Presidio a piazza Cairoli in solidarietà al popolo palestinese

Un invito rivolto alla comunità messinese a sostenere il popolo palestinese:  domenica 17 dicembre dalle ore 11 a Piazza Cairoli  ARCI territoriale Messina e Circolo Thomas Sankara di Messina, Cambiamo Messina dal Basso, Centro culturale islamico, Comunità Palestinese di Messina, Partito della Rifondazione comunista – Federazione di Messina e Circolo Peppino Impastato di Messina, Sinistra Italiana e Unione Inquilini Messina hanno organizzato una manifestazione a sostegno del popolo palestinese, chiedendo il ritiro del Giro d’Italia da Israele.

palestina1“Non condividiamo questa scelta – spiegano gli organizzatori –  la volontà di varcare i confini italiani da parte degli organizzatori avrebbe dovuto premiare un paese pacifico e non un regime teocratico che ha scelto la violenza come arma di sottomissione
dei palestinesi. Gerusalemme, una delle città più antiche del mondo, dal 1948 è teatro di conflitti, causati dall’occupazione israeliana, nei confronti della popolazione palestinese, che si è vista togliere prima la parte occidentale della città e poi nel 1967 vedere occupata anche la zona est. Gerusalemme è quindi divisa in due parti separate da un muro alto circa 8 metri che causa gravi problemi e danni alla struttura sociale ed economica.

Il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele da parte del presidente USA è un altro doloroso colpo al morale dei palestinesi, poiché dimostra ancora una volta come le potenze internazionali agiscano senza Accettare o riconoscere l’esistenza dei palestinesi, nonostante sia la popolazione che subisce il peso delle conseguenze.
Il problema della dichiarazione USA, tuttavia, non si basa sul riconoscimento e sull’affermazione in sé, ma sulla serie di eventi che hanno portato alla sua concretizzazione. È il culmine del fallimento internazionale nell’affrontare le violazioni di Israele dei diritti umani, il continuo sostegno degli Stati Uniti a Israele, l’incompetenza della Leadership palestinese nel raggiungere soluzioni attraverso gli sforzi diplomatici e, più recentemente, la nuova amicizia che l’amministrazione statunitense sta costruendo con alcuni Stati arabi.

La storia si ripete.

Quest’anno – anno in cui Gerusalemme è riconosciuta dagli Stati Uniti come la capitale di Israele – segna anche 100 anni da quando Lord Balfour concesse al movimento politico sionista il diritto a una patria ebraica in Palestina.

L’ultima decisione americana, quindi, riecheggia la stessa posizione secondo cui le potenze internazionali possono ignorare la popolazione indigena palestinese e il loro diritto all’auto-determinazione.

Il governo israeliano ha imposto un controllo assoluto e completo sulla popolazione palestinese a Gerusalemme, proprio come ha fatto in altre città e paesi palestinesi. I palestinesi di Gerusalemme possiedono solo documenti di residenza, che possono essere revocati in qualsiasi momento; Israele demolisce continuamente case nei quartieri palestinesi con il pretesto che mancano di permessi, e i giovani palestinesi sono bersagliati in modo discriminatorio dalle forze israeliane.

Sono queste politiche israeliane, le stesse politiche contro cui i palestinesi hanno protestato per anni, che hanno messo a tacere le voci palestinesi così che Gerusalemme possa essere presentata di fatto come israeliana”.

 

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