Riparte le Vie dei Tesori. Dal 10 al 25 settembre riaprono i luoghi più belli di Messina

Torna a MessinaLe Vie dei Tesori, il progetto dedicato alla scoperta del patrimonio della Sicilia. Per il sesto annoconsecutivo, Messina è stata scelta tra le 15 destinazioni dell’Isola da non perdere, grazie ai luoghi più preziosi e reconditi che la città custodisce. Luoghi che, a loro volta, custodiscono e cristallizzanostoria e la bellezza di Messina e per questo da visitare con cura nei tre fine settimana previsti tra il 10 al 25 settembre.

In quelle date, infatti, sarà possibile godere di ben diciannoveluoghi d’interesse storico e artistico, aperti per l’occasione, tra cui edifici, ville, monumenti, musei, chiese, conventi e forti che saranno visitabili anche attraverso il racconto dei volontari ed esperti, pronti ad affascinare cittadini e non. E ancora esperienze,passeggiate, eventi: anche quest’anno infatti sono stati organizzati dei percorsi speciali, tra mare e montagna passando per il lago e le ville.

Tra i luoghi immancabili il Forte san Salvatore e la Stele della Madonnina, tra i simboli più riconoscibili della città dello Stretto, insieme alle novità di quest’anno: l’abbazia normanna di Santa Maria Di Mili San Pietro.

Saranno accessibili anche lArchivio Di Stato, la Casa Museo Di Maria Costa e Castel Gonzaga, insieme alle collezioni dell’università di Messina e l’Orto Botanico Universitario,l’Eremo Regio Madonna Di Trapani, il Museo Di Cultura E Musica Popolare Dei Peloritani Di Gesso, il Palazzo Del Governo Prefettura, Tempio Di Cristo Re e il Castello Di Roccaguelfonia, Town House (l’antico Villino Franca) e le ville Aelthea (Villino Drago), Cianciafara e Giovanna . Infine le chiese più antiche: la Chiesa Di San Giovanni Di Malta, la Chiesa Di Sant’antonio Abate Massa San Giorgio, la Chiesa Della Ss. Annunziata Dei Catalani, la Chiesa Gesù e Maria Delle Trombe e Il Bambinello delle Lacrime.

Per accedere ad ogni evento sarà necessario prenotare attraverso il sito leviedeitesori.com/messina/, selezionando giorno, orario e acquistando un ticket (il costo per la singola entrata ai luoghi del circuito è di 3 euro). In alternativa è possibile acquistare a un prezzo agevolato dei coupon da 4 o 10 ingressi validi per i luoghi del circuito. Per le passeggiate e le esperienze il contributo è invece variabile.

Scopriamo insieme i luoghi e le esperienze previste nel programma:

1. Abbazia di Santa Maria di Mili

Quest’anno sarà possibile varcare la soglia dell’antica chiesa abaziale e l’annesso monastero di Mili San Pietro voluta dal gran conte Ruggero, tra le più antiche architetture normanne di Sicilianate nel 1090 su un preesistente cenobio bizantino.

2. L’Archivio di Stato

Sito in Via Giuseppe La Farina, l’archivio di Stato custodisce un patrimonio documentale che permette di ricostruire la storia di Messina. Nonostante i gravi danni dovuti al terremoto del 1908 e i danni della guerra, il patrimonio archivistico rimane notevole. Si va – si legge nel programma de Le vie dei Tesori – dai documenti delle massime magistrature ai fondi notarili, dagli enti religiosi a quelli militari e gentilizi, insieme ad importanti antiche pergamene. In occasione del festival delle Vie dei Tesori si potrà conoscere l’intera struttura, con visite che comprenderanno sia la sala lettura che i depositi e si potrà anche visitare una mostra che racconta la ricostruzione dopo il terremoto del 1908.

3. Forte San Salvatore e Stele della Madonnina

Anche quest’anno sarà possibile visitare il simbolo di messina, ovvero la fortezza voluta da Carlo V a difesa del porto falcatoinsieme alla sua Madonnina, posta in cima ad una bianca stele collocata nel 1934. La suggestiva zona della falce un tempo era anche una zona sacra, che mantenne questa sua energia anche in periodo cristiano. Il forte deve il suo nome all’antico monastero del SS.Salvatore, voluto del Conte Ruggero nel 1086 in ricordo di alcuni suoi soldati uccisi, che diventerà sede del celebre Archimandritato.

4. Casa museo della poetessa Maria Costa

Si tratta della casa “dove visse e compose i suoi versi la grande poetessa dialettale” precisamente in Via case basse, 14 nell’Antico Borgo Marinaro di Villaggio Paradiso. Una casa semplice, costruita alla fine dell’800, come quella dei pescatori del tempo. Nella casa sono esposti i libri della poetessa mentre il cortile esterno ospita mostre e reading poetici.

