Morra a Messina: quel “verminaio” ancora troppo presente

di Veronica Pagano – La Commissione parlamentare antimafia, presieduta dal senatore Nicola Morra, varca lo Stretto per una missione che, fino al 5 maggio, la vedrà impegnata tra le città di Messina e Catania.

Una missione volta a fare luce sui rapporti che insistono non solo sull’asse Messina-Catania-Palermo, ma anche tra le due sponde dello Stretto.

Ed ecco che, a più di 20 anni da quel lontano 1998 che vide l’arrivo della Commissione Del Turco nella città dello Stretto, lo Stato ha di nuovo gli occhi puntati su quel “verminaio” di vendolana memoria. Non a caso, oggi l’On. Nicola Morra parla di “realtà complessa che sconta una sottovalutazione di alcune fenomenologie criminal-mafiose”, contestando l’errata, quanto (ancora) radicata, convinzione che Messina sia la “provincia babba”.

Morra: non solo mafia dei pascoli. Massoneria e colletti bianchi

Estorsione, traffico di sostanze stupefacenti, ma non solo. La mafia messinese ha dimostrato di sapersi reinventare, intercettando cospicui finanziamenti europei (mafia dei Nebrodi) e tessendo importanti rapporti nell’ambiente massonico fino ai “salotti buoni“, con reati che investono anche l’Università e il Consorzio delle Autostrade Siciliane. “L’Ateneo di Messina – ha ricordato Morra – ha avuto rettori non propriamente siciliani, ma venuti da altre regioni, finiti in operazioni importanti”.

Questa flessibilità e capacità di infiltrazione dimostrata dalle mafie rende urgente un’azione che sia anche preventiva, in vista dell’arrivo dei fondi del PNRR, appetibile occasione per la criminalità.

Affiliazione mafiosa e concorso esterno

Le audizioni hanno permesso alla Commissione Morra di riscontrare altresì la crescente difficoltà per gli organi giudiziari di contestare l’affiliazione mafiosa (con applicazione del regime del 416bis c.p.) a fronte della relativa facilità con cui il mafioso riesce a provare il concorso esterno (art. 110 c.p.), senza così “essere formalmente affiliato alla struttura criminale, ma interagendo con la stessa, al fine di promuovere un’azione criminale”.

Le audizioni della prima giornata

Prefettura, Questura, magistratura, Forze dell’ordine, ma anche mondo dell’associazionismo e della stampa. Nella (lunga) giornata di ieri, martedì 4 maggio, la Commissione ha audito: il prefetto Cosima Di Stani; il questore Gabriella Ioppolo; il comandante provinciale dei Carabinieri Marco Carletti; il comandante provinciale della Guardia di Finanza Gerardo Mastrodomenico; il Capo Sezione DIA di Messina Giuseppina Interdonato.

E ancora: il procuratore della Repubblica di Messina Maurizio De Lucia, accompagnato dai procuratori aggiunti Rosa Raffa e Vito Di Giorgio, e dai sostituti procuratori Liliana Todaro e Fabrizio Monaco; il procuratore generale f.f. della Corte d’Appello Maurizio Salamone; la presidente del Tribunale Marina Moleti; la presidente della sezione GIP – GUP Ornella Pastore; il presidente f.f. della Corte d’Appello Sebastiano Neri; il presidente dell’Ordine degli Avvocati Domenico Santoro; il presidente nazionale onorario delle Federazioni Antiusura Tano Grasso.

Infine è toccato ai noti giornalisti: Enzo Basso, Nuccio Anselmo, Enrico Di Giacomo, Manuela Modica e Antonio Mazzeo.

Oggi la Commissione è a Catania e vi resterà fino a domani.

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