Accorinti, la “sfiducia” e le “firme farlocche”

In un interessante articolo firmato da Pietro Giunta per il Carrettino delle Idee, emergono alcune anomalie nella mozione di sfiducia, che secondo molti renderebbero nullo nella forma il documento.

“Basta guardare il documento che gira in rete, sul quale un buontempone trasformatosi in professore di lettere ha messo come voto un bel 2 alla mozione di fiducia -sottolinea il collega –  per rendersi conto che i firmatari, convinti di una certa qual loro autoreferenzialità, non si sono premuniti di mettere neanche la loro data di nascita figurarsi gli estremi di un documento di riconoscimento. Per altro verso, non risulta neanche che qualche funzionario abbia certificato l’apposizione della loro firma.

Addirittura gli ultimi tre presunti firmatari (La Russo, la Sindoni e la Scuderi) non hanno firmato la sfiducia ma un foglio totalmente in bianco. E’ questo il documento che dovrebbe dare il via alla discussione sulla sfiducia al Sindaco in Consiglio Comunale? A molti non sembra e già circolano voci sulla necessità di doverlo ripresentare e rifirmare. Altri dubbi sulla valenza del documento sono stati fatti rilevare in merito alla data di presentazione e sul termine per il suo completamento. In altre parole, un atto presentato a Luglio 2016 poteva ancora essere firmato dopo 6 mesi?

E’ chiaro che i consiglieri comunali sono conosciuti e riconoscibili, quali pubbliche figure, da tutti. Questo non significa che negli atti formali e sostanziali, come la mozione di sfiducia ad un Sindaco di una città di 250 mila abitanti, non si debbano rispettare la formalità necessarie ad identificare i firmatari. Un rilievo di forma che si trasforma in un vizio di sostanza dell’atto che potrebbe portare alla sua annullabilità.

Intanto, leviamo subito ogni dubbio. La mozione di sfiducia del Sindaco, che deve essere motivata, può formare oggetto di ricorso davanti al giudice amministrativo, la cui giurisprudenza oscilla tra considerarla un atto politico di Alta Amministrazione non sindacabile dal giudice oppure considerala come un atto sindacabile nei limiti della coerenza della motivazione, della veridicità delle contestazioni e della loro riferibilità al Sindaco”.

erri_delucaIntanto la mozione, (di cui da due anni si parla, salvo aver chiuso adesso la “raccolta delle firme”) a cui è stata apposta la firma anche dalla presidente del consiglio Barrile, accusata di aver perso il suo ruolo “superpartes”, ha dato inizio ad una vera campagna elettorale, soprattutto a favore del Sindaco che gode di prestigiosi sostenitori.

Lo scrittore Erri De Luca ha preso pubblicamente posizione, inviando un messaggio al Sindaco: “Sto con Renato Accorinti, un uomo limpido e indipendente, trascinatore civico del movimento che ha fermato il delirio del Ponte sullo Stretto e l’ha rispedito al largo. Messina deve difendere il suo migliore rappresentante pubblico. Coraggio non te ne manca, caro Renato, perciò buona fortuna, erri ”

Anche il vignettista Vauro ha realizzato un videomessaggio a sostegno dell’ammistrazione.                  

In città a prendere la parola il giudice Marcello Minasi che scrive:
“La diagnosi di quello che sta succedendo è semplicissima: stanno arrivando trecento milioni delle opere da fare finalmente a Messina. I buchi finanziari delle precedenti amministrazioni si stanno colmando, tutta la macchina a poco a poco si va aggiustando. Appena finiranno le contrattazioni tra un processo e l’altro (quasi tutti i consiglieri comunali sono indagati per gettonopoli) Accorinti salterà. Messina non tollera alcun cambiamento: restituiamola ai Buzzanca e Genovese (anch’ essi sotto processo) degni di questa città orribile”. (@Pal.Ma)

 

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