Ferrovie obsolete: al Sud il Governo destina solo l’ 1,2% dei fondi stanziati

Il disastro avvenuto nella giornata di ieri in Puglia che ha causato -fin qui- 27 morti e 50 feriti, ha risollevato il problema dei finanziamenti ferroviari che Ferrovie dello Stato mette a disposizione per il Sud Italia, ove arriva solo l’1,2% della somma investita per le opere dell’altà velocità. Il restante 98,8% dei capitali viene impiegato esclusivamente al Nord e come si evince dagli ultimi provvedimenti di Governo, in materia di trasport ferroviari, il Mezzogiorno d’Italia sembra rimanere in quel dimenticatoio nel quale è collocato da decenni.

Michele Barresi
Michele Barresi

Michele Barresi, segretario del sindacato Orsa Trasporti di Messina, raggiunto telefonicamente, non trattiene l’indignazione per certi dati: “L’1,2% dei finanziamenti è incommentabile. Con specifico riferimento alla Sicilia, dove è pressante il bisogno di migliorare i servizi, ammodernizzare le tratte, crearne delle nuove, puntare su nuovi convogli e diminuire i tempi di percorrenza, i fondi che si trovano sono ancora meno di quel risicato 1,2% che va spalmato nelle 8 regioni del Sud.In materia di sicurezza nel Mezzogiorno”, prosegue il sindacalista, “siamo molto indietro. Ma ci sono delle diffferenze tra il nostro territorio e quello pugliese”, ci tiene a precisare Barresi che spiega come il sistema ferroviario della nostra regione sia stato, negli anni, adeguato -seppur in modo non avanguardistico- introducendo tecnologie che all’occorrenza subentrano scongiurando che l’errore umano possa essere foriero di disastri come quello occorso nella giornata di ieri. In zone come quella teatro del dramma, il sistema risalirebbe addirittura alla seconda guerra mondiale.

Detto questo, però, non va taciuto che anche in Sicilia il binario unico è una normalità: l’80% del del trasporto ferroviario, infatti, avviene su un unica linea, il che chiaramente comporta anche una lentezza immane nella copertura dei collegamenti, specie considerato che molti tratti non sono elettrificati. A chiarire questo desolante quadro è ancora Barresi che aggiunge: “E’ ovvio che questo causi dei disagi enormi a quei numerosi pendolari che ogni giorno prendono i treni per giugnere al luogo di studio o di lavoro”. Intanto però la tv propone spot con immagini da business class: viaggiatori accomodati su poltrone in pelle, viaggiano sereni mentre sorseggiano vino bianco in bicchieri scintillanti che neanche all’esposizione di swarovski. Al sud la realtà è ben diversa e, per quanto i meridionali paghino il biglietto come (e quanto se non di più) chi si sposta dal centro in su, per noi tra vetture che ricordano carri bestiame e treni che eufemisticamente potremmo definire vintage, il servizio erogato è proprio un’altra storia. Al Sud devi pregare Dio di arrivare e, a questo punto, possibilmente, vivo. Intanto la classe governativa urla al bisogno di giustizia e verità, giurando che saranno trovati i responsabili di tanto dramma occorso in terra pugliese. Bè, basta cercare tra gli specchi dei palazzi del potere e negli archivi fotografici di chi, prima di oggi, li ha occupati infischiandosene di risolvere la dannata questione meridionale.

@PieroGenovese @EleonoraUrzìMondo

 

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