Il Piemonte fagocitato dall’Irccs Neurolesi: tutti allineati per il Crocetta show

Il governatore Rosario Crocetta e il suo fido scudiero nel ruolo di assessore alla Sanità, Baldo Gucciardi, si son presentati a Messina per la festa del Centro Neurolesi Bonino Pulejo, che ha fagocitato l’Ospedale Piemonte e messo in piedi una colossale corsa all’ingaggio di medici carrieristi molto politicizzati, alle 12,37. In ritardo di oltre un’ora.

crocetta_showE’ andata di lusso perché Crocetta ha un concetto dell’appuntamento in orario che sa di…cartaginese. Comunque, poiché lo attendevano medici incavolati provenienti da Catania e Piazza Armerina, ecco mettere in atto la manovra militare, con la complicità di chi lo scorta: entra da una porta laterale e fa tutti fessi.

Poi capisce che le tv non lo riprenderanno e che son tutte su Gucciardi, all’ingresso del nosocomio e così si ferma. Scene da “Striscia”.

piemonte_protestaI medici, quasi tutte donne e provenienti dall’ospedale Vittorio Emanuele di Catania, provano a “farsi vedere”. E allora  entra in campo la paracula, l’inserviente che è prona ai poteri: ” Non potete mettere quegli striscioni, questa è una festa”. Le dà manforte un villico che poi usa paroloni del tipo: ” Tu non puoi fare riprese con il telefonino”, rivolto a Maurizio Libro, che si è sciroppato tantissimi chilometri da Piazza Armerina perché vogliono chiudere l’ospedale Chiello e accorparlo con Enna.

Sì, chiudere l’ospedale in una città patrimonio dell’Unesco, dall’altissimo profilo scolastico, con un carcere e una sede vescovile e 400.000 turisti all’anno.

Note aggiuntive: Dino Bramanti ha detto al cronista che incontrerà volentieri Assostampa e Ordine dei Giornalisti per la vicenda delle addette stampa La Fauci e Cortese. Il contrario di quanto espresso dal suo dg Aliquò, spocchioso come pochi.

Dunque, si son presentati il presidente dell’Ars Ardizzone e quello dell’AST Finocchiaro, un paio di deputati regionali ed Enzo Garofalo con Giampi D’Alia, un defilatissimo Laccoto. Il rito si consuma. Al primo morto ne riparleremo. (@G.Pensavalli)

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