Renzi in Sicilia per firmare un nuovo Patto: la propaganda del Premier per il referendum

Donne, sta arrivando Matteino.

Dopo qualche giretto su e giù per il meridione, nei mesi scorsi, per proporre patti e contropatti, ma soprattutto dopo svariate polemiche al riguardo con sindaci e governatori “meno amici” -De Magistris ed Emiliano-, il Premier, oggi, verrà ad apporre la sua firmetta su un documento per il Sud qui da noi. E, a proposito di tour Made in Sicily, chi fosse ansioso di non perdersi l’intervento del capo del Governo in quel di Catania, in occasione della Festa dell’Unità, previsto per questo pomeriggio intorno alle 18.30, potrà usufruire di un servizio pullman gratuito che partirà dal Boccetta -Chiesa dell’Immacolata- alle 15.00.14302712_1099093480169344_912451531_n

“Ancora investimenti per rilancio #Sud Paese. Sabato tocca a Patti per #Sicilia e #Puglia. Governo nazionale punta su Mezzogiorno per ripresa”. Questo l’annuncio trionfale del ViceRe-nzi, Davide Faraone, cinguettato dal deputato regionale democrat. Dall’altra parte, ossia la Puglia per l’appunto, frena l’entusiasmo il governatore della Regione che del premier non è proprio il primo fan: “Il Patto per il Sud non è un regalo; è un qualcosa che alla Puglia e al Mezzogiorno spetta”. E ha ragione da vendere il buon Emiliano. Infatti ci spettano eccome. Andiamo per gradi.

Ci sono in ballo otto accordi governo-regioni cui si sommano gli otto governo-città metropolitane per i quali l’esecutivo ha previsto di destinare 13 e mezzo dei 43,8 miliardi del Fondo sviluppo coesione (Fsc).

Smart cities, risoluzione di problemi e carenze infrastrutturali e digitali, ambiente, sviluppo economico e agricoltura: questi i comparti da finanziare. Insomma dalle nostre parti ce n’è di lavoro da fare. Ma mica si fa tutto in una volta. No, niente affatto: se vi eravate bevuti le promesse del Matteone nazionale, ci spiace deludervi, la storia è ben diversa. Altro che rapidità, snellezza e soluzioni cotte e mangiate che questo moderno Silvan toscano vende al pubblico italiano. Partiamo da un punto fondamentale intanto. Di quanti soldi parliamo davvero?

Il 10 agosto scorso, durante una seduta di lavoro a Palazzo Chigi, sono stati deliberati investimenti per circa 39 miliardi dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE). Di questi, sempre lo stesso giorno, 13,4 si è stabilito venissero destinati ai Patti per il Sud -distribuendoli nei diversi comparti di cui sopra-.

Ma sono proprio queste le cifre reali? Ci sono diverse risposte riscontrabili nei documenti di Palazzo Chigi e tra le parole dei membri del Governo. Ad esempio il sottosegretario Claudio De Vincenti ha affermato di recente che le risorse disponibili ammontano a 26,8 miliardi -e non 39-. Ma tra lo stanziato e il disponibile -secondo le parole di De Vincenti espresse a seguito di un’interrogazione parlamentare presentata da Sinistra Italiana-, come si può chiaramente notare c’è un discrimen di appena qualche miliardo. Cosa volete che sia…? Lo stesso sottosegretario si è fatto portatore di buone nuove per Messina perché, sì, è vero che non ci sarà alcun patto da siglare oggi con la città dello Stretto ma solo perché non è ancora tutto pronto. E’ valsa la pena di ricordare alla platea che ieri l’altro si è presentata ad ascoltarlo al Palacultura, che Messina, pur non avendo ancora assistito alla formalizzazione di alcun “patto”, è tra le destinatarie di fondi per un ammontare di 332 milioni di euro, così come le “cugine” Palermo e Catania. Insomma non resta che aspettare.

