Renzi inaugura il ponte (di Terna) sullo Stretto: le verità nascoste e il disastro ambientale

di Barbara Floridia– Nel pomeriggio di ieri, il Presidente del Consiglio,Matteo Renzi,in una giravolta acrobatica della sommarietà, dopo un viaggio intercontinentale che lo ha visto di ritorno solo venerdì notte, non ha rinunciato al consueto tour nel Paese. Quindi è stato protagonista di una serie di inaugurazioni per tutta l’Italia: alle 11.00 si è trovato a Venezia per dare il via alla Biennale, passando poi velocemente, alle 14.00, da Trieste dove ha firmato un accordo per il Porto Vecchio, che lui stesso ha definito “importantissimo”-tanto importante da dedicargli solo il tempo di una pausa pranzo-. E poi via, in gran fretta, si è recato in Calabria, a Favazzina, in provincia di Reggio Calabria dove,intorno alle 17.00 ha inaugurato, alla presenza anche dei sindaci Giuseppe Falcomatà e Renato Accorinti, il ponte (di Terna) sullo Stretto, ci ha tenuto a sottolineare: “In attesa di quello per treni e auto”, si è spinto a promettere, come si fa in campagna elettorale. E ha aggiunto -in un’intervista- :“Sapete quali sono le conseguenze di questa opera? Che il costo della bolletta energetica scenderà di 600 milioni di euro”.

Risposta sbagliata, caro Renzi!
Le conseguenze di questo ponte energetico sono altre e ben più gravi di un solo pilone “colpevole” di rovinare la vista da un colle che domina lo Stretto. Per questo motivo, alle apparizioni di un Premier con smanie di onnipresenza e a una stampa che, senza conoscere luoghi e dinamiche giudiziarie del caso, banalizza, vogliamo opporre invece, come esempio, uno dei tanti cittadini, forse il più esperto del caso, che 
conosce bene le vere conseguenze di questa opera che Terna sta portando avanti con il tacito consenso prima e l’approvazione dopo di tutte le Autorità preposte, calpestando così la Costituzione, i diritti dei cittadini e il patrimonio paesaggistico e storico del nostro Bel Paese.

 

Ma per capire bene quali sono i suoi effetti, abbiamo chiesto ad uno scienziato che conosce bene i punti critici di questa opera che Terna sta portando avanti con il tacito consenso prima e l’approvazione dopo di tutte le Autorità preposte, calpestando così la Costituzione, i diritti dei cittadini e il patrimonio paesaggistico e storico del nostro Bel Paese.

Il dottor Gianni Mento è un fisico –ad oggi in pensione- , socio attivista dell’Associazione Mediterranea per la Natura Onlus, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente e non ha mai smesso di combattere e di evidenziare con cura, perizia e, soprattutto, competenza, le criticità e le nefandezze di questa opera che Renzi si vanta di inaugurare, guardandosi però bene dal farlo sulla costa siciliana.

Si sta inaugurando un’opera che non è totalmente in regola. Potrebbe spiegarci in che senso?

L’iter e la valutazione del progetto dell’elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi sono caratterizzati da numerose “anomalie” nell’applicazione delle norme vigenti (regionali, nazioni e comunitarie), anche se l’opera è in possesso delle autorizzazioni previste dalla legge per il progetto definitivo, che però è ben lontano dai contenuti previsti. Il tratto siciliano aereo, che va dal Torrente Gallo (comune di Villafranca Tirrena-ME) a Sorgente (comune di San Filippo del Mela-ME), nel tratto iniziale attraversa la Zona di Protezione Speciale denominata Monti Peloritani, dorsale Curcuraci-Antennammare ed Area Marina dello Stretto, istituita per la protezione dell’avifauna migratoria e ricadente in uno dei principali corridoi di migrazione del Paleartico Occidentale. Inoltre, sempre attraversando le colline peloritane, entra nell’Area ad elevato rischio di crisi ambientale, in Valle del Mela. Per tale area, individuata per l’elevato inquinamento presente legato all’area industriale di Milazzo, un decreto prevede sin dal 2002 interventi di risanamento mai eseguiti. Eppure una serie notevolissima di studi ha accertato già nel secolo scorso e continua ad accertare gli effetti nefasti sulla salute degli abitanti del comprensorio e in particolare sui bambini. Di questo in particolare non è stato tenuto alcun conto, soprattutto da parte della Regione Siciliana.

Aggiungo inoltre che è stata inaugurata un’opera che ha ancora sotto sequestro un sostegno (il numero 45), che ha in corso un processo per il sostegno 40, che dovrebbe concludersi con una condanna alla demolizione, secondo le norme vigenti; inoltre, molte delle prescrizioni impartite devono ancora essere verificate, quindi non c’è e non può esserci in queste condizioni il collaudo finale.

Che queste criticità non siano state approfondite dalla stampa né chiarite dalle Autorità competenti prima dell’inaugurazione la sorprende?

