Corrispondenza in ritardo e utenti costretti a pagare la mora, ma le Poste tacciono. Cgil: “Poco personale”

Ritardi anche di 30 giorni nella consegna della corrispondenza e utenti costretti a pagare la mora per servizi come luce, gas, telefono per via di bollette di cui non hanno mai preso visione se non quando ormai i termini erano abbondantemente scaduti. E’ quanto denunciato da diversi contribuenti messinesi, in particolare da quelli residenti a Camaro. Disservizi, quelli delle Poste Italiane. ai quali pare impossibile trovare soluzione. Ancora più complicato capirne le ragioni. Telefonando all’ufficio postale di Pistunina, uno dei due centri di smistamento di Messina, si viene dirottati all’ufficio recapito. Qui, tuttavia, il telefono squilla per ore senza che nessuno risponda. Ironia della sorte, tra una chiamata e l’altra, accade di trovare anche la linea occupata. Sintomo che gli impiegati ci sono ma si guardano bene dal rispondere a numeri sconosciuti.

Una situazione a dir poco frustrante per chi non solo non riceve le lettere ma deve anche pagare i servizi più del dovuto a causa di danni generati da altri. Nella fattispecie dalle Poste Italiane. A dare una spiegazione del fenomeno, evidenziandone i profili di emergenza e scarsa efficienza, è Pippo Di Guardo, responsabile provinciale della Slc Cgil: “Nel periodo delle ferie e in coincidenza con la fine dell’anno si registra un aumento dell’invio di assicurate e raccomandate da parte delle aziende, al fine di riscuotere i crediti”.

A questo incremento del “traffico” non segue però un aumento del personale. “Lo scorso ottobre – fa presente il sindacalista – il servizio della cosiddetta corrispondenza a firma, quello delle assicurate e raccomandate, che era stato esternalizzato, è rientrato nella gestione diretta delle Poste”. Sono tornati a occuparsene, per quello che riguarda Messina, i due centri di smistamento del territorio – uno dei quali proprio a Pistunina – che però solo parzialmente hanno soddisfatto il conseguente fabbisogno di personale. Questo ingolfa ulteriormente le procedure legate alla consegna della corrispondenza, danneggiando unicamente i cittadini.

“Per il periodo compreso tra il prossimo 2 gennaio e il 30 giugno, le Poste Italiane – conclude l’esponente della Cgil – prenderanno appena 33 persone in tutta la Sicilia a fronte di 2mila zone da coprire. E tra gennaio e febbraio, con la consegna degli elenchi telefonici, la mole di lavoro aumenterà ulteriormente”.

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