Fonte: Governo.it
Fonte: Governo.it

Un po’ di pazienza (pazienza?) e arriva anche per noi il momento di red carpet e passerelle governative tra applausi, ovazioni e – ovviamente – ringraziamenti, come se si trattasse di gentili concessioni. E quando si finisce con il Masterplan si riprende il discorso sul ponte. Oh, l’ha detto De Vincenti, accolto in città come l’incarnazione della verità rivelata, l’unto dal Signore (il signor Renzi) quindi c’è da crederci.

Ma torniamo alla dotazione del fondo che, nel frattempo, si è sensibilmente ridimensionata. Secondo un articolo pubblicato su La Stampa, le somme mancanti sarebbero state “Prelevate dal governo come a un bancomat per le più diverse esigenze dalla banda larga al piano per la ricerca ai beni culturali, per i quali il criterio di distribuzione geografica è stato capovolto: al Sud solo il 27% (peggio che con lo Sblocca-Italia, che aveva destinato solo il 38%)”.

Sud che, come dice Emiliano, è il primo beneficiario di questi importi, giacchè è la legge a dire che l’80% delle somme messe a disposizione del Fondo Sviluppo e Coesione devono essere usate nel sud Italia che, come segnalava qualche mese fa dal rapporto Svimez, sta messo peggio della Grecia in quanto a crescita. Una situazione di “sottosviluppo permanente“, si legge nel dossier.

Tra le altre cose, se si vanno a guardare gli interventi che saranno finanziati, ci si accorgerà che alcuni in realtà saranno beneficiari di sovvenzioni che sono state acquisite non da questo ma dai precedenti governi. Insomma, Renzi spaccia per suo quello che non lo è ma soprattutto vende patacche come fossero preziosi. Del resto, se la situazione è questa è solo perché nel 2016 insiste ancora una “questione meridionale” che nasce nel millennio scorso. A fronte di assenza dell’essenziale non si ringrazia nessuno (la politica) per aver fatto il proprio dovere (sempre la politica) con un ritardo di oltre centocinquantanni. E invece oggi scattano applausi e inchini (da parte di un’altra fetta di politica).

Altra stranezza è la tempistica con cui il leader del Pd (“Fuori dal quale non esiste una sinistra migliore”. Bah, se lo dice lui. Se la canta e se la suona) tira fuori dal cilindro sta storia dei Patti per il Sud. Sembrerebbero calendarizzati quasi all’abbisogna -elettorale, s’intende-. Così, ci pare di notare che, accidentalmente, le carte e le penne per le firme vengano preparate su scrivanie istituzionali in concomitanza con qualche ricorrenza elettorale. Il tutto, casualmente, anche stavolta, capita proprio nell’antivigilia della chiamata al voto, in piena campagna referendaria. Ovviamente non senza annunci in pompa magna, strapromossi dalla stampa nazionale e prontamente pubblicizzati sui social network.

Il proclama del Re-nzi arriva qualche giorno fa attraverso un tweet abbastanza curioso: nei 140 caratteri, infatti, insieme alla comunicazione dell’imminente firma dei Patti in Sicilia e Puglia, Renzi ci ficca dentro anche “altri” impegni in agenda.14256252_1099090130169679_1631452228_nTanti e diversi. Così diversi che, leggere tutto d’un fiato “LecceperbastaunsìSabatofirmapatti” suona se non male, quantomeno inopportuno.

Tutto in poche parole appiccicate le une alle altre per dire contemporaneamente: “vi sto dando soldi” -come fossero suoi, oltretutto. Brutto vizio della ItalienPolitik- e “ricordatevi che in autunno bisogna votare per la -mia- Riforma Costituzionale”. Siamo certi che l’associazione non abbia niente a che vedere con le pure intenzioni del Premier ma, riconoscerete che non è proprio una “buona comunicazione”, se non si vogliono generare pensieri maliziosi. Diciamo che se non vuole puzzare di messaggio subliminale -ma mica poi tanto sub limen- , in futuro, certi cinguettii sarebbe meglio suddividerli in due differenti tweet.

Ad Maiora!

@EleonoraUrziMondo

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