La cosa purtroppo non mi meraviglia affatto. Il sostegno n. 45, sito in prossimità del Villaggio Serro nel Comune di Villafranca Tirrena, a meno di un provvedimento della magistratura dell’ultima settimana che non conosciamo, risulta ancora sotto sequestro dal mese di gennaio per le criticità rilevate dai consulenti della Procura, che proprio qualche settimana fa non ci ha concesso l’accesso al fascicolo del procedimento penale proprio perché le indagini preliminari non sarebbero ancora concluse. Se lo fossero state, con archiviazione della segnalazione fatta nel 2014 dal Corpo Forestale della Regione Siciliana di Messina, lo avremmo appreso certamente dalla organizzazione mediatica di Terna, certamente più efficiente di quella tecnica. Ci risulta invece che i sigilli sono stati tolti per consentire la realizzazione delle opere urgenti di messa in sicurezza del versante. Inoltre il sostegno n. 40, nel comune di Saponara, è stato sequestrato nel febbraio 2015, e dissequestrato nel luglio 2015 perché non sussistevano più, secondo il PM, le esigenze cautelari. Lo stesso PM ha però citato in giudizio l’ing. Roberto Cirrincione di Terna, gli architetti Salvatore Scuto e Anna Piccione della Soprintendenza di Messina e il geom. Simone Dal Pozzo della ditta appaltatrice dei lavori. Il 23 maggio scorso si è tenuta la seconda udienza preliminare e in tale occasione sono state presentate due istanze di costituzione di parte civile da parte delle associazioni I Cittadini e Associazione Mediterranea per la Natura Onlus (MAN), una istanza di ammissione all’azione popolare per il Comune di Saponara da parte della signora Rossana Giacobbe e la citazione in giudizio del presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta, come responsabile civile dei danni causati al territorio. La prossima udienza è fissata per il 27 settembre.

Possiamo parlare di disastro ambientale?

Il disastro ambientale della Nuova Stazione Elettrica di Villafranca Tirrena nel Torrente Gallo si è verificato a fine 2011 e ha determinato una modifica totale dell’originario progetto, autorizzato a fine febbraio 2009 e incredibilmente sottratto alla Valutazione di Impatto Ambientale, con le conseguenze che si conoscono. Per il vicino sostegno 45 aspettiamo di conoscere le valutazioni della Procura. Ma non è da meno il disastro paesaggistico.

Cosa hanno fatto le associazioni del territorio?

Contro l’elettrodotto si sono opposte in giudizio le associazioni Legambiente Comitato Regionale Siciliano e MAN, con ricorso al Tar del Lazio nel settembre 2010. L’associazione MAN ha presentato anche un secondo ricorso nel novembre 2010. Nessuno dei suddetti ricorsi ha mai avuta fissata la prima udienza, nonostante le istanze di prelievo. Il ricorso del novembre 2010 al Tar del Lazio da 100 cittadini del Villaggio Serro del comune di Villafranca Tirrena, è giacente al Consiglio di Stato dalla primavera del 2013 in attesa di fissazione dell’udienza, essendo stato respinto in prima battuta dal Tribunale Amministrativo. 

Cambierà qualcosa a livello energetico per il territorio siciliano?

L’entrata in funzione dell’elettrodotto Sorgente Rizziconi farà fermare solo una delle numerose centrali elettriche della Sicilia, quella di Sorgente nel comune di San Filippo del Mela, già abbondantemente ridimensionata dalle severe prescrizioni dell’Autorizzazione Integrata ambientale del 2009. Cambierà pertanto ben poco nella bolletta dei cittadini. Sarebbe logico chiedersi perché si è scelto di non ammodernare le centrali siciliane, visto anche che la rete interna non consente per la sua inadeguatezza e vetustà uno scambio di produzione tra le varie aree dell’isola. L’energia del Sorgente-Rizziconi non andrà molto lontano in Sicilia, ma servirà essenzialmente per la città di Messina.

Analogamente, passerà molto tempo ancora prima che l’energia prodotta dalle numerosissime centrali eoliche della Sicilia possa attraversare lo Stretto in misura consistente, data la forte carenza della rete siciliana nei collegamenti est-ovest e nord-sud, che impongono talora il distacco delle centrali, con pagamento però della mancata produzione elettrica.  Non è un caso che Terna abbia già previsto, nel Piano di Sviluppo 2013, un secondo collegamento in Sicilia tra la Nuova Stazione Elettrica del Torrente Gallo di Villafranca Tirrena e quella di Sorgente 2, per raggiungere poi Assoro, nel centro della Sicilia. Ma la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani di Sviluppo Terna 2013-2016 è ancora in itinere.

Quali sono le principali anomalie riguardanti le norme ambientali di fonte comunitaria e il paesaggio? Sono solo presunte queste violazioni?

