L’interrogazione parlamentare sul terreno di Furnari, ci sono i mazzarroti!

Era il 30 marzo e i parlamentari siciliani Francesco  Campanella e Fabrizio Bocchino interrogavano con richiesta di risposta scritta diversi Ministri per la vicenda di Furnari.

Cosa c’entrano i mazzarroti? lo spiegano gli stessi deputati che scrivono: “il signor Franco Armando Lopes, cognato dell’architetto Antonella Giuffrè, risulta invece essere fratello del dottor Salvatore Lopes, ex sindaco di Furnari fino allo scioglimento degli organi elettivi da parte del Presidente della Repubblica, colpito da provvedimento restrittivo nell’operazione “Torrente”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina ed imputato nel procedimento penale iscritto, pendente presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, unitamente ad alcuni esponenti della cosiddetta cosca dei Mazzarroti”.

Ecco il testo integrale:

Ai Ministri dell’interno, per la semplificazione e la pubblica amministrazione, per gli affari regionali e le autonomie e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare – Premesso che, secondo quanto risulta agli interroganti:

in data 23 settembre 2011, con nota prot. n. 0.03.03/27533, sezione Demanio, il comandante della Capitaneria di porto di Milazzo trasmetteva alla Regione Siciliana, Dipartimento regionale territorio e ambiente, Servizio IX -Demanio Marittimo, copia dell’istanza avanzata dalla ditta Scardino Federico e Giuffrè Loredana, tendente ad ottenere il rilascio di una concessione demaniale marittima, della superficie di 21.672 metri quadrati, identificata al catasto terreni al foglio 1, particelle 789-250-739-740-788-951-877-742- 41, per realizzare un parco tematico in contrada “Siena” del comune di Furnari;

successivamente, con nota del 9 febbraio 2012, assunta al numero di protocollo 129 (ARTA 2614/ FUR 085), il dirigente dell’ufficio Demanio marittimo di Milazzo, trasmetteva al Comune di Furnari, in duplice copia, avviso, in pari data, con richiesta di affissione all’albo pretorio del Comune per 30 giorni, “allo scopo di presentare istanze in concorrenza o osservazioni a chiunque ne avesse interesse al fine di tutelare i loro eventuali diritti, in attuazione dell’art. 3 Decreto Assessoriale n. 32/GAB del 19.04.2010”;

a fronte di detta richiesta di concessione, il Comune, con nota assunta al prot. 2203 del 15 marzo 2012, nel proporre specifica opposizione e fermo diniego, evidenziava che, nell’area oggetto della richiesta di concessione, non era ammessa alcuna edificazione, neppure a carattere provvisorio, sussistendo specifici divieti ed incompatibilità derivanti dalle previsioni dello strumento urbanistico e del regolamento edilizio vigenti, nonché espressi divieti derivanti dal regime vincolistico;

veniva ulteriormente evidenziato che la richiesta di concessione era relativa ad un’area del demanio marittimo (arenile) di assoluto interesse da parte dell’ente, sulla quale insisteva un parco urbano costiero, finanziato con fondi regionali e di uso pubblico e che l’eventuale rilascio della concessione in capo ai richiedenti avrebbe comportato lo stravolgimento dell’impianto pianificatorio programmato dall’amministrazione comunale deducente, con ineludibili effetti negativi sul delicato sistema ambientale e paesaggistico;

a quanto risulta agli interroganti, il Comune di Furnari, pur avendo manifestato un interesse pubblico contrario all’uso privato nei termini anzidetti dell’area, non sarebbe stato informato della conclusione e dell’esito del procedimento da parte della pubblica amministrazione regionale;

con atto di compravendita dell’11 settembre 2014, stipulato in Barcellona Pozzo di Gotto in notar Antonella Giambò, il terreno, ricadente nel comune di Furnari, identificato al catasto terreni dell’ente medesimo al foglio 1 particelle n. 739, are 74,89; n. 740 are 64,61; n. 788 are 12,40; 789 are 44,50, erano state trasferite dalla Regione Siciliana a favore del signor Scardino Federico e della signora La Rocca Franca per il prezzo complessivo di 3.944,80 euro;

