LA LIBERTA’ DI SCEGLIERE CHE MANCA IN ITALIA

Un libro che non dovrebbe mancare tra gli scaffali di chi crede che la libertà di scelta è una libertà suprema, è senz’altro La vita senza limiti. La morte di Eluana in uno Stato di diritto (Rizzoli, pp. 194, € 17,00) di Beppino Englaro. Uomo di una forza straordinaria, nonostante quello che ha passato negli ultimi 19 anni, Englaro lotta ancora oggi affinchè tutti possano decidere della propria vita.

La storia di Eluana Englaro è nota a tutti : a seguito di un incidente automobilistico avvenuto nel 1992, Eluana si ritrova in un letto in stato vegetativo, i familiari appena resisi conto della situazione disperata  hanno iniziato a chiedere ai medici la sospensione dei trattamenti. Confrontando la data dell’incidente con quello della morte della donna (9 febbraio 2009), ci si rende conto di come  l’iter sia stato abbastanza lungo e tortuoso. Con decreto del 9 luglio 2008 la Corte d’Appello Civile di Milano ha autorizzato il padre Beppino Englaro, in qualità di tutore, ad interrompere il trattamento di idratazione e alimentazione forzata che manteneva in vita la figlia Eluana per «mancanza della benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno». Da quella data è partito un difficile processo che ha dato vita a vari ricorsi e appelli che hanno portato il 26 gennaio 2009 il Tribunale Amministrativo Regionale ad imporre alla Regione Lombardia di individuare una struttura ove interrompere la nutrizione artificiale ad Eluana Englaro. Scelta la struttura pronta ad accogliere Eluana, la Residenza sanitaria assistenziale “La Quiete” di Udine, il governo ha iniziato una corsa contro il tempo (non si era mai visto niente del genere prima) per scrivere e approvare un decreto legge che regolamentasse il vuoto legislativo sul testamento biologico, e che evitasse la “morte” di Eluana.

Beppino Englaro si “apre” raccontando passo passo la dura lotta che ha dovuto combattere per poter “liberare” la figlia da una condizione che non le apparteneva, e lo fa trasmettendo a noi lettori il dolore, la frustazione provata durante questi anni.

“Libertà” e “informazione” sono i capisaldi della lotta di Beppino, una lotta che ha come scopo quella di  informare, perchè di solito queste cose le conosce solo chi ci capita dentro quando ormai è troppo tardi. Oggi attraverso la storia di Eluana chi vuole informarsi può farsi un’idea di cosa significa incappare nella medicina d’emergenza, una serie di protocolli che di fatto annullano le volontà del paziente o quelle dei suoi familiari.

La famiglia Englaro avrebbe potuto esaudire la volontà della figlia in modo “clandestino”, come era stato loro suggerito, ma si è opposta, perchè non era ammissibile per loro vedere calpestato un diritto che è riconosciuto anche dalla nostra Carta Costituzionale. Prima del 1992, anno dell’incidente di Eluana, non si parlava di queste tematiche troppo forti da spaccare le coscienze. Beppino Englaro è diventato così un “pioniere” in questo campo, con determinazione è andato avanti per la sua strada e si è rivolto alla Magistratura, la quale non ha potuto non rispondere alla domanda di giustizia di un cittadino.

Englaro ha voluto sottolineare come « La Costituzione è molto chiara e non assegna né ai medici né allo Stato il potere di decidere. L’autodeterminazione terapeutica non ha un limite. Il medico non ha l’obbligo di curare né questo obbligo può imporlo lo Stato. Certe imposizioni autoritativo-coattive sono tipiche di uno stato etico. Al contrario, al medico spetta semplicemente di verificare la volontà del paziente». 

Ci sono voluti 9 anni, 9 sentenze e un decreto per riuscire a far rispettare la volontà di Eluana, e sebbene la legge fosse dalla parte della famiglia Englaro, non mancavano gli oppositori : una politica e il Vaticano.

Questi sono stati così accaniti tanto da constringere Beppino Englaro e tutti noi a chiederci « In quale Paese viviamo se la Chiesa e la politica possono distruggere tutto un percorso giuridico ritenuto legale ad altissimi livelli?»

Il nostro non dovrebbe essere uno Stato laico? E la politica non dovrebbe essere al servizio dei cittadini?

La politica, quando è stata interpellata non ha risposto. Salvo poi farlo in un secondo momento in maniera scomposta.

Di fronte alla solitudine cui è costretto in questo Paese ad un cittadino che vuole riconosciuti i suoi diritti non resta che lottare con tutte le proprie forze, e il mezzo di lotta più appropriato è l’informazione, la conoscenza.

La vita senza limiti è una testimonianza che fa certamente la differenza, perchè tocca il cuore di chi legge ed aiuta a riflettere.

Beppino scrive di non essere un eroe, ma solo un padre. Beh, per me un uomo che per 17 anni anni ha lottato per esaudire la volontà della figlia, sentendosi chiamare assassino , nazista, e quanto di più cattivo la gente ignorante riesce a dire, e una volta riuscitoci non ha smesso ma ancora oggi conduce la sua battaglia affinché TUTTI abbiano la libertà di scegliere, per me questo è essere EROI! (SERENA INTELISANO)

 

« Non c’è vita senza pensiero. Perchè siamo umani ed è questo che davvero ci distingue da tutte le altre specie : la consapevolezza. Nessuno ci può costringere a sopravvivere, a lasciare il nostro corpo in balìa degli altri. Abbiamo il diritto di dire no». (Beppino Englaro)

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