5. Castel Gonzaga

Erto sulla collina di Montepiselli nella prima metà del XVI secolo e voluto l’imperatore Carlo V per combattere i pirati barbareschi, potenziò il sistema di difesa attorno alla città. Castel Gonzaga, infatti, difendeva l’accesso meridionale e si racconta fosse circondato da un fossato, abitato da famelici coccodrilli. Il viceré Ferrante Gonzaga curò il piano dei lavori, su progetto del celebre architetto di Bergamo, Antonio Ferramolino, con la preziosa consulenza dello scienziato Francesco Maurolico. Durante la Seconda Guerra Mondiale, invece, divenne sede del Sistema di difesa antiaerea.

6. Collezione dell’Università di Messina

Nell’antiquarium dell’Università, presso la sede centrale di piazza Pugliatti, sarà possibile visitare la collezione dell’università composta dalla preziosa collezione di maioliche siciliane e spagnole, circa 170 pezzi, donata nel 2008 dall’ingegnere e appassionato studioso Cesare Zipelli. Ma la collezione dell’Università racchiude anche alcuni resti architettonici del XVII secolo, provenienti dal Collegio dei gesuiti, sede barocca del primo “Studium” messinese e opere di pittori locali tra ‘700 e ‘800.

7. Orto Botanico

L’antico Orto Botanico fu fondato nel 1638, distrutto dagli Spagnoli nel 1678, e poi rifondato nell’Ottocento. Si espande con una forma irregolare ai due lati del viale d’ingresso, che permette di passeggiare tra alberi esotici e piante autoctone rare e a rischio d’estinzione. In fondo al viale è posto il busto del fondatore, il medico e botanico romano Pietro Castelli. Tra gli esemplari più antichi, i Pinusbrutia, un grande albero di canfora, un Ginkgobiloba, un maestoso pino dell’Himalaya, due esemplari di albero a candelabro (Phytolacca dioica) e un vetusto Ficus macrophylla. Bellissimi il Felceto, le Cycadaceae e le piante carnivore, oltre alla collezione di piante grasse: migliaia di specie, coltivate in serra e all’aperto, tra forme strane e colori sgargianti.

8. Prefettura di Messina

Edificio in pieno stile neoclassico ma con la compresenza di dettagli in stile rinascimentale e liberty, il Palazzo del Governo di Messina di Cesare Bazzani– costruito subito dopo il terremoto– ospita oggi al suo interno la Prefettura della Repubblica. In origine occupava quasi per intero l’area della cinquecentesca Chiesa di S. Giovanni e il Palazzo dei cavalieri di Malta, della quale è ancora possibile vedere la tribuna sul retro del palazzo. Durante la visita si entrerà nella biblioteca, nella stanza del prefetto con il soffitto a cassettoni, e nei i salottini.

9. Museo popolare di Gesso

Nell’antico casale di Gesso, sui monti Peloritani, si trova lo spazio museale che racconta la cultura popolare di contadini e pastori. Uno spazio interdisciplinare, che custodisce un patrimonio da valorizzare. Sono esposti ciaramedde (zampogne), friscaletti(flauti), tammuri e tammureddi (tamburi e tamburelli), marranzani, brogne e trumme (trombe).

10. Eremo Regio Madonna di Trapani

Sulle prime pendici dei Peloritani, a pochi passi dalla città, sorge uno dei più importanti eremi di Messina. Di fondazione incerta, forse ad opera di frati anacoreti dell’ordine carmelitano tra cui spiccava Sant’Alberto da Trapani, divenne nel 1531 la prima sede di Sicilia dei Frati Minori Cappuccini. In seguito, a partire dal 1654, fu sede principale dei monaci pacomiti che da questo luogo tenevano le fila di una rete di eremi distribuiti a corona sulla città. Forte la devozione alla Madonna di Trapani il cui culto è mantenuto dall’omonima confraternita fin dal 1670, attuale titolare dei luoghi. Di recente è stato interessato da importanti lavori di restauro e riqualificazione che lo hanno riportato agli antichi splendori.

Le ville:

11. Villa Althea

Nel cuore di Messina vi è Villa Aelthea è stata edificata insieme alla sua limitrofa gemella dalla nobile famiglia Drago già nel 1916. Tra i più antichi edifici della ricostruzione, l’edificio fu progettato dal celebre ingegnere Guido Viola. Interessanti gli arredi Liberty e le decorazioni dei soffitti ove spicca un particolare repertorio araldico. Singolare il torrino con scala a chiocciola che conduce al terrazzo panoramico.

12. Town House Messina Paradiso (Villino Franca)

Tra Paradiso e Contemplazione, sorge l’antico Villino Franca un grazioso esempio di villa post terremoto che oggi ospita Town House. Un bianco edificio dotato di un elegante atrio con ampio scalone d’onore di accesso e un elegante giardino dove si potrà contemplare lo Stretto. In occasione delle Vie dei Tesori si potranno ammirare dipinti degli artisti: Alex Caminiti, Michele d’Avenia e Dania Mondello.