per la stipula del suddetto atto, in qualità di rappresentante della Regione Siciliana, risulta essere stata delegata dal Dipartimento regionale del bilancio e del tesoro della Ragioneria generale la dottoressa Cangemi Ninfa;

la Ragioneria Generale, Servizio patrimonio, con decreto del dirigente del servizio del 19 novembre 2014 approvava l’atto di vendita, rogato dal notaio dottoressa Antonella Giambò, per la somma complessiva di 3.944,80 euro;

da un accertamento effettuato dal Comune di Furnari, finalizzato all’impugnazione dell’atto di compravendita, risulterebbe che il signor Scardino Federico e la signora La Rocca Franca, con nota del 2 aprile 2013, avevano chiesto all’Assessorato regionale dell’economia del Servizio patrimonio e, per conoscenza, all’ingegnere capo del Genio civile di Messina, l’acquisto o in subordine la concessione del terreno agricolo ricadente nel comune di Furnari, identificato a catasto terreni nelle medesime particelle riportate che, successivamente, sono poi tutte indistintamente divenute oggetto di compravendita nel citato atto in notar Antonella Giambò;

secondo quanto denunciato dal sindaco di Furnari, dottor Mario Foti, il terreno oggetto dell’impugnata compravendita sarebbe stato acquistato dai signori Scardino Federico e La Rocca Franca per il modico ed irrisorio importo di 3.944,80 euro, e ciò sulla scorta della stima effettuata dal responsabile del procedimento dell’ufficio del Genio civile di Messina, architetto Antonella Giuffrè, con un procedimento vistosamente viziato da plurime irregolarità ed illegittimità;

risulterebbe, infatti, che detto valore di stima è di gran lunga inferiore ai valori di stima svolti per la medesima area da parte dell’Intendenza di finanza di Messina che nell’anno 1991 lo stimava per un valore di circa 300 milioni di lire;

a parere degli interroganti, appare singolare la circostanza che il dirigente tecnico l’ufficio del Genio civile di Messina, architetto Antonella Giuffrè, dapprima quantificava il canone annuo di locazione dell’area in 3.944,80 euro; poi successivamente, re melius perpensa, lo ridetermina in soli 394,48 euro, stabilendo che il prezzo di vendita in 3.944,80 euro è pari esattamente a quello precedentemente stabilito per l’affitto;

a quanto risulta agli interroganti, l’architetto Giuffrè, dipendente presso il Genio civile di Messina ed estimatrice del bene demaniale oggetto di questa strana alienazione, sarebbe la sorella della signora Loredana Giuffrè, la stessa persona che aveva fatto richiesta all’ufficio del Demanio di Milazzo di istanza di concessione in uso per la stessa area, per la quale il Comune di Furnari aveva espressa formale opposizione;

risulta inoltre agli interroganti che:

l’attuale acquirente, Franca La Rocca, sarebbe moglie del dottor Vincenzo Venuto, un professionista di Barcellona Pozzo di Gotto, testimone di nozze del signor Franco Armando Lopes e della signora Loredana Giuffrè, quest’ultima sorella dell’architetto Antonella Giuffrè, responsabile del procedimento incardinatosi presso l’ufficio Genio civile di Messina;

il signor Franco Armando Lopes, cognato dell’architetto Antonella Giuffrè, risulta invece essere fratello del dottor Salvatore Lopes, ex sindaco di Furnari fino allo scioglimento degli organi elettivi da parte del Presidente della Repubblica, colpito da provvedimento restrittivo nell’operazione “Torrente”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina ed imputato nel procedimento penale iscritto, pendente presso il Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, unitamente ad alcuni esponenti della cosiddetta cosca dei Mazzarroti;

allorquando l’amministrazione regionale riceve una richiesta di concessione demaniale marittima procede, ai sensi dell’art. 3 del decreto assessoriale n. 32 del 19 aprile 2010, a richiederne l’affissione presso l’albo pretorio del Comune ove è ubicata l’area per giorni 30, mediante un avviso con termine per istanze in concorrenza e/o osservazione;

