Tari 2021, De Luca bluffa? Cosa sappiamo su rischio licenziamenti e sulla determina

di Michele Bruno – Come sappiamo il Sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha previsto una determina sindacale con cui intende riproporre il Piano Tari 2021 bocciato in Consiglio Comunale con 13 voti contrari. Su tutta la strategia di De Luca però ci sono dubbi e punti che non tornano.

Partiamo dal fatto che, come abbiamo detto ieri, al Salone delle Bandiere lo stesso De Luca ha ammesso che la sua determina si basa su un’interpretazione della norma. ARERA aveva imposto con una sua pronuncia che si tenesse conto, nella predisposizione del piano economico finanziario (PEF) delle mancate entrate dovute all’evasione fiscale e ad altre voci. Il Sindaco giustifica con la necessità di recuperare dette somme l’aumento della Tari al 9%. E ritiene che poiché il Consiglio non ha approvato questo PEF 2021, con l’aumento che si renderebbe necessario a coprire queste somme, si devono mettere in cassaintegrazione 120 dipendenti e non rinnovare il contratto a tempo a 32. La determina servirebbe a sventare questa ipotesi.

Ieri però la ‘svolta’, il Sindaco si rende conto che in realtà può fare tutto da sé, che la competenza di adeguare queste somme, dovute a prescrizioni di legge, è sua, e può fare a meno del Consiglio. Ma ammette che è una sua interpretazione, tanto che si premurerà di chiedere audizione presso ARERA, nonostante i termini per l’approvazione del Piano sarebbero già scaduti, per sua stessa ammissione, il 31 Luglio appena trascorso.

Per rafforzare questa sua visione dei fatti, vuole che il Consiglio lo segua votando una presa d’atto stasera (alle 18 la convocazione). Letteraemme riporta, a quanto leggiamo, che Rossana Carrubba, Segretario Generale del Comune, avrebbe definito nullo e senza valenza amministrativa il voto di oggi. Non serve nessuna presa d’atto ad una determina sindacale. Insomma sarebbe solo un voto politico, una sponda alla strategia deluchiana.

Resta il fatto che ARERA potrebbe bocciare anche la determina, che potrebbe essere ritenuta illegittima. O al contrario approvare l’interpretazione De Luca e quindi rendere illegittimo il voto contrario del Consiglio. A questo punto, anche perché non è detto che ARERA si esprima subito, c’è da chiedersi, ed è quello che fa Messinaccomuna, se con la gestione di Messinaservizi attraverso una determina poi annullata, non possa esserci il rischio di un danno erariale per il Comune (e per il Consiglio Comunale se la approvasse). 

Messinaccomuna si chiede anche il perché questa fretta di aumentare la Tari. Questi soldi sono stati già spesi prima ancora del voto del Consiglio?

Si aggiunga questo: Articolo 1 metteva in dubbio ieri che davvero il voto del Consiglio Comunale esponesse 120 lavoratori alla Cassaintegrazione. Secondo Domenico Siracusano, segretario provinciale del partito di Roberto Speranza, le coperture per gli stipendi di queste persone sarebbero previste nel PEF 2020, collegato alla Tariffa 2020. Non ci sarebbe, se così fosse, nessun motivo per vincolare questa scelta dell’Amministrazione al voto del Consiglio sul Piano Tari 2021. Sarebbe una scelta arbitraria dell’Amministrazione. Le dichiarazioni di Siracusano sono riportate qui.

E se tutto questo fosse un bluff del Primo Cittadino per scaricare su altri le responsabilità per non essere riuscito a recuperare una somma consistente e importante di evaso, come aveva promesso a partire dal 2019?

Il Sindaco e Messinaservizi infatti avevano parlato di un 65% di evasori Tari con dati aggiornati al Dicembre 2019 e 30mila utenze non pagate. E aveva parlato di un piano per recuperare gran parte delle somme e ridurre la Tari del 30%, portandola sulla media nazionale entro quest’anno. Ma la cronaca di questi giorni dice altro. Il Gruppo Consiliare M5S denunciava in una nota a fine Giugno che “a fronte di circa 100000 contribuenti, ci sono circa 30/40mila utenti fantasma che il Comune non è riuscito nemmeno ad individuare”.  Nonostante 8000 utenze recuperate secondo l’Amministrazione, la Tari non è diminuita. 

E ancora a coprire il fatto che le attese entrate della raccolta differenziata non siano servite a superare il mancato recupero di evaso? Ovunque ci sia la raccolta differenziata ci sono dei guadagni per i Comuni, ma a Messina la Tari aumenta.

O se tutto questo grande trambusto servisse poi per esternalizzare il servizio oggi gestito da Messinaservizi? Cmdb metteva in guardia qui sulla possibile esternalizzazione del servizio di spazzamento, nonostante Messinaservizi sia nata come società in house, cioè totalmente comunale.

Al di là di dirette, determine sindacali e scontri col Consiglio, il Sindaco potrebbe anche rispondere a tutti questi quesiti. Tutta la cittadinanza ne gioverebbe. Qual è l’obiettivo di questa strategia?

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