Dal dolore di Giampilieri alla gioia del San Filippo: L’Epifania da ricordare per Giovanni Sciliberto.Trimarchi: “Ha promesso al padre che avrebbe fatto del proprio meglio”

Sarà un’Epifania da ricordare quella di Giovanni Sciliberto: non solo perchè il suo Messina è tornato alla vittoria dopo più di due mesi, inaugurando in tal modo come meglio non poteva il 2015, ma sopratutto per il suo debutto in prima squadra, nel calcio professionistico della Lega Pro, a 17 anni. Dal fango di Giampilieri all’erba del San Filippo: il calcio sa essere occasione di riscatto, e lo sarà stato sicuramente anche per questo giovane attaccante messinese, classe 1997, uno dei più interessanti prospetti del vivaio giallorosso che ieri ha fatto il suo ingresso in campo nell’ultimo spezzone di gara, rilevando un certo Giorgio Corona; più di vent’anni di differenza tra i due, ma lo stesso fiuto del gol, stando alle otto realizzazioni del giovane attaccante con la Berretti che gli hanno permesso, complice una squadra numericamente decimata dal mercato, di guadagnarsi la convocazione nella sfida di ieri.

Una dedica speciale al padre Bartolo, una delle 37 vittime della disastrosa alluvione del 1 Ottobre 2009 che piegò nel dolore una città intera, compresa evidentemente la famiglia del baby talento giallorosso, allora solo un bambino a cui spiegare che il papà è un angelo del fango messinese, spazzato via dalla furia della natura in quella drammatica giornata, mentre tentava di mettere in salvo un’altra persona, ad Altolia. Il suo corpo mai ritrovato, il suo spirito dentro ogni calcio ad un pallone, dentro ad ogni rimpianto per un errore sotto porta, dentro ogni sfera in fondo al sacco. Da ieri, anche dentro un San Filippo diventato il palcoscenico del debutto di una carriera, auguriamo, lunga e ricca di soddisfazioni.

Parla così di lui Nicola Trimarchi, simbolo del calcio messinese, allenatore e fondatore del Messina Sud, dove Giovanni ha mosso i primi passi da calciatore: “Parlare di Giovanni è sempre un piacere. Noi lo abbiamo avuto fino ai 14 anni, grazie alla sua tecnica si è imposto, attirando l’attenzione di grandi squadre come la Reggina, ma abbiamo preferito affidarlo a Roberto Buttò (responsabile del settore giovanile Acr) perchè sapevamo che avrebbe fatto valere le sue qualità. Ha molto carattere e nel calcio di oggi questo è un aspetto fondamentale, probabilmente la tragedia che lo ha colpito lo ha formato. A suo padre ha promesso che avrebbe fatto del proprio meglio per sfondare nel calcio professionistico, sia lui che noi ci credevamo tanto. Mettersi in luce a 17 anni in un contesto come quello dell’Acr gli permetterà sicuramente di avere altre opportunità per esordire addirittura dal primo minuto, ha le caratteristiche per sfondare”.

La vita di Giovanni e della sua famiglia non è tutta rosa e fiori: l’alluvione, oltre a portare via il padre, gli ha rubato anche la gioia di possedere una casa ed oggi, non con poca fatica, la madre prova a tirare avanti e pagare un affitto. La furia di quel maledetto giorno avrà pure cancellato delle vite umane, ma non la dignità di chi si rialza, di chi va avanti e con la vita, che è stata fin troppo dura, ha ancora un conto in sospeso. Ad maiora, Giovanni!

@RobertoFazio

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