Processo Manca a Viterbo: “nessuna violenza, solo questione di droga”

Secondo la testimonianza della dottoressa Dalila Ranalletta, che si occupò dell’autopsia e del tossicologo forense dell’Università di Siena, Fabio Centini, non ci sarebbe stata alcuna violenza sul giovane urologo Attilio Manca, ma a causarne la morte sarebbe stato un mix letale di alcool, medicinali ed eroina.
E’ giunto alle ultime battute il processo a Monique, Monica Mileti, la romana cinquantenne che avrebbe ceduto ad Attilio Manca, medico di Barcellona, la dose fatale di eroina. Eroina che mescolata ad altre sostanze avrebbe provocato la morte per edema polmonare acuto dell’urologo di Belcolle, trovato cadavere l’11 febbraio 2004 nella sua casa della Grotticella. “Ma non chiamatela overdose”. L’hanno detto entrambi i periti sentiti dal procuratore capo Paolo Auriemma, parte integrante del processo nelle vesti di pm, dopo l’andata in pensione di Renzo Petroselli. Per la prima volta in aula il medico legale che ha fatto l’autopsia, Dalila Ranalletta. E il tossicologo forense Fabio Centini, dell’università di Siena. “Anche modestissime quantità di droga possono uccidere. Per questo noi addetti non usiamo più il termine overdose, anche se è rimasto nell’uso comune”, ha spiegato il medico.
A uccidere Manca sarebbe stato un mix di alcol, medicinali e droga: “Sul campione ematico e urinario abbiamo rinvenuto eroina, diazepam, nello specifico Tranquirit, e alcol etilico, seppure in modesta quantità, 0,30. Pericolosissimi se assunti contemporaneamente, perché ne viene potenziato l’effetto fino a portare alla morte, come nel caso di Manca”. Poi ha parlato dell’esame tricologico: “Niente di strano che sia stato fatto successivamente. E non è un’esame irripetibile. Avevamo due campioni. Uno messo da parte per conservarlo da 3 a 5 anni, come si fa normalmente. Il test, nel nostro caso, dimostra che Manca aveva già fatto uso in precedenza di eroina”.
“Che delusione – commenta la madre di Attilio, Angela Manca –  dopo 13 anni di lotta per avere verità e giustizia e dopo le dichiarazioni di numerosi pentiti, sentire ancora dire: ma perchè dovevano uccidere Attilio? Ma siete sicuri della pista Provenzano? Ma è vera l’ultima telefonata dell’11 Febbraio ? A volte sono stanca, molto stanca di combattere una battaglia così difficile!”

Partecipa alla discussione. Commenta l'articolo su Messinaora.it