 

13. Villa Cianciafara

Costruita alla fine del diciottesimo secolo su un preesistente edificio medievale rappresenta uno dei pochi esempi di architettura settecentesca rimasta perfettamente conservata a seguito del sisma e della guerra. Nata con funzione di tenuta agricola, è infatti possibile osservare ancora oggi le case coloniche, il lavatoio, il palmeto, il magazzino per il vino, il frantoio, il forno, la cappella, la stalla e il fienile; all’interno, invece, è possibile osservare i preziosi e nobili arredi di un tempo oltre allo stile del fotografo e incisore Filippo Cianciara, cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e di Lucio Piccola, che a lungo visse tra queste mura. 

14. Villa Giovanna

Nell’antico borgo di pescatori di Villaggio Pace, nel primo ventennio del ‘900 venne costruita Villa Giovanna su quello che in epoca borbonica era un avamposto di vedetta, sede della Guardia Regia: appena superata la pesante porta di ferro della villa – che ospita il centro olistico Mater Vitae – ci si ritrova immersi in un giardino tropicale, tra specie autoctone e officiali, che degradano verso il mare; una doppia fila di preziosi bonsai, si insinua tra collezioni d’arte e rari cimeli raccolti durante i viaggi; esposte alcune opere del pittore Michele Panebianco, vincolate dalla Soprintendenza. Sarà possibile partecipare ad alcune esperienze immersive del centro olistico, tra antichi strumenti, campane tibetane e al silicio, batacchi, tamburi sciamanici e gong.

Le chiese:

 

15. Chiesa del Cristo Re e Torre Ottagona dell’antico Castello di Roccaguelfonia

Qui convivono il passato remoto e quello prossimo: la torre ottagonale merlata fa parte di quelle fortificazioni medievali che resero imponente e protetta la città. Su questa testimonianza medievale, però, si trova una campana che parla di un passato abbastanza recente: è stata fusa con il bronzo dei cannoni, bottino della Grande Guerra. Il Tempio, ispirato alla Basilica di Superga di Filippo Juvarra, è stato realizzato nel 1937. Nell’ipogeo, il monumento al Milite Ignoto di Antonio Bonfiglio, alle pareti i resti mortali dei Caduti di tutte le guerre. Sopra è la chiesa, con due grandi tele di Salvatore e Guido Gregorietti; le otto statue in bronzo di Teofilo Raggio, in stile razionalista, raffigurano le Virtù teologali e cardinali e circondano la cupola. In una nicchia della scalinata esterna si scopre la statua in marmo del Cristo Re realizzata da Tore Calabrò.

 

16. Chiesa dei Catalani

È una delle massime espressioni dell’arte siciliana, fusione affascinante di stili bizantino, arabo e normanno. Basilica a croce latina, fu edificata nel XII secolo come cappella reale per poi passare a fine ‘400 alla fiorente comunità catalana. Prima sede in Sicilia dei Domenicani e dei Teatini, nei secoli fu arricchita di opere d’arte, oggi conservate al Museo Regionale e a Capodimonte. L’edificio riesce a raccontare la genesi e il livello stradale di questa parte di città prima del terremoto del 1908: nel sottosuolo c’è una cripta che corre lungo il transetto. Merita attenzione l’antica icona della Madonna della Scala con un rivestimento argenteo, il crocifisso nero del XV secolo e la tela dell’Immacolata del 1608.

17. Chiesa di San Giovanni di Malta e Museo

La chiesetta è legata al martire Placido che, nato patrizio, rinunciò ai suoi beni, divenne monaco e venne inviato in Sicilia dove fondò, nel 535, il primo monastero benedettino dell’isola. Nel 541, con la sorella Flavia e una trentina di monaci, fu torturato e ucciso dai pirati, nella chiesa che finì incendiata e verrà poi ricostruita in epoca normanna e di nuovo nel 1588. Dopo il ritrovamento delle reliquie, compresa la lingua del santo in un vasetto, e la scoperta di una sorgente d’acqua ritenuta miracolosa, divenne meta di pellegrinaggi. Da qui, nel 1608, passò anche il Caravaggio, evaso e in fuga, inseguito dai Cavalieri di Malta. La chiesa rinascimentale fu “tagliata” dopo il 1908 per far spazio alla Prefettura.

