Femminicidio Lorena Quaranta: entrano in campo i RIS di Messina

L’assassino ha già confessato. Eppure restano ancora molti punti oscuri sulla morte di Lorena Quaranta, la studentessa di Favara uccisa nella notte tra il 30 ed il 31 marzo scorso dal fidanzato Antonio De Pace. Le indagini in corso potrebbero dare nuove informazioni sulla dinamica del delitto, e il RIS di Messina è al lavoro.  Sono iniziati infatti gli accertamenti tecnici non ripetibili su quanto sequestrato nell’appartamento di Furci Siculo su alcuni oggetti sequestrati.

Sulla scena del crimine gli inquirenti hanno recuperato un asciugacapelli con tracce di sangue e un coltello con l’impugnatura di plastica, oltre ad una lampada di porcellana: le analisi chiariranno se  questi possibili corpi contundenti sono compatibili con le ferite riscontrate sul cadavere della ragazza.

De Pace, difeso dall’avvocato Bruno Ganino aveva dichiarato di aver accoltellato la fidanzata allo stomaco, ma i medici durante l’esame autoptico avrebbero evidenziato uno strangolamento e traumi da corpo contundente, oltre che pugni e calci.

I familiari della ragazza, assistiti dall’avvocato Giuseppe Barba, non hanno nominato un proprio consulente di parte.

Gli esperti del Ris dell’Arma dei Carabinieri quindi nelle prossime settimane, consegneranno una relazione al pm con gli esiti della propria attività.

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