a parere degli interroganti, la stima del valore del terreno per la compravendita non poteva operarsi secondo i criteri scelti dagli uffici del Genio civile di Messina, perché regolamentavano esclusivamente i criteri per la concessione in uso dei beni demaniali e patrimoniali e non quelli relativi alla vendita di un bene demaniale;

secondo quanto disposto dall’art. 8 della legge regionale n. 28 del 29 dicembre 1962, comma 1, lettera m), l’attribuzione del Demanio marittimo è riservata alle esclusive competenze dell’Assessorato territorio e ambiente e non all’Assessorato regionale dell’economia, che, in questo caso, risulterebbe non competente, né per la concessione del bene demaniale, né, a maggior ragione, per la vendita;

risulta agli interroganti che la domanda presentata dagli acquirenti in data 2 aprile 2013 difetti dei requisiti anche per la concessione in uso, tenuto conto che, oltre a non contenere le finalità di utilizzo e le iniziative progettuali di promozione dell’immobile, risulta sprovvista del certificato antimafia, così come richiesto in tutti i rapporti negoziali che i privati contraggono con la pubblica amministrazione;

a parere degli interroganti appare illegittimo ed assolutamente sospetto che il procedimento di stima sia stato effettuato secondo i valori agricoli medi, senza aver tenuto conto delle precedenti valutazioni e dei valori di mercato, così come sancito con sentenza n. 181 del 2011 della Corte costituzionale;

a quanto denunciato dal Comune di Furnari, l’amministrazione pubblica regionale avrebbe illegittimamente proceduto alla vendita dell’area, violando i principi di trasparenza, eguaglianza, imparzialità e di non discriminazione, non comunicando allo stesso Comune la nota che autorizzava la vendita a trattativa privata, così come previsto all’art. 11, comma 2, della legge regionale n. 6 del 7 marzo 1997, che prevede espressamente: “Nella cessione dei beni patrimoniali e demaniali della Regione è data facoltà di prelazione agli enti locali nel cui territorio di competenza detti beni ricadono. L’ente acquirente è tenuto a non cedere il bene acquisito per un periodo non inferiore ad anni dieci”;

risulta inoltre agli interroganti che la dottoressa Cangemi Ninfa, funzionaria delegata dalla Ragioneria generale, abbia partecipato alla stipula di altri atti di compravendita sospetti, per la vendita di alcuni terreni siti nei comuni di Stromboli e di Porto Empedocle; anche in questi casi le compravendite avvenivano tra la Regione Siciliana ed i soggetti privati con pagamenti di importi irrisori;

considerato inoltre che:

a quanto risulta agli interroganti, l’Avvocatura distrettuale dello Stato di Messina, nel costituirsi nel giudizio introitato dal Comune di Furnari (che vede come altri convenuti la presidenza della Regione, l’Assessorato all’economia e l’Assessorato territorio e ambiente), contro Scardino Federico e La Rocca Franca, acquirenti dell’immobile demaniale, nel sostenere una tesi assolutamente risibile e priva di pregio ha, di fatto, giustificato la “svendita” dell’area, sconfessando alcune dichiarazioni fatte nei giorni scorsi dallo stesso presidente della Regione, Rosario Crocetta, che annunciava azioni esemplari dopo i dovuti accertamenti (annullamento degli atti di compravendita e giuste punizioni a carico di eventuali responsabili);

a giudizio degli interroganti, sussiste tutta una serie di violazioni di legge, di comportamenti illegittimi e di fattispecie aventi rilevanza penale che, oltre alla nullità degli atti di compravendita, necessitano dei dovuti chiarimenti affinché chi fa parte dell’amministrazione pubblica ed effettua operazioni contrarie alla legge non resti impunito,

si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti e se, nell’ambito delle rispettive competenze, intendano avviare gli opportuni approfondimenti istruttori per verificare se siano da ravvisarsi ipotesi di danno erariale e di responsabilità penale, anche di soggetti appartenenti all’amministrazione pubblica della Regione Siciliana, adottando, per quanto di competenza, ogni provvedimento conseguente nei confronti degli eventuali responsabili.

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it