La chiesa è visitabile il sabato e la domenica dalle 10 alle 16.40 (Via San Giovanni di Malta , 2) 20 min

18. Chiesa di Sant’Antonio Abate – Massa San Giorgio

Tra i più interessanti luoghi di culto dei Peloritani, questa chiesa di Massa San Giorgio possiede ancora un doppio portale asimmetrico di matrice tardo medievale. Dopo il terremoto, come molti altri siti, fu restaurata con un tetto tipico delle effimere costruzioni post sisma. Un tempo sul sagrato per la festa di Sant’Antonio Abate si montava il Pagghiareddu, primordiale albero della cuccagna simile al più famoso Pagghiaru di Bordonaro. sabato e domenica dalle 10 alle 17.30 30 min

19. La chiesa Gesù e Maria delle Trombe ed il Bambinello delle Lacrime

Era una delle chiese più sfarzose della città, il terremoto ha distrutto quasi tutto ma in suo ricordo è stato edificato un piccolo luogo di culto che custodisce alcuni altari settecenteschi ma in particolare un piccolo Bambinello in cera proveniente dalla chiesa di San Gioacchino. Questa piccola scultura lacrimò più volte dal 1712 ed i messinesi si affidarono a lui in occasione di particolari calamità. Dopo un regolare processo canonico, ordinato dall’arcivescovo Giuseppe Migliaccio, il Tribunale Ecclesiastico, all’unanimità, riconobbe che le lacrime del bambinello erano vere e miracolose. Quando la chiesa di San Gioacchino fu distrutta dal terremoto, la piccola statua fu trasferita in questa nuova chiesa di Gesù e Maria delle Trombe.

 

Tra le esperienze da fare un emozionante tour – di circa un’ora – sul lago intitolato “NEL LAGO, SULLE BARCHE DEI COCCIULAR alla scoperta del patrimonio faunistico della riserva e delle tecniche di molluschicoltura della vongola autoctona a bordo delle tipiche imbarcazioni dei “cocciulari”, che da più generazioni tramandano l’attività, a cura della Pro Loco Capo Peloro. Sarà possibile fare il tour sabato 24 e 25 settembre dalle 9 alle 11.

Dal lago alla montagna, nello specifico nei nebrodi, domenica 18 settembre sarà possibile fare un’arrampicata di circa due ore “LÀ DOVE SI VIVE A CONTATTO CON LA NATURA, tra i boschi dei Nebrodi.

Per domenica 11 settembre è invece prevista una visita guidata a cura della Compagnia Anatolè Con Valeria Alessi, Romana Cardile e Mariachiara Millimaggi al Museo Cultura e Musica Popolare dei Peloritani, all’interno delle collezioni del museo, tra canti e strumenti musicali, legati al mondo femminile

Presso la CHIESA DI SANTA MARIA DI MILI sarà invece possibile assistere a “TRE “CUNTI” SUI GIGANTI E UNA STORIA NOIR”, a cura della Compagnia Anatolè con Valeria Alessi, Romana Cardile, Mariachiara Millimaggi e Alessio Pettinato. Tre diversiCunti, mimo, canto,maschere e pupi che raccontano Mata e Grifone, i leggendari Giganti di Messina. I visitatoriverranno coinvolti in una storia noir ambientata alla fine dell’800 in Sicilia e ascolteranno particolari testimonianze da alcuni superstiti del terremoto del 1908. L’evento è previsto per domenica 18 settembre alle 17.30

Per un itinerario naturalistico si consiglia invece la tappa di Fiumedinisi ALLA SCOPERTA DI MULINI E GRANI ANTICHI , passando per la visita del Museo etnoantropologico di Fiumedinisi, che custodisce strumenti legati alla lavorazione del grano. Si assisterà alla macinatura, con degustazione finale della pizza realizzata con i grani antichi.

Con l’esperienza FORZA D’AGRÒ UNA COLLEZIONE INEDITA DI ARTE DEL ‘900 Domenica 25 settembre alle 11.30sarà possibile ammirare una collezione del tutto inedita di opere di grandi artisti del Novecento all’interno di una antica casa del XVIII secolo, completamente ristrutturata e restaurata che ospita da anni eventi culturali nella cittadina.

Per i più piccoli – ma non solo – è previsto per domenica 10 settembre un percorso educativo presso l’AZIENDA AGRICOLA VILLARÈ. Una “VISITA DELLA FATTORIA DELLE CAREZZE che permetterà di vivere il contatto con la natura animale e vegetale con la possibilità di preparare anche dei biscotti, “i sesamini”, tipici della tradizione molto amati dai bambini.

Sono 5 invece i percorsi previsti per le passeggiate tra i tesori della città. In particolare il Percorso Liberty per le vie del centro storico per scoprire la bellezza del patrimonio edilizio della ricostruzione; il Sentiero dei Mulini (circa 2 chilometri), alla scoperta della Vallata di Cumia; il percorso verso l’antico casale di Castanea; il percorso medievale nel centro cittadino, tra i resti della Messina più antica; e il percorso nella via del Dromo, che collegava Messina e Catania, tra i casali di Minissale e Contesse.

Martina Galletta

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