Niente Rio per la messinese Stefanova, discriminata perché mamma

La miglior giocatrice italiana, la messinese Nikoleta Stefanova, non è stata convocata dal dt azzurro al Torneo di qualificazione olimpica. Il suo atto d’accusa e la risposta della federazione son roba già nota.  Ora una nuova puntata arricchisce la querelle che ha diviso il tennis tavolo nazionale con la vicenda che sbarca alla Camera.

L’on. Michela Marzano (Pd) ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere lumi sull’esclusione della messinese  Nikoleta Stefanova dalle selezioni per i Giochi olimpici di Rio. Nel testo si fa riferimento alle parole dell’azzurra, che aveva parlato della sua maternità come probabile causa della mancata convocazione. Motivazione che era stata respinta con forza dalla Fitet che aveva parlato di una scelta puramente tecnica. L’onorevole cita il principio di eguaglianza e di non discriminazione e afferma che «la Fitet, come ogni federazione sportiva nazionale, è tenuta a tutelare la posizione e la carriera sportiva delle atlete madri anzitutto con il divieto di assumere a danno della loro professionalità e dignità decisioni dagli effetti discriminatori e punitivi, che pregiudichino le donne e la maternità come libera scelta priva di condizionamenti».

Nikoleta è nata sì in Bulgaria ma a due anni è arrivata a Messina dove giocava papà Stefan. Ed è rimasta in riva allo Stretto fino al 2002, quando si trasferì alla Sterilgarda. Oggi 32enne , con due Champions League e 10 scudetti vinti. è e resta la miglior pongista italiana. Ma è in guerra – come lo fu anche il padre a Messina- con la Federazione e ha pagato con l’esclusione dal torneo preolimpico il suo caratterino. Discriminata? Per il presidente del Coni Malagò no: solo scelta tecnica. Ma se ne riparlerà perché anche Josefa Idem, senatrice PD, vuol vederci chiaro. Nikoleta, che vinse il suo primo tricolore con Messina a dieci anni, è oggi un graduato dell’aeronautica Militare ed è in forza a Ghedi, Sesto Stormo. (Gianfranco Pensavalli)

 

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