Villaggio Le Rocce alla Città Metropolitana: quale futuro per l’area tolta ad Antonio Presti? (video)

di Marina Pagliaro – Volge al termine la questione legata al Villaggio Le Rocce che a Novembre del 2016 l’ex commissario della Città Metropolitana, Filippo Romano, e il sindaco Renato Accorinti avevano dato in comodato d’uso gratuito al Mecenate Antonio Presti attraverso un’assegnazione diretta.

A sollevare il caos, però, il ricorso al TAR di Catania da parte de La Pineta SRL che, invece, attraverso un project financing voleva rendere l’area una struttura alberghiera di lusso.

La questione si conclude oggi, dopo che il CGA si è pronunciato contro la decisione del 2016. Come dice la sentenza, infatti, non essendo stati rispettati i principi di concorrenza, non si poteva affidare senza un gara pubblica la struttura ad Antonio Presti. Così il Villaggio Le Rocce, adesso, è stato restituito alla Città Metropolitana che non potrà più decidere autonomamente sull’area ma dovrà attenersi a quanto stabilito dal CGA.

Secondo la sentenza, infatti, l’area può essere riconsegnata attraverso un bando e, secondo il vincolo da parte della Regione, comunquela finalità di qualsiasi progetto legato alla struttura dovrà rispettare la destinazione turistico-alberghiera dell’area.

“Bisogna rendere merito a Presti che ha riconfermato la volontà di non accendere liti con la Città Metropolitana – ha spiegato questa mattina Francesco Calanna, Commissario della Città Metropolitana che questa mattina ha convocato la stampa in conferenza per fare lo stato dell’arte – tutto quello che ha fatto è un dono. Adesso la priorità è non far passare tanto tempo prima di intervenire”.

Non si sa ancora come sarà adesso rimodulata l’area di Mazzarà. Intanto i sindaci dell’area, primo Eligio Giardina, sindaco di Taormina, hanno avanzato diverse proposte. Ma ciascun privato o pubblico dovrà intervenire attraverso un bando ad evidenza pubblica per eseguire e rispettare la sentenza del Cga.

“Una volta che il bene è tornato alla Città Metropolitana non si può far sì che la strada sia lunga – ha sottolineato ancora Calanna – Né che il bene finisca nel degrado. Di certo si è aperti a proposte da parte di imprenditori privati che da parte di enti pubblici. Anche una compartecipazione di pubblico e privato potrebbe essere risolutiva. L’importante è che si rispetti la procedura”.

L’urgenza, ora, è non lasciar passare troppo tempo prima di intervenire concretamente sul villaggio. Ma su questo Calanna rassicura: “La città metropolitana non ha interesse a percorrere la terza strada, cioè quella di realizzare il possesso del bene e dimenticarsi della faccenda”.

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