Accesso vietato in scuola occupata: il perché del raid punitivo. Uno degli aggressori aveva accoltellato un coetaneo in discoteca, niente denuncia

I ragazzi malmenati, vittime del raid punitivo della scorsa notte, sono due. Due contro una decina: un branco arrivato dal quartiere di Giostra, capeggiato da un ragazzotto conosciuto dai più per aver accoltellato un coetaneo in discoteca qualche tempo fa, a cui era stato negato l’accesso alla scuola Bisazza durante l’occupazione. Questo il motivo che ha scatenato la violenza registrata nella notte tra sabato e domenica davanti al bar Narcisio sulla via Garibaldi.

La sera del venerdì, infatti, c’erano state delle discussioni davanti alla scuola. E i ragazzi a cui era stato vietato entrare (anche perchè esterni all’istitituto) hanno chiamato fratelli e amici più grandi, per punire chi li aveva bloccati davanti all’ingresso. Nessun modo di evitare lo scontro: il tentativo di una delle vittime dell’aggressione di spiegare con le parole i motivi per i quali era stato vietato l’ingresso a scuola, è durato il tempo di una frase. Poi sono iniziate le botte. E a prenderle è stato anche il cugino dell’aggredito, che aveva cercato di aiutarlo.

Calci, pugni, mentre volavano bottiglie che hanno rotto anche i vetri di alcune auto parcheggiate. Fino all’arrivo dei carabinieri, quando tutti si sono dati alla fuga. Chi a piedi, chi in motorino. I militari hanno scortato i due malmenati al vicino ospedale Piemonte. La schiena piena di lividi e il naso spaccato, però, non sono bastati ad avere la forza di sporgere denuncia. Il branco violento resterà impunito. E farà ancora più paura.

Ma non vogliamo che i due aggrediti siano due volte vittime: la loro paura è quella di una intera generazione di diciottenni, che probabilmente vivono già la disillusione di una giustizia che va molto più lentamente della quotidianità che li attende dietro i cancelli della scuola. (@Pal.Ma.)

 

 

 

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