Processo Vara, Addiopizzo Messina vince anche in Cassazione: “ancora oggi un sistema di potere occulto continua a manovrare l’organizzazione della festa”

“Amaramente osserviamo ancora oggi che un sistema di potere occulto continua a manovrare l’organizzazione della Vara anche nonostante le volontà della Chiesa locale e del Comune”. Dure le parole del Comitato Addiopizzo Messina che dopo il silenzio in attesa della sentenza definitiva, esprime il suo giudizio sulla Vara.

Era il 14 agosto 2012. La città si stava preparando a celebrare la Madonna Assunta. Il carro votivo dedicato alla Vergine era pronto in piazza Castronovo per la tradizionale processione dell’indomani. – si legge in una nota dell’associazione antimafia –
Tutto sembrava ripetersi nella normalità consueta. L’idea del volantinaggio all’inizio sembrava per noi un modo di esprimere un sentimento che non sempre era ben evidente tra gli organizzatori. In fondo chiedevamo di far pulizia allontanando talune presenze dalla manifestazione, non certo di portare la “Vara” e ciò che rappresenta nel cuore dei messinesi in tribunale. Senza volerlo avevamo toccato i nervi scoperti dei soliti noti, talmente noti che se ne discuteva apertamente ovunque sulla gestione consortile della festa.
Abbiamo realizzato solo oggi la valenza di quell’atto dimostrativo. Eravamo più giovani, forse più imprudenti ma di sicuro non meno coraggiosi e determinati nel portare avanti un’azione di liberazione della città da rendite che del sacro si facevano vanto e gioco.
La sentenza sul processo Vara ci conforta molto. Non perché temevamo colpi di scena. In fondo essa conferma i rilievi precedenti. Ci conforta invece per il nostro essere cittadini messinesi; chi devoto, chi rispettoso del sacro, cittadini che in questi anni hanno comunque vissuto quel gesto nella speranza che non fosse isolato.
Nel dettaglio la Suprema Corte, nel sancire l’inammissibilità del ricorso, ha confermato la congruità delle sentenze dei due gradi precedenti. Infatti, il ricorso si fondava solo su mere questioni di merito (chiedeva una nuova intera rivalutazione dei fatti), mentre la Cassazione è un giudice di legittimità, per questo è stato rigettato. Tuttavia la Corte ha ribadito l’assoluta fondatezza della ricostruzione dei fatti effettuata dalla parte civile (Addiopizzo), così come accertata dai giudici di Primo grado e di Appello.

Si è trattato di comportamento dell’imputato volto ad ostacolare l’esercizio di un diritto costituzionalmente riconosciuto (art 21 Cost), la manifestazione del proprio pensiero, attraverso la forma del volantinaggio. Non solo, ma la parte civile è stata offesa (non più
reato) e vittima di violenza privata (volantino affisso e violentemente e ripetutamente strappato), malgrado esercitasse un diritto e si rivolgesse con pacatezza e gentilezza all’imputato insultante.
Quindi il reato si è consumato nei confronti di una vittima per niente provocatrice. Sono stati ritenuti commessi anche il reato di furto (sottrazione di volantini successivamente al bar dal Celona) e le minacce, gravi sia per i toni e per i contenuti pronunciate in più momenti dal Molonia che è arrivato addirittura a negare l’esistenza della mafia in città, e che, piuttosto che rivolgersi alle autorità preposte per chiedere la rimozione del volantino da lui ritenuto blasfemo (non lo era come accertato nei gradi di giudizio di cui sopra), ha agito autonomamente rimuovendo direttamente lo stesso volantino.
La condotta posta in essere dal Molonia è stata considerata talmente grave da ritenere corretta l’esclusione, determinata nei gradi precedenti, sia delle attenuanti generiche che di quelle specifiche.
Il Comitato Addiopizzo ha atteso diligentemente che si concludessero i tre gradi di giudizio prima di commentare la vicenda giudiziaria che ha riguardato l’aggressione subita alla vigilia della processione della Vara 2012, nell’intento di non alimentare inutili polemiche che avrebbero interferito con il dibattito politico in città.
Oggi riteniamo, forti di una sentenza passata in giudicato, che in tanti dovrebbero chiedere scusa ai giovani volontari di Addiopizzo offesi una prima volta dai fatti di quel famoso 14 agosto ed una seconda volta dalle prese di posizioni pubbliche di amministratori e benpensanti che solidarizzavano con il comitato Vara.
Ricordiamo che tutti i componenti dell’allora Comitato organizzatore della Festa cittadina, ed alcuni assessori comunali, anziché prendere le distanze da quei violenti difesero il comportamento di Molonia e Celona. Troppi i silenzi complici e troppe le personalità con responsabilità pubbliche che avallarono quel sistema anche per anni dopo i fatti che ci riguardarono.
Auspichiamo che questa grande manifestazione di popolo sia liberata al più presto e
definitivamente da ingerenze estranee allo spirito della Festa.
Adesso vogliamo ripartire da dove c’eravamo lasciati. Una sentenza non è mai un punto di arrivo.
Oggi siamo tutti più sereni come cittadini e come messinesi ma siamo consapevoli che la città ha ancora bisogno di atti dimostrativi, di azioni collettive, di “imprudenti”.
Dallo scorso 4 marzo le attività culturali anche di Addiopizzo Messina sono state sospese. Non si è fermato però l’impegno e l’animazione sui temi propri dell’associazione, comprese le prese di posizione su alcuni episodi verificatisi recentemente in circostanze insolite e di cui è stato opportuno intervenire. Lo abbiamo fatto sempre agendo nell’interesse generale e mai entrando in ragionamenti politici, soprattutto se questi tendono a dividere e non ad unire la comunità. Lo faremo sempre consapevoli che nel silenzio, nel disinteresse, nell’isolamento delle coscienze si annida il malaffare della criminalità. Ecco perché invitiamo ancora una volta la stampa a vigilare e
a denunciare eventuali situazioni di rischio dettati dal bisogno impellente in cui si ritrova ampia fascia della popolazione in tempi di emergenza sanitaria ed economica. Cogliamo l’occasione per ringraziare le forze dell’ordine perché anche in una difficile situazione come quella determinata dalle norme di restrizione da coronavirus, agiscono puntuali per la sicurezza dei cittadini e la legalità. Infine, ringraziamo l’avvocato Francesco Sciortino che ha rappresentato il Comitato Addiopizzo Messina nei primi due gradi di Giudizio del processo Vara, e l’avvocato Andrea Sallusti, cassazionista di Roma che ha patrocinato in Cassazione”.

Ricordiamo che questo processo è stato uno dei primi che hanno visto Comitato Addiopizzo Messina come protagonista.

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