gap evidente tra il nord e il sud dell’Italia e va colmato. Eppure, nell’elenco delle priorità del Governo sono previste molte più opere al nord che al sud e questo, benché non sia responsabilità del ministro Lupi al quale va riconosciuto il merito di aver inserito nello sblocca Italia l’ammodernamento del sistema ferroviario nel meridione, lascia l’amaro in bocca dal momento che ad oggi le opere realizzate nel nord d’Italia sono state finanziate anche con i soldi dei contribuenti del Sud e che, inoltre, investire in infrastrutture al sud è l’unico modo che l’Italia ha per riconvertire in positivo il Pil. Ad oggi nessun vantaggio è arrivato al territorio dalla mancata realizzazione del ponte. Riapriamo dunque il dibattito su questa infrastruttura o il Governo dica no definitivamente ma offra un’alternativa perché il no e basta, appunto, non ci basta più”.

“E non lo faccia – conclude – come qualcuno suggerisce, dopo che verranno realizzate le altre infrastrutture come strade e ferrovie perché il sud non ha più tempo ma ha bisogno anch’esso di grandi opere. Il ministero ha due priorità da affrontare: da un lato il dissesto idrogeologico e dall’altro gli investimenti infrastrutturali. Ma queste due grandi sfide devono essere affrontate parallelamente non essere in competizione l’una con l’altra perché soddisfano esigenze diverse del territorio, l’una colma il fronte della sicurezza dei cittadini, l’altro quello dello sviluppo del territorio”.

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