PFM IN CONCERTO PER I 50 DELLA RAFFINERIA DI MILAZZO: INCALZA LA QUESTIONE ETICA

 

Sul sito ufficiale della band il 26 maggio è una data come altre. Ma per i fan del comprensorio tirrenico della Premiata Forneria Marconi, il loro concerto previsto sul Lungo Mare Garibaldi striderebbe con l’etica e l’impegno verso i temi sociali che hanno sempre contraddistinto la band.  A “scandalizzare” i milazzesi il fatto che l’esibizione si svolga nell’ambito dei festeggiamenti per i 50 anni della raffineria di Milazzo, che attraverso un cartellone di iniziative ha voluto sottolineare l’importanza dell’azienda che oggi festeggia anche “un anno senza infortuni”.

Ma la polemica è esplosa. Chi si sta battendo per far conoscere i danni ambientali e i costi per la salute dei cittadini, si ritiene “tradito” dallo storico gruppo che, tra l’altro, interpreta brani di Fabrizio De Andrè. Così sulla rete è iniziata una vera e propria “crociata”, cercando di far saltare l’esibizione anche a costo di tassarsi per pagare eventuali penali. E poi una lettera è stata indirizzata direttamente alla band. Un testo che in centinaia stanno condividendo sul social network e che  vi riportiamo integralmente:

“Mi chiamo Oliviero, sono un musicista, la PFM è uno dei gruppi che più ho amato e vivo a Milazzo.

Di ritorno a casa ieri mi sono imbattuto nei manifesti pubblicizzanti l’imminente concerto nella mia città e non ho potuto fare a meno di scrivervi per manifestare la mia più profonda delusione, da fan e da cittadino pensante quale sono diventato anche grazie alla vostra musica, che ha avuto il merito di formarmi emotivamente e moralmente: mi chiedo come una band storica come la PFM possa accettare di prendere parte attiva ai festeggiamenti per l’anniversario di un’azienda che abusa dell’ambiente e della salute dei cittadini solo per massimizzare il proprio profitto, mi chiedo come possano musicisti così stimati e che io ritenevo di altissima caratura morale accettare soldi ottenuti dal più bieco sfruttamento territoriale, guadagnati su un modello di sviluppo che mortifica il nostro patrimonio culturale e ambientale perseguendo logiche mafiose, mi chiedo come Franco Mussida, Franz di Cioccio, Patrick Djivas e Lucio Fabbri che da quarant’anni sono un baluardo della musica d’arte italiana, possano accettare di diventare ingranaggi dello sporco e squallido mercato petrolifero.

 A Milazzo la percentuale di tumori alle vie respiratorie tocca ormai da decenni percentuali stratosferiche, di molto più alte alla media nazionale e il comune è stato già diverse volte sanzionato dagli organismi internazionali per aver oltrepassato le regole per la salvaguardia ambientale. Milazzo è una cittadina stupenda che potrebbe sguazzare nella ricchezza solo grazie al suo potenziale turistico, invece i ragazzi come me sono costretti a scappare perché l’unico futuro che gli si offra è un qualche tipo di manovalanza precaria all’interno dell’impianto raffinatore. La Raffineria Mediterranea continua a comprare il silenzio e l’approvazione di una massa cittadina culturalmente troppo umile a suon di “tangenti” come manifestazioni del genere, comprano la nostra salute ristrutturando un marciapiede o offrendoci uno spettacolino musicale sul lungomare, barattano la nostra vita con i loro profitti.

La Sicilia è una terra povera e martoriata e molti vedono nella Raffineria una delle poche fonti capaci di creare occupazione e benessere economico, dunque il dibattito è più che mai acceso perché molte famiglie di Milazzo vengono sfamate dagli stipendi erogati dai petrolieri; io lotto perché questa realtà possa cambiare ma non voglio entrare qui nel merito della questione, quel che è certo è che il cinquantennio di questo MOSTRO non richieda certo nessun tipo di festeggiamento, neanche da parte di chi ne trae quel giovamento essenziale alla sopravvivenza perché se da un lato le ciminiere gli permettono di portare il pane in tavola dall’altro distruggono lentamente la loro realtà a partire dall’organismo.

Anch’io provo a vivere di musica e so cosa significhi etica lavorativa, ma ci sono certi ingaggi che non andrebbero nemmeno considerati perché imbeccare cadute di stile come questa alle porte dei settant’anni significa molto più che una sconfitta personale, così state facendo perdere tutti quelli che hanno creduto in voi e che hanno imparato qualcosa dalla vostra musica.

 Perciò spero questa lettera possa aprirvi gli occhi, non credo che proprio voi possiate biasimare una delle voci di quel popolo che “sempre piagnucola, non gli va mai bene niente. Chissà perché?”.

Vi ho applaudito in tantissimi concerti negli ultimi anni, ho percorso chilometri e fatto sacrifici economici per potervi ascoltare, ma se sabato prossimo salirete su quel palco, se deciderete di sedere al banchetto con Sua Maestà, sarò costretto a fischiarvi con tutta l’aria che ho in corpo. (firmato Oliviero Lopes)

Sul fronte “politico” si registra una nota del consigliere d’opposizione Carmelo Formica indirizzata al Sindaco Carmelo Pino, in cui,  pur giudicando positivamente la disponibilità dell’azienda a collaborare economicamente nel potenziamento della rete di monitoraggio, chiede al primo cittadino di attivarsi per ottenere dalla Ram anche un contributo finalizzato alla realizzazione di ambulatorio di oncoematologia pediatrica ed evidenzia che i soldi spesi per organizzare gli spettacoli, potevano essere destinati alla sponsorizzazione del servizio di refezione scolastica in atto sospeso.

Contrarietà ai “festeggiamenti” del cinquantennio della Raffineria è stata espressa anche dall’ “A.D.A.S.C.”, Ass. per la Difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini che invita a disertare il concerto e che in un documento ribadisce come “la cosa alquanto grave che il calendario delle manifestazioni è patrocinato dal comune di Milazzo, una scelta molto contestabile visto quello che ha prodotto e continua a produrre la raffineria nella quasi totale indifferenza dell’ente locale”. “I milazzesi – prosegue la nota – non hanno bisogno di concerti ma di opere utili alla popolazione per cercare di riparare anche i guasti prodotti anche dalla loro attività e di infrastrutture per il rilancio turistico del nostro territorio visto che è ben marchiato da tonnellate di ferro e cemento visibili a chilometri di distanza. In occasione dell’iniziativa fabbrica aperta organizzata dalla stessa raffineria abbiamo proposto ufficialmente la realizzazione di: un centro di eccellenza oncologico, un centro grandi ustionati, un centro di ricerca scientifico- ambientale, un centro per patologie cardio-respiratorie, un centro per il monitoraggio ambientale e sanitario ma anche opere con lo scopo di incentivare il turismo nella nostra città. A tutt’oggi non abbiamo ottenuto nessuna risposta.”

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