Amam: clamorosa denuncia del presidente Termini, “44 mln di perdite, De Luca aveva ragione”

di Marina Pagliaro – 44 milioni di perdite dovute alla cattiva collaborazione da parte delle società di recupero crediti, della società di fatturazione, di cooperative e di funzionari interni che si sono appoggiati all’AMAM in questi anni. La denuncia è partita questa mattina dal presidente Leonardo Termini che, dopo aver presentato alle autorità giudiziarie un plico con 800 pagine di documenti, ha voluto incontrare insieme al Direttore Claudio Cipollini e al CDA la stampa per fare chiarezza sui conti dell’azienda ponendo un distacco fra la vecchia gestione e la sua. “Sono state dette troppe cose strumentali contro l’AMAM – ha esordito – Soprattutto in questo periodo politicamente attivo è necessario che si faccia chiarezza e che si racconti la verità sul lavoro fatto”. L’AMAM attualmente ha un bilancio lordo con un utile di 7 milioni di euro. Bilancio che sarebbe potuto essere superiore se, nel corso degli ultimi 20 anni, la gestione dell’azienda non fosse stata affidata secondo una logica di favoritismi che ha seriamente danneggiato i conti di AMAM. La prima società contro cui Termini si scaglia è, infatti, la Fire che, con un decreto ingiuntivo di 30 milioni di euro contro l’AMAM, ha rischiato di mandare in fallimento l’azienda. Un decreto contro cui il CdA si è opposto proprio perché era compito della società di recupero crediti evitare che si accumulassero ulteriori debiti, fermo restando che la società non poteva rivendicare questa somma contro l’AMAM. La rivalsa, in sostanza, da parte della società era priva di alcun fondamento. Ma oltre alla Fire, il danno all’AMAM, è stato prodotto dalla Progettografica srl, società di fatturazione di Claudio Barbera, che ha smesso di operare per un procedimento penale esterno all’AMAM, ma che ha comportato comunque un danno ingente all’azienda. La società si occupava dal 1999, infatti, di gestire non soltanto i dati anagrafici di tutti i clienti dell’azienda della acque pubbliche, ma anche di controllare gli utenti morosi, gli allacci abusivi e il recapito delle raccomandate di sollecito per i pagamenti. Oggi l’azienda si rifiuta di dare all’AMAM i dati di accesso al server che contiene tutti i dati. “Siamo in ostaggio!”, esclama a riguardo Leonardo Termini, supportando, con esempi concreti, il danno della Progettografica. “A noi torna la posta indietro perché impossibile da recapitare o perché l’utente è morto o fallito o non esiste più – ha spiegato –  Nel 2016 sono tornate indietro 21 mila fatture e dal 2004 al 2016 sono state emesse tante di quelle fatture che hanno valore di 12 milioni di euro di 240 mila messinesi ma di cui sono stati riscossi solo 300 mila euro”. Ecco, dunque, perché la ricostruzione contabile effettuata dal CdA dell’AMAM quota a 44 milioni di euro le perdite dell’azienda. Perdite di cui l’Amministrazione è stata informata e che anche Cateno De Luca aveva già verificato e posto all’attenzione di tutti. Oggi sono gli stessi dipendenti dell’AMAM ad occuparsi del recupero crediti, ma il problema è che la mancanza di una catastazione reale degli utenti e di tutti i dati anagrafici aggiornati, proprio perché la vecchia società di fatturazione si rifiuta di collaborare, rende inefficace e lunghissimo l’iter amministrativo. E l’ulteriore danno è stato determinato dalle cooperative di lettura dei contatori a cui è stato affidato in maniera diretta l’incarico pagando un forfait di 70 mila euro a cooperativa e variando, durante gli anni, il numero di cooperative da 2 a 6, senza valutare però la loro effettiva necessità e senza cambiare, inoltre, i nomi delle squadre in campo. Per quanto riguarda, poi, i funzionari interni la denuncia di Leonardo Termini è stata dura. “Ci sono persone che lavorano qui che non collaborano e che non fanno i nomi di chi ha allacci abusivi in città – ha detto – Un enorme danno erariale. L’AMAM infatti non soltanto potrebbe far pagare gli abusivi per metterli in regola, ma pretendere anche il risarcimento di 5 anni di uso abusivo dell’acqua”. Queste criticità hanno generato una situazione paradossale. Intanto nessuna preoccupazione per la condotta di Fiumefreddo che, ha rassicurato Termini, è un diritto che non verrà mai tolto alla città di Messina e il cui rinnovo della concessione, comunque, è responsabilità del Comune.  Ma anche se tanti sono stati gli sforzi anche da parte del Dirigente Claudio Cipollini la lotta è contro forze politiche che vogliono recuperare la vecchia logica di appalti, subappalti e chiamate dirette per speculare sull’azienda. “Oggi siamo riusciti a risparmiare il 30% delle spese con le gare. Ma non abbiamo la bacchetta magica – ha detto Cipollini – E non possiamo camminare soli”. Termini non ha fatto i nomi della politica che lo ha più volte osteggiato. “Qualche politico ha pressato perché la smettessi di agire legalmente e in maniera trasparente – aggiunge Termini – Ma io ho sempre portato avanti il mio lavoro. Potete anche dimenticarlo il mio nome, ma almeno fate chiarezza perché non si dica che io ho agito illegalmente o che sono responsabilità mie”. Intanto i debiti verso ENEL sono in fase di pagamento grazie a una stretta collaborazione fra il CDA di ENEl a Palermo e i vertici di AMAM.

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