Le anomalie sono molte e non presunte: la frammentazione a fini VIA dell’originario e unitario progetto. Pur ricadendo in Zona di Protezione Speciale e sottoposta a vincolo paesaggistico, la costruzione della Centrale nel Torrente Gallo veniva avviata a realizzazione senza Valutazione di Impatto Ambientale, contrariamente a quanto previsto dalla legislazione europea e italiana; un’altra è stata certamente la modifica nel 2010 dell’originario Decreto VIA senza alcuna procedura di evidenza pubblica, per sottrarre il progetto alla valutazione della Commissione Europea, non gradita da Terna, ma prescritta nel 2008 dalla Regione Sicilia e recepita nel decreto VIA del 2009; ancora, il disconoscimento delle misure di conservazione del Piano di Gestione dei siti Natura 2000, elaborato dalla Regione Siciliana con i fondi del Ministero dell’Ambiente e della Comunità Europea. Il Piano di Gestione non consente dal 30/06/2009 la realizzazione di elettrodotti in fase aerea nella ZPS e conseguentemente almeno nei 5 chilometri adiacenti; inoltre tutte le opere collaterali, non presenti nel progetto definitivo né in quello esecutivo, sono state sottratte alla dovuta previa valutazione dell’autorità ambientale e soprattutto alla valutazione degli effetti di cumulo.

Va ricordato infine che le verifiche delle prescrizioni impartite, che si sarebbero dovute fare sul progetto esecutivo prima dell’inizio lavori, non risultano ancora effettuate, secondo il sito del Ministero dell’Ambiente. Particolarmente grave la A5, riguardante il rispetto dell’obiettivo di qualità dei 3 microtesla, verificata negativamente dall’Arpa Sicilia nell’estate 2015.

Vengono violate norme sul paesaggio?

Nel mese di gennaio 2010 veniva pubblicato il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, adottato il 4 dicembre 2009. Il Piano individua, fra l’altro, un crinale che scende dallo spartiacque Jonio-Tirreno verso il Mar Tirreno, nel comune di Saponara. Tale crinale risulta sottoposto a livello di tutela 3, il massimo previsto dal Piano, per una larghezza di 400 metri, in cui è posto il divieto di realizzare nuove strade, antenne, elettrodotti, impianti eolici e altro.

Il crinale ricade per intero nella Zona di Protezione Speciale ed è attraversato dal tracciato dell’elettrodotto. Il D.Lgs. 42/04 e ss.mm.ii. prevede, all’art. 143 comma 9, che dalla data di adozione del Piano non sono consentiti interventi in contrasto con le previsioni del piano stesso (Norme di Salvaguardia). La Normativa di Piano richiama all’art. 10 l’entrata in vigore delle Norme di Salvaguardia con la pubblicazione del Piano e la impossibilità di realizzare interventi in contrasto con il Piano stesso. La stessa Normativa di Piano prevede che le autorizzazioni già rilasciate per progetti di opere non ancora intraprese alla data di adozione del Piano restano valide limitatamente alle aree in cui il Piano non preclude la loro realizzazione.

Alla luce pertanto di quanto esposto, poiché i lavori dell’elettrodotto sono stati avviati solo nell’autunno 2012, con la pubblicazione del Piano (2010), l’autorizzazione rilasciata a Terna nel 2007 ha perso la sua efficacia nella parte che riguarda l’attraversamento del crinale citato.  

Cosa pensa che i cittadini debbano sapere?

Che la più alta efficienza di Terna è nella comunicazione. Non corrisponde al vero che il sequestro ha già determinato un ritardo nell’entrata in esercizio dell’elettrodotto. Infatti la mancata verifica citata del progetto esecutivo rende impossibile il collaudo di fine lavori.

Inoltre l’energia elettrica che dovesse raggiungere la stazione elettrica di Sorgente servirebbe solo a servire Messina e sostituire la vicina Centrale Elettrica Edipower, A questo va aggiunto che è impossibile trasportare energia da Sorgente verso Palermo e viceversa, dal momento che la rete elettrica interna della Sicilia è vecchia e satura. Sarà pienamente funzionante solo quando sarà realizzato l’anello a 380 KV, di la da venire per errori di programmazione e di progettazione. Oggi le numerosissime centrali eoliche del trapanese sono staccate a turno per l’impossibilità di immettere in rete l’energia prodotta (di fatti non raggiunge Sorgente, diversamente sarebbe staccata da tempo la centrale Edipower).

Cosa accadrà alla Sicilia?

Cercheranno di far diventare la Sicilia una selva di elettrodotti. Infatti Terna, alla faccia di tutte le normative ambientali citate, sta progettando un secondo collegamento tra la centrale di Torrente Gallo nel comune di Villafranca Tirrena e una nuova stazione denominata Sorgente2. Ma la sensibilità dei cittadini su questi argomenti è in forte crescita e non sarà facile ignorarla.

Faccia Lei adesso una domanda e si rivolga al Governo.

Perché la Regione Sicilia ha scelto di importare energia elettrica dalla Calabria, invece di ammodernare le vetuste centrali elettriche siciliane, che hanno tempi biblici di risposta alla richiesta di maggiore energia? Perché non utilizzare il turbogas, visto che la Sicilia è attraversata da ben tre mega-metanodotti? Perché non modificare la norma che determina giornalmente il costo dell’energia, se è vero che la situazione siciliana ne è responsabile? Perché non valutare i costi ambientali dei gradi collegamenti per il trasporto dell’energia elettrica?

 

l’intervista integrale su barbarafloridia.com

 

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