Le carceri di Sicilia, il Cosp “gravi criticità, manca il personale”

Il Cosp (Coordinamento sindacale penitenziario) apre la propria associazione sindacale a Niscemi per le esigenze del territorio e degli uomini in divisa. Un sindacato che ribadisce le “gravi criticità dovute alla mancanza di circa 350 uomini e 50 donne corpo polizia penitenziaria nelle numerose prigioni siciliane”.

“Ancor più critica la situazione sui turni di servizio, sulle ore eccedenti a quelle ordinarie di 6 ore richieste e prestate allo stato oltre le 8 ore o, le 12 ore di servizio riservate ai nuclei e piantonamenti e traduzione, lavoro straordinario e buono pasto di cui il personale operante attende ancora il pagamento”.

Le dodici strutture Penitenziarie visitate dal Cosp tra il Catanese, Caltanissetta, Messina etc. presentano, quasi tutte, gravi crepe negli organici della Polizia Penitenziaria maschile e femminile, una vistosa vacanza numerica che in alcune sedi supera il 30% rispetto alle postazioni interne detentive e il carico eccessivo di lavoro che a questi Uomini e Donne l’Amministrazione ben cosciente della crisi continuerebbe a disporre.

Tra l’altro, ad aggravare la situazione con ridotti spazi detentivi degli oltre 3800 detenuti stipati nelle Carceri della Sicilia, sarebbero le condizioni logistiche e strutturali,gli ambienti insalubri,la promiscuità, il fumo nocivo mai adeguatamente affrontato, le discutibili condizioni igienico sanitarie e il caldo che proprio in questi giorni che il leader Nazionale Domenico Mastrulli del COSP e la Sua delegazione Regionale, Provinciale e Territoriale ha effettuato, superava anche i 45 gradi.

“Una battaglia di civiltà sul benessere del personale finalizzata a un miglioramento della vita degli Uomini in divisa per le pessime condizioni di igiene,salubrità e sicurezza attualmente vigente nei penitenziari Siciliani”. Così  il Sindacato COSP prova a lottare in tutte quelle realtà dove il benessere del personale è ancor di più e, ancor peggio evidente quale la sede di GELA – CATANIA PIAZZA LANZA – GIARRE ma anche in quelle sedi dove il Bar Sala Spaccio e Sala Convegno verrebbero aperte a “dosaggio” giornaliero come Messina e non con una continuità oraria aderente ai turni di servizio che i Poliziotti Siciliani nonostante le altissime temperature oltre i 42/45 gradi, che i rappresentanti dello Stato sopportano sulla cinta muraria, sui mezzi del Corpo di vigilanza e nei settori detentive.

Il Sindacato ha inoltre ascoltato direttamente, fuori dal servizio, la Polizia Penitenziaria sul sistema celle aperte, Vigilanza Dinamica e sulla forse troppo e tanta libertà negli ultimi mesi offerti dal Vertice Penitenziario nazionale ai reclusi che in Italia supera la soglia di 54.000 contro le 44.000 posti letto, mentre in Sicilia superano i 3.800 contro una capienza di circa 3000 posti letto.

“Si ha necessità di una dirigenza penitenziaria che rafforzi l’attuale stato delle Relazioni Sindacali che sembrano andare a senso unico quale lo spostamento di personale dalle Carceri alla Scuola di Catania senza alcun interpello regionale e privo di trasparenti criteri, si avverte la necessità di una maggiore incidenza sui trasferimenti dalle graduatorie nazionali, e non uno spostamento schizofrenico di uomini e mezzi da un Istituto all’altro penalizzando le dotazioni organiche delle sedi cedenti a quelle riceventi. COSP – Proprio per far fronte alle tante criticità e necessità che gli operatori della Sicurezza del Mondo penitenziario hanno bisogno, ha aperto una Specifica Sezione Associazione CO.S.P. nella città di Niscemi seguita dal  segretario provinciale già Poliziotto Penitenziario Saro La Porta, con l’ausilio di Luigi Barbera, messinese in forza ad Arghillà di Reggio Calabria, Segretario Regionale Poliziotto Penitenziario, al fine di meglio individuare sul posto, le esigenze del popolo delle divise direttamente nel territorio siciliano.

Infine, inaccettabile appare dover assistere alla disgregante movimentazione dei dirigenti penitenziari che amministrino ancora oggi contemporaneamente più sedi Penitenziarie mentre nei PRAP e DAP il numero dei dirigenti e dei Funzionari sembrano andare ben oltre le dotazioni necessarie, come dire: “si da ossigeno a chi respira e si toglie il respiro a chi boccheggia” siamo di fronte alla solita politica di “Palazzo” non condivisa dal nuovo e moderno Sindacato”.

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